A John Legend - Live Report

John Legend - Live Report

19/03/2009 – Alcatraz – Milano

Dopo un disco d'esordio che ha sorpreso per capacità e freschezza, e due altri lavori che invece hanno deluso, non mantenendo le alte aspettative create, era importante verificare “live” le doti di John Legend. E nel suo esordio milanese l'artista americano ha superato la prova del nove del concerto.

Introdotto da un video che lo vede nei panni di un pugile sul ring in uno scontro ovviamente vincente, Legend entra sul palco sulle note di HALLO, in completo nero, con giubbotto e cravatta bianchi. Al centro del palco domina incontrastato il pianoforte a coda, ai lati, molto distanziati dal piano, a sinistra le tastiere, due coriste e un corista, a destra basso, batteria e sezione fiati.

Si parte con circa trenta minuti di grande soul – r'n'b, con ritmi funk, stacchi di fiati (alla tromba gli unici due componenti bianchi di una band all black), batteria e basso a fare da cuore pulsante. Una band perfetta, senza nessuna sbavatura o incertezza, su cui si muove agilmente la voce di John Legend.

Il leader ha così facile gioco nel muoversi sul palco, passare al piano e tornare di fronte al pubblico durante l'esecuzione di un brano, giocare con ammiccamenti allusivi con la componente femminile nelle prime file (“non voglio restare solo stasera...”), fino a far salire sul palco una giovane fan per un ballo sensuale, sguardi che si incrociano, mani che toccano. Tutta la sensualità del soul spiegata in tre minuti al pubblico milanese.

Presenti in scaletta tutti gli high ligts della sua discografia, dal nuovo singolo “Everybody Knows” cantata seduto su uno sgabello sul bordo del palco, a “So High”, da “P.D.A. (We Just Don't Care”) a “Number One”, a “Satisfaction” (con sullo scheermo una bocca che vagamente ricorda quella degli Stones) tutte accolte da grandi applausi.

Si chiude, e non potrebbe essere altrimenti, con il suo più grande successo, “Green Light”, con John Legend ormai solo più in canottiera a saltare per il palco per salutare tutti i fans delle prime file, e poi di corsa sullo sgabello del pianoforte, finendo per salire sullo stesso piano, pugno alzato, a ricevere l'ovazione del pubblico.

Pochi minuti di pausa e torna sul palco, in smoking e farfallino nero, per usa splendida esecuzione da solo al piano di “Ordinary People”, e chiudere poi con un inno al cambiamento (“.. searching for a leader...), mentre alle sue spalle sul mega schermo si sovrappongono i volti di alcuni dei più grandi uomini del secolo scorso, da Ghandi a Martin Luter King, da Bob Marley a Nelson Mandela e Abramo Lincoln (ognuno accolta da grandi applausi) per chiudere con quella del nuovo presidente degli U.S.A, Barak Obama.

Prova live superata a pieni voti: gran voce e soprattutto ottimo performer. A questo punto ci aspettiamo il disco della conferma.

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