A INTO THE WILD WORLD @ Isola del Cinema, Roma, 03-08-2011

INTO THE WILD WORLD @ Isola del Cinema, Roma, 03-08-2011

"INTO THE WILD WORLD: QUELLI CHE CERCANO", scritto (e interpretato) da Riccardo Mei, musicista, autore e attore, è uno spettacolo "multimediale", ma in chiave genuinamente lo-fi, la cui sapiente regia di Sergio Vecia fonde cinema, fotografia, musica e letteratura di viaggio, prendendo le mosse dal bellissimo film "Into the wild" diretto da Sean Penn nel 2007, a sua volta ispirato al romanzo "Nelle Terre Estreme" del giornalista Jon Krakauer incentrato sulla breve ma intensa biografia di quel giovane statunitense dall'animo nomade che rispondeva al nome di Christopher McCandless.

La performance ha incluso proiezioni di filmati di rara suggestione, inframmezzati dalle musiche di Eddie Vedder (leader e voce dei Pearl Jam) e di Cat Stevens, eseguite dal vivo dal gruppo di Riccardo Mei e dalla lettura di brani altamente significativi tratti dal libro di Jon Krakauer ma anche da altri autori (tutta da riscoprire la figura del “nostro” Walter Bonatti, alpinista, viaggiatore e scrittore, in grado di condensare le sue esperienze in un “unicum” coerente).

Di Eddie Vedder viene eseguito quasi l’intero corpus di canzoni che compongono la colonna sonora del film di Sean Penn (poteva essere altrimenti?) e in chiusura la toccante Just Breathe dall’ultimo lavoro dei Pearl Jam “Backspacer”. Meritano una citazione particolare le credibilissime versioni di Society (manifesto umano e spirituale di Chris McCandless), Guaranteed e Long Nights, a cui danno voce e vita il quintetto composto da Riccardo Mei, voce e flauto, Igor e Roberto Pardini alle chitarre, Joy Grifoni al contrabasso e Aurelio Rizzuti alla batteria.

I libri sono "il" viaggio. Questo è l’invito e l’incipit dello spettacolo. E forse anche la sua tesi finale. Ma del viaggio o meglio dell’esperienza del viaggio vengono raccontati i vari aspetti, le varie accezioni, i sottili significati che esso ha assunto nel passato e che ancora assume oggi. La voglia di scoprire se stessi, cercando sentieri che siano al contempo uno sberleffo ai propri limiti e uno stimolo a raggiungere un orizzonte (nuovo) possibile... Come dunque non prendere il via da Emilio Salgari e dalla “grande” narrativa di viaggio e dal viaggio inteso come pura immaginazione?  Ma poi si parla molto, necessariamente, anche del viaggio vero, fisico e sudato. Delle motivazioni sottese a questo impulso omerico ad “andare”, lasciandosi alle spalle qualcuno o forse solo una storia personale, intima. Lasciandosi dietro quel se stesso nel quale forse non ci si riconosce più. Il mondo selvaggio non è solo quello della natura, ma anche quello degli uomini, pieno di ipocrisie e di colpevoli noncuranze nei confronti del mondo che lo circonda. O ancora il mondo selvaggio delle relazioni fra esseri umani, nei confronti della società umana per intero o anche nei rapporti individuali, familiari. In queste crisi domestiche si possono iscrivere le ragioni profonde della vicenda di Chris e delle topografie spirituali e/o geografiche da lui attraversate. Topografie che rimandano, per un parallelismo di cui poi si scoprirà durante lo spettacolo, a Walter Bonatti: il fascino e la fascinazione del Grande Nord è solo parte dell’esperienza comune di questi due esploratori apparentemente così diversi fra loro. Ma ognuno a suo modo mosso e commosso da suggestioni comuni, tratte da letterature comuni, da ispirazioni che hanno travalicato il cuore di questi due personaggi (tre, includendo anche Riccardo Mei), che ovviamente non hanno potuto conoscersi tra loro. Tre fili paralleli collegati da un invisibile nodo comune. E da uno zaino contenente libri di Jack London o di Henry David Thoreau (anche qui un invito alla riscoperta di questo incredibile “pensatore”).

E allora, se è così, davvero l'amore per il viaggio può scaturire da quel cambiamento a cui può indurre la lettura e la comprensione profonda di un messaggio, di un libro. E davvero i libri sono "il" viaggio. L'abbandono del proprio io precedente, alla chiusura dell’ultima pagina di un libro che sembravamo portarci dentro da sempre... In tutto questo le canzoni ci accompagnano per mano, toccando quel posto speciale dell'anima che la rende una terra inquieta per viaggiatori solitari. Qualche problema tecnico legato all’alimentazione elettrica, pur infrangendo un po’ il climax, non ha comunque reciso il forte nesso logico che collega le varie storie.

"Into The Wild World" è questo: un "piccolo grande viaggio" da compiere su vibranti ali di suggestioni visive, tra le note e dentro le parole, fino al cuore profondo delle emozioni.

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