A Live Report - Santiago a Catania

Live Report - Santiago a Catania

Un insolito quanto sorprendente duetto quello dei Santiago, propostosi ieri sera nei piccoli quanto gremiti locali della Chiave in pieno centro catanese. Sotto il progetto si celano i nomi del siracusano Lorenzo Urciullo, già deus ex machina degli ottimi Albanopower e dei noisissimi – senza la o – Tempestine, nonché del recentissimo progetto solista Colapesce, e dell'altrettanto poliforme Alessandro Raina, milanese d'adozione ma apolide per vocazione, del quale è quasi impossibile star dietro agli innumerevoli e proliferanti progetti, dai Giardini di Mirò agli Amor Fou per arrivare al recentissimo progetto solista targato Casador, solo per citarne alcuni.

Una performance a due dai toni caldi ed intimisti a tratti, poi improvvisamente deflagrante in squarci elettrici ed epilettici, poi evocativamente noir, due voci complementari, sussurrate, introspettive, cantautorali. Canzoni come storie, narrate con eleganza ed ironia, tinteggiate con raffinato gusto letterario.Un connubio perfettamente in bilico tra sonorità della più attuale scena indierupoea (e oltre) e della miglior tradizione cantautorale del Belpaese.

Ed è proprio di questi esperimenti di cui oggi c'è bisogno in Italia, due universi per troppo tempo ritenutisi antagonisti e che avrebbero invece molto da comunicarsi e contagiarsi, misurandosi alla pari, senza canali di serie A o B, senza investimenti preconcetti di major poco lungimiranti, senza heavy rotation garantite al miglior offerente o dictat made in mtv coi suoi prodottini cotti, mangiati e vomitati.In esecuzione pezzi pescati dal repertorio dei due artisti, in particolare dai progetti solisti, riarrangiati per l'occasione in chiave elettroacustica con qualche guizzo di elettronica qui e là che non guasta mai.

Un omaggio tributato alle purtroppo estinte Organ con l'energica esecuzione di Brother ed echi costanti e neanche troppo lontani di Battisti e De Gregori, culminati poi nel gran finale di Anima latina, pezzo già notevole e notabile nella sua versione originale, reso felicemente attuale dalla rilettura dei nostri, da far venir voglia di cantare a squarciagola. Senza poi dimenticare il tributo a Leo Ferrè, la cui cover di Niente più è presente nell'appena sfornato ep di Colapesce.Orbendunque signori, il tour non è che agli inizi e si snoderà quasi capillarmente in lungo e in largo per lo stivale, non perdete la vostra tappa!

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