A Non Voglio Che Clara @ Teatro Comunale Belluno

Non Voglio Che Clara @ Teatro Comunale Belluno

Non Voglio Che Clara @ Teatro Comunale di Belluno, 24/02/2011

Belluno guarda l’Italia al rovescio. In discesa. Ma non scende mai. Dall’osteria dove ci fermiamo a bere un rosso è arroccata e chiusa, di nuovo stretta d’assedio dal gelo invernale. Alle sei e mezza le strade sono deserte: i giorni, qua, finiscono un po’ prima. I passi dei pochi pedoni rimbombano tra i portici. La gente scende con le scale mobili verso il parcheggio Lambioi, ai piedi della città. Alcuni si voltano a riguardare noi che saliamo. ‘Foresti’ che arrivano in città ad ora di cena?

Passando accanto al Teatro Comunale, in piazza, per rifugiarci nel caldo di un’altra osteria, sentiamo una musica, i colpi di una grancassa stranamente cattiva che riempie le strade acciottolate attorno al Liston. Sono i Non Voglio Che Clara (stranamente cattivi) alle prese col sound-check. Bellunesi a Belluno. Dopo un disco, “Dei Cani”, che li ha confermati al top della scena italiana. Dopo un tour che li ha portati a Milano, Roma, Torino, persino Eboli. Che se Cristo si è fermato lì, da qui di certo non è partito.

Il concerto è previsto per le nove, e qua sono puntuali. Tempo per un grappino veloce nel bar davanti al teatro: specchi alle pareti, tavoli di legno e fòrmica, un abat-jour da vedova sul bancone, una vecchia tivù, e in fondo una stanza (per la briscola?) con la luce spenta. Non un caffè anni ’60 ricostruito. Un caffè anni ‘60 e basta. Il Caffè Commercio. La signora ti riempie il bicchiere di una quantità di Prime Uve spropositata. Da bere, però, in fretta. Fuori, poi, non fa più così freddo.

I Clara a Belluno. Tornare a casa deve fare un certo effetto. Suonare di fronte ai compagni delle medie, ai parenti, alle ex, ai vicini, agli amici. Tutte le cose che dici, che fai, su quel palco, devono cambiare di valore, sfumarsi di sensazioni nuove. E poi il palco è un palco vero, «con le quinte su di un lato», che se non sai cosa dire puoi sempre sparire. De Min lo confessa: «Sono uno che parla poco durante i concerti, anzi, non parlo per niente. Ma mi hanno detto che qui era meglio dire qualcosa, vista la distanza tra palco e platea. Ecco, ho detto qualcosa senza dire un cazzo». Tranne un paio di grazie e un riferimento ai fatti libici prima de “Le Guerre”, il suo dire sarà tutto qui. Ma anche la platea del piccolo teatro in stile romano-fascista è silenziosa. I brevi vuoti tra i pezzi, finiti gli applausi, restano tali. Niente brusio da locale milanese in cui metà del pubblico è lì per parlare, uè figa, dei fatti suoi. Stasera solo Clara e Belluno: nient’altro.

Facciamo a tempo a sederci e il concerto parte (nove e venti) con degli estratti vocali preteschi. Contro l’omosessualità, la masturbazione, il sesso, con un collage stile Blob esilarante: comicità religiosa involontaria. Dei cani. De Min è al pianoforte a coda, sempre più piegato su di sé. Matteo Visigalli (basso), la new entry Igor de Paoli alla batteria e Marcello Batelli alla chitarra completano la line-up. Dà un notevole contributo Martino Cuman, in prestito dai Public, a tastiere e organo (ma suonerà anche chitarra e piano, durante interscambi strumentali piuttosto frequenti). Il quartetto d’archi entra solo al quinto pezzo, “L’Oriundo”, e fa la differenza: si sentono i brani sollevarsi, completarsi. Con il loro apporto e con quello di Cuman, i Non Voglio Che Clara trovano una dimensione live ideale, piena e sinfonica, che permette di ricreare tutto il potenziale anche dei pezzi vecchi, non solo dei più recenti (che a suo tempo erano stati arrangiati, a detta dello stesso De Min, in modo da facilitarne l’esecuzione live).

