A Area Reunion a Modena

Area Reunion a Modena

Nessuno è ancora riuscito ad analizzare gli anni ’70 e per lungo tempo ancora non sarà possibile avere un quadro completo, perlomeno fino al giorno in cui non ci saranno più coloro che degli anni ’70 sono stati testimoni.

è necessario che quegli anni vengano riassorbiti nel tessuto del tempo e quando un domani qualcuno riuscirà ad epurarli dalle persone, dai simboli, dalle bandiere e dai colori, resterà infine l’Arte e solo allora si potrà iniziare a capire il peso e l’importanza che quel decennio ha avuto nella storia.

Questo è lo spirito col quale ho affrontato un concerto, un evento si puo’ definire, che ha coinvolto gli Area dal vivo nella città di Modena.

Lo storico trio composto da Tavolazzi al basso, Tofani chitarre e Fariselli alle tastiere si ricompone per una operazione dal sapore nostalgico ma fino ad un certo punto, perchè sin dall’inizio è evidente l’esigenza dei tre di mantenere la propria individualità artistica maturata non dimentichiamolo, nei trenta e passa anni trascorsi in progetti autonomi ed infinite collaborazioni.

Ognuno prende e pretende spazio, concedendosi in duetti e trii ma solo alla fine l’entità "Area" torna a calcare il palcoscenico coadiuvata dal bravo Walter Paoli alla batteria al posto del compianto Giulio Capiozzo.

E Stratos? Stratos manca e a lui più volte va il ricordo, un fugace applauso.

Non pensiamo gli uomini abbiamo detto, non ricordiamo come si possa morire di malattia a soli 34 anni e non vogliamo neppure ricordare l’artista, malgrado questo pero’ la sua voce manca e manca come strumento, lascia un vuoto nelle frequenze e l’udito trova un varco tra cio’ che ascolta e cio’ che ricorda. 

Quello spazio tra le note è li e volutamente resta incolmato come qualcosa di assente ma definito da un intorno che ne traccia il profilo.    

Per il resto non manca nulla e non c’è rincorsa a cio’ che è stato perchè i tre sono innanzitutto grandi musicisti e i ricordi sono inutili di fronte all’invariata tecnica con la quale approcciano di volta in volta i brani siano essi individuali o collettivi. è sorprendente la freschezza dell’esecuzione, tutt’altro che stanca o abusata, persino rinnovata da esperienza e tecnologia. 

Non manca neppure il nuovo brano nato nei precedenti e fugaci tour, preludio speriamo di un progetto costruito sul ritrovato ensemble.    

Rock il grande assente ma era prevedibile e semmai sorprenderebbe il contrario considerando l’indole e le carriere dei tre, seppur compaia come necessario comprimario nei classici "Luglio, Agosto, Settembre (nero)", "Gerontocrazia" e l’immancabile e immarcescibile "La mela d’Odessa" nella quale Tofani racconta l’ormai celeberrima parabola con tenera modestia e dolce accondiscendenza.

Ho vissuto tutto questo con la passione di chi sublima la musica come nutrimento delle proprie cellule ma non nego che la sensazione di vivere un tempo non mio abbia avuto la valenza di un viaggio dimensionale e per lunghi minuti ho confuso il bambino che ascoltava radio e s’incollava alle vetrine di dischi con l’uomo che ha avuto la possibilità per una volta di vivere e non solo ricordare.

C Commenti

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Utente non più registrato alle 22:01 del 5 marzo 2012 ha scritto:

Io li vidi con Fariselli, Tavolazzi, Capiozzo e Paolino Della Porta (ottimo contrabbassista jazz), spettacolo. I miei cd hanno le loro firme, meno Della Porta, ovvio.