A And Also The Trees @ Init, Roma, 26/05/2012

And Also The Trees @ Init, Roma, 26/05/2012

Già a partire dalla pubblicazione di “(Listen For) The Rag And Bone Man” nel 2007, gli And Also The Trees avevano dato segno di attraversare un nuovo rinascimento artistico: una gemma liricamente oscura che ha permesso alla band capitanata dal vocalist Simon Huw Jones di affrancarsi dalle sonorità che hanno caratterizzato la propria fase aurea. Operazione sempre rischiosa quella di non leccare il culo ai fan di vecchia data e molto incerta negli esiti nel tentativo di radunare nuovi appassionati non influenzabili dalle etichette. Fortunatamente gli And Also The Trees, non hanno altra priorità se non quella di assecondare la ritrovata vena compositiva, cosicché da poco si è aggiunta un’altra perla alla loro discografia: “Hunter Not The Hunted”, uscito lo scorso Marzo, scende ancora più nel profondo, dilatando o eliminando del tutto le ritmiche e liberando completamente le vaporose suggestioni poetiche a cui la loro musica induce.

Il concerto che ha preso vita sul palco dell’Init è quasi interamente incentrato sui due album citati (che si completano vicendevolmente), segno evidente che l’attuale line-up si riconosce completamente nei nuovi orizzonti. Così i brani cruciali di “(Listen For) The Rag And Bone Man” (il jazz mesmerico di Rive Droit, l’obliqua irrequitezza di The Legend Of Mucklow) compenetrano le evanescenti latitudini di Burn Down This Town, What’s Lost Finds, Hunter Not The Hunted, Bloodline, The Woman On The Estuary, la magnetica Angel, Devil, Man and Beast, la suadente ombrosità di Only, tutte tratte da “Hunter Not The Hunted”. I “classici” sono appena una manciata, giusto per non dimenticare il passato: Prince Rupert (in apertura), Shaletown, Dialogue, Virus Meadow e il lisergico sommovimento di A Room Lives In Lucy vengono rielaborati in modo da non far perdere un grammo di coerenza all’intera performance. La formazione è coesa e il carismatico Simon H. Jones (dalle movenze Morrisoniane e dalla timbrica sospesa fra Leonard Cohen e Nick Cave), può contare su musicisti di grande spessore, come il fido fratello Justin Jones alle chitarre, Ian Jenkins al basso e al contrabbasso elettrico, Emer Brizzolara alle tastiere e al dulcimer e il talentoso Paul Hill alla batteria.

Ormai lontani dai gloriosi trascorsi dark-new wave, gli And Also The Trees non sono dei semplici sopravvissuti a loro stessi e alla loro storia: oggi la loro musica è più riconducibile ad un folk crepuscolare raffinatissimo, introverso eppure capace di comunicare, in studio come su un palco, emozioni palpitanti. La dignità che anima le recenti prove discografiche (più che quelle degli Anni ’90), indica chiaramente che la loro onirica visione artistica è ancora fervida e ricca di immaginazione. Per un gruppo che ha 32 anni sulle spalle, davvero mi sembra un punto di arrivo importante e invidiabile.

Per approfondire: http://www.andalsothetrees.co.uk/

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