A Lamb @ Auditorium Parco della Musica, 29/11/2011

Lamb @ Auditorium Parco della Musica, 29/11/2011

Purezza attraverso la tecnologia, un manto di candore delicatamente posto sopra oleosi ingranaggi di macchine: una innocenza spesa a servizio di congegni elettronici. Un senso di eterna giovinezza pervade la musica dei Lamb e si accanisce spietato contro ogni onda del mare sonoro. Una strana percezione di comfort su gelide sedute: difficile descrivere l’insolito connubio fra freddezza strumentale e calore emotivo a cui l’arte dei Lamb induce. Di certo aiuta in questo peregrinare fra estremi, oggi come sempre, la suadente ed ammaliante voce di Louie Rhodes. I Lamb sono stati fermi da "Between Darkness and Wonder" (2003), prima di tornare insieme per il nuovo album "5", nel quale la loro ricerca musicale sembra placarsi un po' tornando su binari già percorsi in “What Sound” nel 2001, rendendo solo un po' più fluido il passaggio. Il concerto scorre, di brano in brano, con pochi momenti in cui il messaggio si fa più ombroso e misterioso: i Lamb non hanno le narcolettiche introspezioni dei Portishead, i mantra psichedelici dei Massive Attack, quel guizzo fulminante che come, fiammate improvvise, esce dai dischi e dai concerti di Tricky.

 

Per molti versi il duo di Manchester è molto più legato ad una elettronica (talvolta luminosa, talvolta oscura) da dancefloor: un dancefloor in cui in movimento non sono solo gambe e braccia, ma anche cervello, intelletto, occhi. Qualcosa di intangibile si cela fra le pieghe delle canzoni e i tanti campionamenti, anche se l'onnipresenza di basi preregistrate tolgono al contesto live un po' troppa veridicità. Andy Barlow, autentico Magister “electronico” in bilico fra sussultorie ritmiche, pulsazioni dub e break improvvisi, si atteggia spesso da primadonna, quasi più della Rhodes, abbandonando talvolta i suoi marchingegni per impegnarsi alle percussioni: ma con le bacchette in mano risulta piuttosto mediocre e diventa risibile il suo modo di ricercare il facile consenso del pubblico. In rapida sequenza si rincorrono, numerosi, i brani dal nuovo album (l’iniziale Another Language, The Butterfly Effect, Existential Itch, l’ispirata Wise Enough, Rounds, She Walks, l'intensa Strong The Root la notevole e robusta Build A Fire) e ovviamente una selezione di brani storici come God Bless, Little Things, Alien, Gabriel, What Sound, e Gorecki. È evidente che ancora oggi il pubblico “medio” (ri)conosce solo hit del calibro di Gabriel (usata oltre che per vari spot pubblicitari anche nel film “Tre Metri Sopra il Cielo”...sigh) e Gorecki, che dunque vengo accolte dal pubblico con vere ovazioni. Va detto che l’ultimo album non è stato affatto distribuito in Italia e dunque la scelta di aver attinto a piene mani, specialmente nella parte iniziale della performance, da tale lavoro non ha giovato ad un pieno coinvolgimento, nonostante la band continuasse a chiedere alla platea di alzarsi dalle comode poltrone per fare un po’ di casino sotto il palco. Purtroppo non trova posto nessuna delle perle di "Between Darkness and Wonder" e questo è un vero peccato. Il finale è veramente micidiale con l’inatteso ripescaggio di B-Line da “Fear of Fours” del 1999 e una mesmerica e disturbatissima Trans Fatty Acid dall’esordio omonimo del 1996.

 

Alla riuscita dell'esibizione ha sicuramente contribuito la perfetta acustica della Sala Sinopoli; tuttavia se i Lamb, specialmente in contesto live, si fossero trasformati in una vera band i loro brani avrebbero potuto giovare di una evoluzione in grado di dischiuderli ad una dimensione più sperimentale e meno “misurata”. Per fortuna almeno la presenza di Jon Thorne al contrabbasso elettrico ha dato maggiore spessore all’intera setlist. Degni di elogio i videomaker che hanno realizzato le proiezioni usate come sfondo per la musica, perfettamente sincronizzate con essa.

 

Come ha detto il mio amico Valerio: un concerto molto hop (anzi pop), appena un po’ trip nel finale. Non avendoli mai visti dal vivo prima, pensavo che i Lamb fossero una entità più “mitica”, inattaccabile: su un palco appaiono più umani e in quanto tali meno esenti da difetti. Accadde sulla Terra.

Per approfondire: http://lambofficial.com/

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