A Ho sognato d'esser vivo

Ho sognato d'esser vivo

Il sogno è incontrollabile, evanescente, impalpabile, ed al tempo stesso un esperienza ai limiti del reale, che s’intreccia inspiegabilmente con la vita sveglia.

Intrecci mentali talmente verosimili da sembrar realmente accaduti, da poter controllare e in cui agire durante il sonno, in cui prendere decisioni, vivere situazioni al limite dell’assurdo, del grottesco e del macabro.

E sono proprio questi i temi che affronta Monti nel suo racconto; un racconto surreale di cicogne che sbagliano le consegne dei bebè, finendo in mani sbagliate di streghe, e costretti a lavorare in cliniche psichiatriche. La narrazione si snoda fra goffe illustrazioni grafiche, giochi di maiuscole e parole in primo piano e riportate a caratteri in risalto di scuola futurista. Non voglio dilungarmi, non voglio scrivervi come trama e intreccio giochino fra di loro, non voglio svelarvi il fatidico finale come si fa all’uscita dal cinema all’amico in fila per il biglietto. I libri vanno letti, e raccontarli è affar presuntuoso, in cui cadere nella saccenza è facile come perdere le chiavi di casa.

Il concept che fa da sfondo al racconto fantastico di Josè Monti è affidato alle mani dei Padovani Greenhouse Effect, che tessono per l’occasione un tappeto post rock di fibre elettroniche e acustiche a trama larga, dilatata e rarefatta di chitarre eteree e leggere, di synth sussurrati ed archi e percussioni in riverbero che sembrano provenire da un mondo lontano, quasi irraggiungibile. Eppure basta chiudere gli occhi, e lasciar che le infinite vie della mente ci conducano in questo sentiero tortuoso, dove farsi male e soffrire diventa solo un gioco da cui poter uscire in qualsiasi momento.

O forse no?

 

Per approfondire: http://www.myspace.com/minollorecords/

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