Il concerto è di un’intimità bellissima, anche nei momenti di caciara. “Tu, la Ragazza l’Ami” si sfoga in un interludio noise-cacofonico furioso, “La Stagione Buona” sfocia in un caos di effetti in cui resiste soltanto, alla fine, lo straziante violoncello campionato, e sbarella (come sempre) anche la coda di “Cary Grant”. E mentre i sostegni di synth in “Il Tuo Carattere e il Mio” e “Le Guerre” sporcano e graffiano, e rendono altrove riconoscibili i pezzi – meno in bianco e nero – dell’ultimo disco, l’orchestralità classical di brani come “Questo Lasciatelo Dire” e “Troppi Calcoli” incanta, e fa capire come il repertorio dei Clara non sia affatto monotematico.

Il confronto tra vecchio e nuovo mostra la maggiore ‘linearità’ di “Dei Cani”. Risaltano, quindi, i silenzi, i passaggi scontrosi, le introversioni del passato. “L’Ultima Occasione” è di Mina, ma sembra loro (e nell’errore ci è recentemente caduto un dj, confessa De Min). La prima strofa di “Ogni Giorno di Più” è cantata da De Min nel silenzio più assoluto: nemmeno una nota di piano. “Le Paure”, da “Hotel Tivoli”, è un abisso da brividi. “Gli Anni dell’Università” sembra già un classico («lo so, tu non hai niente che non va...», e via, tutto il teatro in un incanto). Anche gli episodi più brevi (il lato B ‘archeologico’ “Non Torneranno Più”, “L’Inconsolabile”, “Sottile”) riescono ad andare in profondità. E anche Belluno, alla fine, si scalda.

Fuori, però, il termometro dice -4. Non scontato trovare un posto dove bere l’ultimo, alle undici e mezza. Ma lo troviamo. Poi scendiamo verso il parcheggio Lambioi a piedi senza incontrare nessuno, e quindi precipitiamo verso la pianura, verso l’Italia che Belluno guarda al rovescio. E che per un po' vedremo così anche noi.

Un piccolo concerto miracoloso.

 

Il tuo carattere e il mio

La mareggiata del '66

Le paure

Gli anni dell'università

L'oriundo

L'ultima occasione

Questo lasciatelo dire

Non torneranno più

Le guerre

Tu, la ragazza l'ami?

Troppi calcoli

Ogni giorno di più

L'inconsolabile

La stagione buona

L'estate

L'amore al tempo del kerosene

Cary Grant

Sottile

Il dramma della gelosia

Porno

C Commenti

Ci sono 3 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

salvatore alle 12:40 del 26 febbraio 2011 ha scritto:

Ohi Fra' sai che i primi di aprile vengono a bari? Non vedo l'ora! Sono già entusiasta... Che peccato però che questi non se li fili (quasi) nessuno, né qui né altrove, eppure sono una delle migliori band italiane di sempre...

Bella la tracklist del concerto, spero la ripetano anche da me, anche se è vero che nella loro discografia non ci sono passi falsi, quindi dove pescano e pescano, io sto apposto.

Comunque sono sempre più convinto che l'ultimo "Dei cani" sia il loro album migliore e sia inoltre quasi perfetto. E il "quasi" l'avrei pure tolto se nel disco ci avessero messo "Tu la ragazza l'ami".

Comunque questo articolo è un ottimo antipasto per il mio concerto ad aprile.

Grazie

target, autore, alle 13:21 del 26 febbraio 2011 ha scritto:

Sì, ho visto che vengono anche a Bari, e ovviamente ho pensato a te E' vero che dovunque peschino dal loro repertorio c'è da essere contenti (e comunque al concerto hanno fatto 2/3 delle cose che hanno pubblicato: non poco!), certo che il giorno in cui suoneranno "L'avaro" sarò ancora più contento ... Ci farai sapere come va ad aprile! E speriamo che intanto ai Clara venga il ghiribizzo di far uscire i pezzi scartati dai Cani in un bell'ep...

salvatore alle 20:33 del 17 aprile 2011 ha scritto:

E così dopo che è saltato il concerto di Joan la poliziotta a Bari hanno deciso di far saltare anche questo. A questo punto posso sperare solo in Albano. Ci scherzo sopra, ma sono veramente incazzatissimo!!!!