A Drink To Me @ Aosta, Espace Populaire - 21 settembre 2012

Drink To Me @ Aosta, Espace Populaire - 21 settembre 2012

 

L'Espace Populaire è un circolo ARCI di Aosta ed è uno dei pochi posti dove si riesca ad assistere a concerti degni di nota in Valle d'Aosta. L'arrivo dei Drink To Me è stato pompato notevolmente grazie ad un'organizzazione povera ma fatta di persone volenterose e appassionate. Ciononostante rimango stupito dalla quantità di gente che accorre al locale per assistere al concerto. È vero che all'Espace i concerti non si pagano, ma è pur sempre vero che ad Aosta, di gente che venga in un locale dove serve la tessera ARCI ce n'è poca. In genere i valdostani il weekend sono tutti occupati a far gare di bevute sognando il mare, la neve o l'anima gemella.

Una cinquantina di persone si affollano a due passi dal gruppo in procinto di suonare, e penso che ho assistito a concerti milanesi e torinesi assai più blasonati e molto meno affollati (indimenticabile mi resta impresso quello dei Built To Spill a Milano).

Il sacrificio di tanti nel venire all'Espace di venerdì sera è compensato da un concerto straripante della band piemontese. I Drink To Me appartengono infatti a quella categoria di “animali da palco”, capaci di impressionare molto più dal vivo che su disco. E non che i dischi siano da poco, intendiamoci; ma sicuramente Brazil e S, album di notevole spessore, raggiungono un'intensità assai maggiore quando suonati sul palco.

Il primo fattore da rilevare è che i quattro sono dei pazzi. Si appassionano davvero, urlano, fanno smorfie, si sdraiano, escono dal “palco” per andare a suonare in mezzo al pubblico, ad un certo punto indossano fichissimi cappucci da elfo che sembrano usciti da un libro di Tolkien. Il secondo è che la passione è accompagnata da un wall of sound notevole. Nonostante l'assenza di una chitarra sono tastiere, synth ed effettistica digitale a creare un'atmosfera incandescente, resa martellante da una batteria precisa e puntuale, oltre che da un basso metallico e ispido.

Ne esce fuori un concerto intensissimo, che mette a dura prova i timpani non più giovani del sottoscritto (che infatti fischieranno un po' per le successive due-tre ore), ed in cui si alternano passaggi post-punk krauti come poca gente è in grado di fare (Oneida? Paragone ingombrante ma necessario, anche se si potrebbero ricordare i bravissimi Disco Drive), viaggioni psichedelici devianti in bilico tra il delirio dei Liars e il romanticismo degli anni '80. Quest'ultimo elemento, il romanticismo, è forse uno degli elementi più impliciti e meno notati nel gruppo, eppure è quello che aggiunge più vigore al sound, immergendolo in un sentimento che attraversa più o meno consapevolmente gente come My Bloody Valentine, Ride, Flaming Lips, Animal Collective e una serie indefinita di stoici fan dello shoegaze. Se la prima volta che vidi i Drink To Me sprecai poche righe per notare una “non perfetta compatibilità con la lingua inglese” oggi bisogna constatare l'elevato livello internazionale raggiunto dalla band, il cui unico difetto consiste ormai in una scaletta ancora troppo corta (poco più di un'oretta).

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