A Elio Germano / Teho Teardo @ Teatro Palladium, Roma (21-26/02/2012)

Elio Germano / Teho Teardo @ Teatro Palladium, Roma (21-26/02/2012)

La perfomance andata in scena al Teatro Palladium di Roma, con grande successo, dal 21 al 26 Febbraio è frutto di un lavoro a due mani di Elio Germano e Teho Teardo che ha le sue radici piantate nell'omonimo romanzo di Louis-Ferdinand Céline del 1932, ode vertiginosa all'incapacità dell’essere umano di rivendicare una prospettiva di felicità, di trasfigurare i suoi bisogni più "elementali" in vista di una Storia che gli è sempre incombente, che lo soverchia.

Alla tenebrosa luce che pervade l'opera di Céline da voce Elio Germano che attraverso improvvisi sbalzi d'umore (si passa dalla trepidazione all’inquietudine, dalla veemenza allo sconforto) impersona le due identità antitetiche di Ferdinand Bardamu e Arthur Ganate che popolano il racconto, usando oltre alla sua ormai incomparabile e penetrante abilità di metamorfosi, filtri vocali che lo aiutano a sottolineare la magmatica schizofrenia delle molteplici derive dell'anima dello scrittore francese.

Teho Teardo (è necessario ricordare il suo David di Donatello per l’O.S.T. de "Il Divo" di Sorrentino?), ha invece inventato con la sua musica la scenografia immaginaria che ha preso forma sul palco disadorno, abitato solo da fantasmi e avvolto in un'ombra primordiale: musiche inedite e altre tratte dalla sua sconfinata produzione di colonne sonore, si sono alternate e sovrapposte alla recitazione di Germano. Teardo ha costruito con perizia la sua arte, cospirando fra marchingegni elettronici filtranti e la sua fida chitarra dalla natura stravolta che processa suoni anche molto diversi rispetto a quelli che dovrebbe produrre, creando amalgame – sospese fra post-rock, elettronica e contemporanea – in grado si dare senso e spessore alle sceneggiature alle quali si dona, riuscendo ad intervenire in esse, caratterizzandole, non meno di quanto può farlo un direttore della fotografia. Sicuramente il talento della violoncellista Martina Bertoni aiuta ad espandere il messaggio sonoro di Teardo, facendolo sollevare da terra e impregnando l’aria, smuovendola con un vento emozionale. La sinestetica esperienza che lega parole e note, conficcando le une dentro le altre, riesce a creare l’humus necessario per far germogliare i fuori oscuri che Céline ha dolorosamente disseminato nel suo “Viaggio Al Termine della Notte”: quello di Germano e Teardo non è il tentativo di realizzare una struttura ordinata che ripercorra e riannodi la trama narrativa, bensì quello di lanciare dei flash di quella pungente consapevolezza di una inconsolabile assenza di riscatto che permea l’opera dell’autore francese. Eppure è proprio la dimensione musicale che riesce ad alimentare una impressione di momentaneo, utopico sollievo, specialmente nei tratti di racconto imperniati sui ricordi di guerra.

Germano e Teardo hanno incrociato i propri nomi in occasione del film “Il Passato é una Terra Straniera” di Daniele Vicari, di cui di recente hanno ripreso in mano il brano Stanotte Cosa Succederà nel quale è proprio l’attore romano a cantare: con questo spettacolo teatrale inaugurano una nuova fase della loro collaborazione che li allontana dalle location cinematografiche per ricondurli ad una situazione scenica nella quale viene esaltata l’arte di ciascuno di loro.

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