A Patti Smith - Teatro Regio, Parma 4/5/2017

Patti Smith - Teatro Regio, Parma 4/5/2017

La prima data del nuovo tour italiano vede Patti Smith non solo esibirsi in uno dei nostri teatri più ricchi di storia (sulle sue assi sono passati artisti quali Arturo Toscanini e Giuseppe Verdi), ma anche avere l’onore di una tre giorni che la città di Parma ha dedicato alla poetessa, scrittrice, cantante e dai ieri anche dottoressa in Lettere Classiche e Moderne. Consapevole dell’onore riservatole, e per questo grata alla Città di Parma ed al pubblico italiano che la segue da sempre, ha preparato un tour appositamente per il nostro paese, chiamato Grateful.

Il concerto si apre con un brano d’atmosfera, Wing, accolto con attenzione dal pubblico, a cui segue Ghost Dance, un brano tratto da Easter, scritto con Lenny Kaye, che con la seguente Redondo Beach (tratto dal capolavoro Horses) realizza un uno / due che stende al tappeto ogni buon fan della Smith. Lei, come sempre molto affabile, racconta della giornata precedente, della cerimonia della Laurea ad Honorem, apre la giacca e mostra con compiacimento la maglietta dell’Università di Parma, si dice davvero molto grata per questo importante riconoscimento avuto dall’Università (“Sono fiera della laurea honoris causa, mi ripaga della frustrazione di non aver potuto proseguire gli studi. Non c'erano soldi in casa"), e dedica a tutto il pubblico italiano che la segue con amore il brano Grateful, che esegue da seduta, imbracciando la chitarra acustica.  

Presenta la band, una band davvero speciale (“il Grateful Tour è un piccolo segno di gratitudine verso l'Italia, per questo ho voluto coinvolgere anche i miei due figli sul palcoscenico; un modo per rinsaldare l'amicizia, un gesto simbolico per dire grazie”), che la vede accompagnata dai due figli Jackson alla chitarra elettrica e Jesse Paris al piano, oltre che dall’ormai storico bassista Tony Shanahan e dal batterista. Una formazione speciale dedicata al solo tour italiano, il cui titolo è appunto Grateful. Introduce così un altro grande classico del suo repertorio, Dancing Barefoot, che la vede scendere dal palco per avvicinarsi al pubblico. Primo vero highlight della serata. Alla fine del brano torna ancora sulla giornata precedente, si dice davvero orgogliosa del dottorato, elogia il coro e l’orchestra che hanno aperto la cerimonia, e non dimentica anche la giovane band che all’ingresso dell’Auditorium eseguiva Gloria.

Non dimentica i suoi amati poeti, ed esegue una My Blakean Year vibrante, dedicate a William Blake, una delle sue fonti di ispirazione, e Beneath the Southern Cross, che dedica ad Arthur Rimbaud, altro nume tutelare della sua poetica. La presenta come una piccola canzone, dedicata non solo a chi non c’è più, ma anche alla vita, e sprona il pubblico ad avere fiducia nel futuro: “You’re the future, and the future is now”. Un altro bellissimo ed emozionante momento arriva con la riproposizione di When Doves Cry di Prince, un’esecuzione davvero sentita,  a tratti quasi recitata, con un finale molto intenso. Un omaggio al grande genio di Minneapolis da poco scomparso.

 Divertita, cordiale, con quel suo sorriso che fa trasparire una genuina innocenza, passeggia per il proscenio avvicinandosi al pubblico e sorridendo alle prime file ed agli spettatori affacciati ai balconcini a ridosso del palco, mentre la band accorda gli strumenti per un’altra grande cover, questa volta dal repertorio di Bob Dylan: A Hard Rain's A-Gonna Fall. Eseguita in una bella versione acustica, e leggendo il testo, forse per non rischiare di dimenticarsi le parole, come accaduto a Stoccolma, presa dalla commozione, al momento di ritirare il Nobel per l’amico cantautore.

Invitando ad avere sempre fiducia nel futuro, anche in mezzo alle tante difficoltà della vita, a non dimenticare mai la gioia di essere vivi, e soprattutto a non smettere mai di lottare (“never give up the fight”), introduce una versione splendida, rabbiosa ed emozionante di Pissing in a River. Il concerto si chiude con una delle sue canzoni più amate, scritta partendo da un testo di Springsteen, Because the Night.

Chiamata a gran voce,  Patti Smith rientra sul palco per un unico bis: si avvicina al microfono, racconta di aver scritto questa canzone con il marito Fred Sonic Smith nel 1988, e di averla scritta per noi. Partono le note di People Have the Power, lei invita il pubblico ad alzarsi in piedi e avvicinarsi al palco, e con questo canto di speranza nel futuro si chiude il concerto, prima tappa italiana di questo piccolo tour dedicato alla nostra penisola: Grateful.

 

 

Set list:

 

1 Wing

2 Ghost Dance

3 Redondo Beach

4 Grateful

5 Dancing Barefoot

6 My Blakean Year

7 When Doves Cry (Prince cover)

8 Beneath the Southern Cross

9 A Hard Rain's A-Gonna Fall (Bob Dylan cover)

10 Pissing in a River

11 Because the Night

 

Encore:

12 People Have the Power

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