A Live - Adem+Tom Brosseau (Amburgo, 5 dicembre 2006)

Live - Adem+Tom Brosseau (Amburgo, 5 dicembre 2006)

Amburgo, pioggia, poco dopo le 9 e mezza di sera. E' già tardi, il concerto comincerà presto e con l’ansia di trovare ancora un posto davanti al palcoscenico ci affrettiamo a trovare la strada per lo Uebel& Gefahrlich (Male&Pericoloso), una specie di bar-club situato in un vecchio Bunker. E' una di quelle grigie costruzioni surreali e grottesche del Terzo Reich dove i nazisti si sono nascosti prima di spararsi un colpo in testa: ora ospita uffici e bar. La massa e la forma dell’edificio ricordano vagamente la stazione di Milano, o le storie di Dino Buzzati, un primo assaggio del senso d’irrealtà che ci aspetterà questa sera. Nel Bunker siamo subito prigioneri d‘un atmosfera irreale, quando entriamo nell’ascensore: porte blindate e un tizio con gli occhi da scrutatore. Insieme a noi tre altri visitatori, che si guardano intorno con occhi da conigli spaventati: veniamo condotti in alto. Il locale all'interno è ben diverso da quel che ci si potrebbe aspettare : design stiloso e alternativo, proiezioni sui muri come nelle fabbriche berlinesi trasformate in club da insider, musica indie, gente vestita in tentuta nera da esistenzialista, bariste troppo cool per essere emozionate per il gig della serata.

Il locale però non è mezzo vuoto, è deserto: davanti al palcoscenico non c'è anima viva. Problema magari dovuto alla quantità quasi londinese di concerti presenti la stessa sera nella città tedesca.Vediamo Adem uscire dal camerino varie volte guardandosi intorno incredulo mentre valuta mentalmente il numero dei presenti. Naturalmente nessuno lo considera, siamo ad Amburgo e gli amburghesi sono noti per la loro coolness: una caratteristica che emerge prepotentemente questa sera, la maggior parte dei presenti piazzata sui comodi divanetti, (sullo stile di quelli che avevano i nostri nonni in salotto), e non si muoveranno più per l’intera serata nè quande partirà l’opening act, nè dopo, cosa impensabile in Italia dove siamo abituati a sgomitare e azzanare pur di stare davanti al palco. Temevamo che questa mancanza di attenzione inducesse al suicidio il “sensibile cantautore”, ma quando vediamo Adem piazzarsi per primo davanti al palco per fare da pubblico al suo amico, tiriamo un respiro di sollievo e gli facciamo compagnia per riempire il vuoto insieme ad altri 5 coraggiosi. Non mancherà però l’atmosfera questa sera.Anzi, si rivelerà ben presto una di quelle serate magiche in cui può succedere di tutto e le regole non scritte del live vengono accantonate.

L’opening act è Tom Brosseau, cantautore del North Dakota. Personaggio favoloso, veste un golf verde gigante in cui sembra sparire. Pare un'apparizione angelica sul palco con il suo viso chiarissimo, quasi esangue, "un ninfo", se per caso esistono ninfe maschili. Ovviamente è il tipo di artista timido che preferisce chiudersi nella sua cameretta a cantare: a tratti sembra davvero che suoni per sè stesso quando sospira nel microfono: ma la sua voce incantevole, a tratti androgina, riempe l’intera sala. » un folk prebellico il suo, vicino al blues quanto al country, l’armonica ed una chitarra acustica ad accompagnare melodie semplici e complesse allo stesso tempo, richiama alla mente Buckley e Devendra Banhart. Ben presto ci conquista con la sua voce particolare, creando un'atmosfera di intimità e calore che sarebbe sembrata impossibile poco prima, date le circostanze. Di tanto in tanto per il divertimento del pubblico simula, un pò goffamente, qualche movimento alla Johnny Cash, puntanto la sua chitarra acustica nell'aria come un'arma. Quando abbassa la chitarra, dopo ogni canzone, sembra svegliarsi da un sogno, accenna un sorriso e ringrazia il pubblico timidamente. Alla fine annuncia l’ultima canzone e sparisce rapidamente nell' ignoto universo del camerino (rispunterà di lì a poco).

Grandi aspettative per Adem Ilhan. Anche lui cantautore folk (nonchè ex-bassista dal trio post-rock inglese Fridge), presenta il suo nuovo disco Love and other planets - concept album che fa acceno al legame tra cosmos e amore. La sua musica, circolare ed avvolgente, è stata creata con amore per il dettaglio. Adem e la sua band riescono nell'impresa di riprodurre queste sonorità anche sul palco, aggiungendo arrangiamenti, strumenti e dettagli nuovi. Alcune delle canzoni, acustiche e melancoliche, (alcune provenienti dall'album precedente Home Songs), vengono suonate velocizzate ed elettrificate, a creare per il concerto un'alternanza perfetta di tempi e atmosfere. All'inizio la sola chitarra acustica di Adem , poi la band al gran completo, ad accompagnarlo in un continuo scambio di ruoli e parti con batteria, basso, contrabbasso, violino, ed un sacco di giocattoli musicali e strumenti "trovati" che riportavano alla mente le migliori Cocorosie o un Pascal Comelade d'annata, creando un atmosfera incantevole e magica. Adem non si risparmia e il piacere di suonare per pochi intimi crea un’atmosfera speciale: la gente sorride, ondeggia sollevata dai mantra pop di Adem, si culla negli arrangiamenti fiabeschi, gli applausi scrosciano, alcuni temerari si lanciano in urla d'incitamento: sono solo un paio ma sembrano cento.

Terminato il concerto Adem concede il bis, ma si tratta di un bis un pò speciale: si siede sul bordo del palco con un ukulele in minatura e suona con un fil di voce, quasi a richiamare a sè anche gli amburghesi più snob, “God only knows” dei Beach Boys . Il pubblico, ormai conquistato, non vuole lasciarlo andare e impone l'ennesimo bis . “Di solito dobbiamo venire fuori soltanto una volta”, dice Adem sorpreso ma sorridente. L’atmosfera intima è riuscita ormai a sciogliere anche gli animi dei compassati amburghesi: dai divanetti nell’ombra, pian piano, si avvicinano al palco, o meglio, ai piedi del palco, dove Adem e gli altri membri del gruppo intonano una filostrocca pop di commiato a cappella.Sembriamo una classe del liceo in gira. Purtroppo poi la lezione finsice e Adem ringrazia diligente, invitando chi vuole a passare a fare due chiacchere con lui . Per questa performance riceve ancora un babbo natale di cioccolata da una zelante ragazza amburghese. Passiamo a congratularci per il concerto e gli chiediamo di scegliere la foto per l'articolo: il frutto della sua scelta potete vederlo qui a fianco.

Per approfondire: http://www.storiadellamusica.it

C Commenti

C'è un commento. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

ozzy(d) alle 14:03 del 15 giugno 2007 ha scritto:

i miei omaggi

dissertazione incantevole, complimenti! Dovrò tornare presto a fare un giro in nord europa, mi sa...