A Mapuche: introspezione e autopsia

Mapuche: introspezione e autopsia

Poichè il suo nuovo disco ("Autopsia") sì è incastrato nel lettore CD da un paio di mesi, abbiamo deciso di prenderci una pausa e fare due chiacchiere con l'autore: Enrico Lanza, in arte Mapuche.

1 - Come sei passato dall' "Uomo Nudo" all' "Autopsia"? Cosa ti spinge a portare avanti questa indagine introspettiva così profonda?

Fondamentalmente l'idea che il progetto Mapuche crede in una linearità riguardante il proprio immaginario o la propria poetica, penso che "Autopsia" sia un passo necessario , i due dischi sono accomunati dallo stesso intento ma hanno procedimenti diversi, in uno si prova ad operare su una “ferita” in superficie e nell'altro su una “ferita” interna

2 - I testi del nuovo disco mi sono sembrati meno immediati, spesso indirizzati ad una ipotetica seconda persona. Semplice espediente narrativo o un tentativo estremo di proteggere te stesso? A me sembra (ma io sono uno che tende a sbagliare) che non ci sia molto di biografico quanto piuttosto una buona dose di ironia.

Si, i testi del nuovo disco sono più elaborati rispetto a "L'uomo nudo", nel primo disco volevo premiare l'istinto, perciò ho ritenuto opportuno non stravolgere molto la forma e i testi originari delle canzoni, in questo sentivo opportuno dover trovare parole e temi più ricercati. L'ipotetica seconda persona, incarna, il più delle volte, le vesti di un alter ego, è una sorta di confessore, uno di cui si nutre estrema fiducia, l'unico in grado di comprendere o interpretare oscure sensazioni. Non sbagli, c'era poco di autobiografico già ne l'uomo nudo, qui ancora meno, sono storie che appartengono all'immaginaria “vita privata” di Mapuche, io ho solo lo sciagurato dovere di raccontarle.

3 - Come è cambiato il Mapuche compositore? L'impressione che ho avuto è che la produzione di Alessandro Fiori sia più essenziale di quella di Colapesce. E' stato un processo naturale o funzionale al tema di "Autopsia"? 

Diciamo che la scelta è stata molto ponderata, ma che le circostanze abbiano giocato un ruolo determinante. Ho ritenuto la sensibilità di Alessandro più adatta alla forma e alle tematiche di “Autopsia”, lui si è innamorato da subito dei brani e da subito ha iniziato a lavorarci, questo ha reso la scelta decisamente meno complicata.

4 - Quali sono i tuoi prossimi impegni? Ti piace suonare dal vivo?

Ho diversi progetti in ballo al momento, musicali e non, per quel che riguarda Mapuche, mi piacerebbe fare un altro disco, ma come ti dicevo prima preferisco procedere linearmente. Per far si che una canzone appartenga a Mapuche, si devono rispettare una certa poetica e un certo immaginario, oltre ad altri piccoli dettagli. Se ci sono queste condizioni, credo che lo sviluppo di un ulteriore disco possa diventare “naturale”. Mi piace suonare dal vivo, anche se spesso dipende dalle situazioni, comunque in linea di massima mi diverte suonare dal vivo.

5 - Sei un cantautore atipico nel panorama contemporaneo. Quali sono i cantautori che ti hanno ispirato? E quali sono quelli di oggi che ti piacciono? 

Non ho mai nascosto il mio assoluto rispetto verso Fausto Rossi, Claudio Lolli, Flavio Giurato, Federico Fiumani, Skiantos e Lindo Ferretti, molti continuano a paragonarmi a Rino Gaetano, lo apprezzo, però trovo immotivato il paragone, soprattutto dal punto di vista delle tematiche. Fra quelli di oggi che mi piacciono, oltre i citati Fiori e Colapesce, credo che siano meritevoli di attenzione Dino Fumaretto e Iosonouncane.

6 - Secondo te a cosa servono oggi i cantautori? Hanno ancora "voci potenti" come diceva (ironicamente) De Andrè? 

Credo purtroppo che non abbiano “voce” in capitolo, ai tempi di De Andrè, i cantautori riuscivano a influenzare l'opinione pubblica, spesso la frase di una canzone diventava lo slogan di un corteo o di una manifestazione, oggi la musica ha un ruolo decisamente più leggero, marginale, da contorno, pochi perdono tempo a leggere il testo di una canzone e spesso vengono ingannati con una facile e finta disamina generazionale. Però non è colpa dei cantautori, il declino è generale, oggi si pensa più che altro alla distrazione più in voga e ad alimentare il proprio ego sui social network.

7 - Dove vorresti portare la tua musica? E perché?

Non credo di sapere dove vorrei portare la mia musica, credo che probabilmente inconsciamente proverò ad assecondare il mio desiderio di fare dischi, ogni volta che sentirò di avere qualcosa da dire. Anche il perché mi è oscuro, ma non credo sia neanche importante, l'unica cosa che conta è esseri certi che il progetto proceda in maniera autentica

8 - Di la verità, come sei solito fare: come intervistatore faccio schifo al cazzo?

No, per niente, anzi, devo ammetterti che mi hai messo in seria difficoltà, it's true.

Per approfondire: https://open.spotify.com/user/1166723238/playlist/2kYQ19JBL2HTH07DT8ZWXQ

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