A Pains of being pure at heart - Vivian girls- Report live

Pains of being pure at heart - Vivian girls- Report live

Marina di Ravenna, 31-05-09

L’Hana Bi, bel locale sulla spiaggia di Marina di Ravenna, anche questa estate, può vantare un programma live invidiabile, anzi probabilmente unico in Italia nel suo genere: solo quest’anno ha richiamato nomi di punta della scena indie (e non solo) come Sara Lov, Crystal stilts,The Veils, Akron Family mentre sono in programma, solo per citare i più imminenti, esibizioni live di Zu, A hawk and a hacksaw, Morlocks, M83, Pete and the pirates, Massimo volume.

I concerti, tutti rigorosamente gratuiti, sono così quanto di meglio ci si possa aspettare da un piccolo locale sulla spiaggia, ormai una realtà consolidata  e non più un mero dislocamento estivo del Bronson.   Ne sono prova tangibile i concerti offerti da Pains of being pure at heart e dalle Vivian girls (entrambi di New York e con un solo disco all’attivo), di grande intensità e professionalità nonostante si trovassero di fronte a non più di un centinaio di indie kids. Al contrario delle aspettative partono i Pains of being pure at heart. Quel che ha stupito del loro show è stato sicuramente la loro capacità di rimanere fedeli anche dal vivo allo spirito adolescenziale che permea il loro disco d’esordio, pur proponendo un suono decisamente più ruvido, con linee vocali meno dolci e abbracciato da un compatto e muscoloso wall of sound fatto di riverberi e distorsioni di ogni tipo.

I Pains propongono in successione alcune gemme indie pop del loro esordio: Come Saturday, Young adult friction, Stay alive, Everything with you accendono la platea a dovere, ma dopo appena venticinque minuti scarsi lasciano il testimone alle Vivian girls, sotto le grida del pubblico che chiede loro inutilmente “one last song”. Poi, arresisi, applaudono comunque i ragazzi il cui unico neo è stato in effetti proprio quella della lunghezza, veramente modesta. Ma ormai pochi ci pensano ancora, tutti gli occhi sono puntati sulle vivian girls, appena salite sul palco. Le tre ragazze stanno ben venti minuti a provare a riprovare gli strumenti e a calibrare la voce nei microfoni con un’attenzione maniacale. Segno evidente che ci tengono a fare un bel concerto.

Nel frattempo penso fra me e me che  difficilmente tutto il casino che fanno provando lo possono ripetere durante il concerto. Ma vengo puntualmente smentito, dalla chitarrista prima, che chiede al tecnico del locale “More feedback”e poi dal concerto stesso: un ‘autentica bolgia di rumori, riverberi, che sporcano le loro consuete canzoncine punk-pop suonate alla velocità della luce, in pieno stile Ramones. Le tre ragazze consolidano in quarantacinque minuti, senza praticamente alcuna pausa, una dozzina abbondante di canzoni e si concedono anche due mini suite strumentali, in una della quali le tre si scambiano i posti agli strumenti in maniera funambolica riuscendo a dare continuità al suono. Una vera forza della natura.

Alcuni mi hanno detto che a Milano non hanno suonato un gran che bene. Può darsi, ma per quanto riguarda questo concerto garantisco che difficilmente ci si poteva aspettare  di meglio.

Apprezzabile poi, al termine del concerto, che i componenti dei due gruppi siano rimasti là, fra il pubblico, a scambiare due parole con qualche ragazzo.

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

Ivor the engine driver alle 10:12 del 5 giugno 2009 ha scritto:

non hai citato l'unico concerto evento dell'estate all'hana-bi, Gories+Oblivians

otherdaysothereyes, autore, alle 22:10 del 11 giugno 2009 ha scritto:

RE:

Evviva l'oggettività