A l'Ascia di Pete

l'Ascia di Pete

I vecchi spaccano. Nella fattispecie: Pete Seeger ci ammazza a tutti. Salve, mi chiamo Bob Dylan. Fumo un sacco di paglie e mangio un sacco di anfetamine, ho 23 anni e vengo dal Minnesota. Qua sta succedendo qualcosa e tu non hai idea di che roba sia: non è vero, signor Jones? Io adesso monto sul retro di quel camion dell’uva, giro la manopola del volume fino a dieci e giro la manopola dei bassi fino a 10 e giro la manopola del gain fino a 10 e suono Like a Rolling Stone davanti ai pastori di vacche del Rhode Island, sai quanto me ne frega. Oh, ce l’hai una paglia? No, Tom Morello non fuma. Suona la chitarra elettrica nei Rage Against The Machine e quando fa un assolo sembrano le sirene della polizia. Ho anche la chitarra classica, dice Tom. Sopra ci ho disegnato una stella e ci ho scritto la frase Whatever it takes, ovvero: Qualsiasi cosa ci voglia. A qualunque costo. Costi quel che costi. Non ci sono santi. E una stella, sotto.

C’ero anch’io questo fine settimana al cinquantesimo anniversario del Newport Folk Festival. Con la chitarra classica. No, non ce l’ho una paglia. Pete Seeger ha fatto 90 anni a maggio e figurarsi se la smette di suonare il banjo: il Festival di Newport se l’è inventato lui, questa terra è la sua terra. La scherzosa mitologia degli accampamenti di boscaioli nel Rhode Island comprende singolari creature, alle quali, sicuramente, nessuno ha mai creduto. Una di queste creature è l’Axehandle Hound: ha la testa a forma di ascia, il corpo a forma di manico d’ascia, le zampe rattrappite, e si nutre esclusivamente di manici d’ascia. L’ascia di Pete Seeger dovrebbero metterla in un museo.

La storia è così: nel 1965 Bob Dylan va a suonare Paranoid alla festa della parrocchia, e le vecchiette della parrocchia iniziano a vomitarsi addosso la torta di mirtilli. Allora arriva un boscaiolo con in mano un’ascia. È Pete Seeger, gli piace suonare il banjo. Dopo le dieci di sera non vuole vedere in giro bottiglie di vetro. A mezzanotte e un minuto chiama gli sbirri. Ha in mano un’ascia. Sopra al ribaltabile del camion dell’uva Napoleone Straccione canta e non si capisce niente, c’è troppa chitarra: una volta ti vestivi carina e mi offrivi le paglie volentieri, e adesso come ti senti a essere a una pietra su cui non cresce la muffa? Sceriffo, faccia qualcosa. Non sono lo sceriffo, sono il boscaiolo (ho scritto una canzone su questa mia condizione, la vuoi sentire? Aspetta, accordo il banjo. Dov’è la E Street Band quando serve?). Taglia quel cavo, Pete. Taglia quel cavo. L’angioletto sulla spalla destra di Pete Seeger è l’unico angioletto della storia degli angioletti a dare consigli distruttivi: Taglia quel cavo, dice l’angioletto. Questa è la musica del Satanasso: non dare retta a quella specie di statuetta del Milan che hai sulla spalla sinistra. Non fidarti di un milanista, Pete. Non fidarti del rock n’ roll. Taglia quel cavo. Napoleone Straccione continua a dire che nella fattoria di Maggie non ci vuole lavorare più. Taglia, Pete, taglia. Stronc. (buio) L’ascia di Pete Seeger è un po’ il rasoio di Ockham. (buio) Il Festival di Newport è iniziato prima di Woodstock (1959 contro 1969) ed è finito dopo: il quarantennale di Woodstock è saltato perché non ci arrivavano con i soldi, e invece l’altro giorno a Newport il vecchio con il banjo è salito sul palco insieme a un sacco di ragazzini (i Decemberists, i Low Anthem, quel gruppo con J. Tilman alla batteria che non mi ricordo mai come si chiamano, Tom Morello e la sua stella, Sam Fagiolo e tua sorella) e li ha ammazzati tutti.

Metaforicamente, naturalmente: Pete Seeger suona il banjo, mica l’ascia. “Io lo so com’è andata quella volta dell’ascia – ha detto dal palco Colin Meloy, il cantante dei Decemberists – Non è vero che Pete era già un vecchio quarant’anni fa e voleva far tacere Bob Dylan. È che nel 1965 gli amplificatori andavano a legna: Peter il boscaiolo-pacifista-suonatore-di-banjo è andato a far legna per gli amplificatori, ed era talmente entusiasta per quello che stava succedendo sul camion di uva che l’ascia gli è scivolata, ed è finita sul cavo”. Sì, sì, è andata proprio così.

Per approfondire: http://simonerossi.wordpress.com/

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Charlie T. alle 1:18 del 12 settembre 2009 ha scritto:

Bis!!

complimenti Simone, scrivi benissimo, è stata una goduria leggere questa "roba"!