A ANBB - Alva Noto & Blixa Bargeld in Concerto

ANBB - Alva Noto & Blixa Bargeld in Concerto

Un concerto seguito a teatro ha la sua suggestione e sovente un suo perche’ ad amplificarne la portata.

Se lo sposalizio tra luogo antico e arte moderna giunge felicemente al suo piu’ lieto compimento allora l’occasione diviene evento.

È nella cornice dell’importante Teatro Regio di Parma che gli ANBB, acronimo di Alva Noto e Blixa Bargeld, hanno portato in scena "Mimikry", concerto che prende il nome dall’omonimo album prodotto dal duo alla fine del 2010.

Pur evitando biografie facilmente consultabili in internet, non si puo’ dimenticare che Alva Noto e’ da anni uno dei rappresentanti piu’ alti della musica elettronica contemporanea, termine quest’ultimo che non uso casualmente ritendendolo degno successore piu’ di Bruno Maderna che di un territorio ambient al quale comunque appartiene.

Blixa Bargeld, mente ed anima degli "Einsturzende Neubauten" e a lungo chitarrista di Nick Cave, si posiziona piu’ vicino alla leggenda che all’artista, ruolo guadagnato con performance e collaborazioni che hanno ispirato e guidato non solo gli sperimentatori dell’industrial ma innumerevoli altre figure mediateche e tecnologiche, vera potenza della creazione.

Concerto importante di personalita’ importanti quindi e il minimalismo sonoro non si fa attendere nell’altrettanto minimalista messinscena dello sfondo proiettato e immobile, del palco buio se si eccettuano due "occhio di bue" su Blixa e Noto nelle penombra del riflesso.

Il cantante in piedi, scalzo a controllare echi e campionamenti, fluido regista di se’ stesso coadiuvato dalla console remota completamente a sua disposizione. C’e’ Brecht nei suoi movimenti, negli inserimenti vocali, persino nei taglienti acuti che competono coi glitch del partner.

C’e’ il controllo del maschio alfa al quale basta uno sguardo per prendere possesso del territorio, il semidio che moltiplica la sua voce in riverberi vivi e urlanti come spettri in una foresta senza luna e al centro della scena domina con l’apparente noncuranza di chi non e’ in competizione perche’ e’ lui a dettare le regole.

Noto quasi in disparte, tocco digitale, il suono e’ terra, supporto, sostegno, suo il compito di stendere il tappeto sul quale Bargeld cammina sicuro, sua la spina dorsale di un corpo sonoro dotato di tentacoli e aculei, violento se non sai come affrontarlo, vendicativo contro chi lo contrasta, dolcissimo nell’apprenderne la danza e l’atonalita’ diviene cosi’ melodia a sua volta, come una lingua sconosciuta che smette di essere suono disarticolato non appena se ne comprende grammatica e vocaboli.

Il concerto riprende brani dall’album e dall’EP che l’ha preceduto di qualche mese e cio’ che piu’ sorprende e’ il fermo equilibrio tra i due artisti che non perdono identita’ e credibilita’ nel rapporto reciproco perche’ non esiste alcun contrasto anzi e’ moderno contrappunto di polifoniche voci.

All’interno della miscela emergono potenti le sperimentazioni e l’elettronica ma anche il pop, il folk per un connubio che pare inesauribile nelle risorse dal quale attingere.

Questo e’ l’ambito nel quale il concerto si e’ svolto, grande atmosfera, acustica ottima seppur inadatta a frequenze troppo alte o troppo basse assorbite dalla struttura che al risuono talvolta rispondeva con rimbombo ma la religiosita’ artistica del luogo era l’unica che potesse glorificare un evento che ricorderemo ancora per lunghissimo tempo.

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bargeld alle 16:11 del 30 marzo 2011 ha scritto:

Tutto vero, c'ero anch'io. Un evento più unico che raro (il teatro ospitava per la prima volta nella sua storia una performance elettronica): sfarzo classico e ridondante del Regio vs. minimalismo violento e stordente della coppia. Un'esperienza sensoriale vera e propria, probabilmente irripetibile.

Le attempate dame ingioiellate, tramortite alla fine dello show: uno spettacolo nello spettacolo!

paolo gazzola alle 9:38 del 31 marzo 2011 ha scritto:

Io invece non c'ero, porc... Chi ci racconta qualcosa del misterioso party post-spettacolo al Lenz?