A Intervista a Il Pan del Diavolo

Intervista a Il Pan del Diavolo

Sono in due, vengono da Palermo e percuotono chitarre acustiche e gran cassa producendo un folk dal retrogusto punk. Dopo un EP che ha attirato l’attenzione di pubblico e critica esce il loro album d’esordio: “Sono all’Osso” (La tempesta). I Pan del Diavolo cantano vicende pittoresche e psicotiche, suonano come menestrelli d’altri tempi e Vasco Brondi (Luci della Centrale Elettrica) impazzisce per loro. Abbiamo parlato con l’ideatore del progetto: Alessandro Alosi. Ecco cosa ci ha raccontato.

 

A poco meno di un anno di distanza dal vostro primo, acclamatissimo, EP, esce il vostro album di debutto: "Sono all'osso". Com'è nato?

Alcuni brani di questo disco sono nuovi di zecca, altri fanno parte della mia produzione già da un pò di tempo. In ogni caso sono stati scelti per il disco con l'intenzione di rendere l'album il più omogeneo possibile e non una semplice raccolta.

Sia nel disco che nell'EP precedente c'è un forte richiamo a Rino Gaetano. Confermi?

La mia voce non la posso cambiare. Il fatto che tu stia citando Rino Gaetano in questa intervista non può che farmi onore ma ho guardato tutta la canzone italiana, Ghigo e Buscaglione mi hanno fatto da maestri con la loro eredità artistica. E poi con la cover orribile del suo brano che gira, per ora io lo lascerei stare per il momento.

Nell'ascoltarti cantare sembra di risentire la voce alla radio di Peppino Impastato. La voce di una Sicilia che non si arrende?

Non si arrende a cosa? Lo Stato ha abbandonato tutte le regioni d'Italia e nessuno si arrende, meno che mai noi.

Il disco esce per l'etichetta di Davide Toffolo "La Tempesta" per la quale lavorano tra gli altri anche Zen Circus (presenti anche nell'album), Luci della Centrale Elettrica e Teatro degli Orrori. Fate musica completamente diversa eppure c'è un elemento di originale rottura nella vostra musica che vi accomuna tutti. Possiamo dire che si sta creando una vera e propria scuola attorno a quest'etichetta indipendente?

Credo di sì, spero di sì.

E' un periodo particolarmente floreo per il folk. Come te lo spieghi?

Per alcuni potrebbe essere un'influenza che proviene dal new folk americano, per altri è un esigenza di presentare le canzoni in una forma semplice e sincera che in questo caso assomiglia al folk.

Ai concerti che risposta registrate da parte del pubblico?

Finora la risposta è stata crescente e comunque sempre buona. Adesso partira' il nuovo tour e mi pongo la stessa domanda.

C Commenti

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Marco_Biasio alle 20:50 del 8 febbraio 2010 ha scritto:

Loro sono parecchio bravi. Su disco. Da quanto emerge dalle risposte caratterialmente un po' impervi. Sarebbe bello se agli esordi la si smettesse di tirarsela!