A Poesia, politica e passioni negli chansonniers francesi

Poesia, politica e passioni negli chansonniers francesi

Si può partire da Edith Giovanna Gassion, meglio conosciuta come Edith Piaf. Sta per uscire un film, in gara a Berlino. Nata nel 1915 su un marciapiede e morta nel 1963 di broncopolmonite, dopo una vita dedita all’alcool, sembra quasi lo snodo e il simbolo degli chansonniers francesi. Ritroviamo in lei la vita randagia e maledetta, che sa di bettole, camere a ore e strade con pioggia e foschia, amore, tristi o realizzati. Echi poetici e infatti tra i suoi autori c’è anche Prevert. E Parigi, noire e maledetta come la Parigi di Baudelaire e degli altri, che se avesse musicato i propri versi, magari sarebbero stati anche loro degli chansonniers.

Si può partire da Edith Giovanna Gassion, meglio conosciuta come Edith Piaf e passare per Georges Moustaki, di cui fu compagna. Basterebbe la canzone più famosa, “Lo straniero”, cantata anche in italiano, per dare il senso di una dimensione boehemienne , vagabonda, randagia, anticonformista e libera, che ritroviamo negli chansonniers. Moustaki era greco e, a parte lo stretto rapporto tra la Francia e quegli stati, in particolare la Romania, si può pensare anche a Yves Montand, che recita nel film di Costa Gavras “Zeta, l’orgia del potere”, che parla del periodo che precedette la salita al potere dei Colonnelli. C’è negli chansonniers anche un elemento politico, di osservazione e di critica delle persone, della società e delle autorità, sempre espresso con lo stile poetico. Basti pensare a “Le gorille”, di Geoges Brassens, in cui una divertente situazione permette all’autore di descrivere l’atmosfera di luogo, per arrivare all’apice con l’attacco alla pena capitale, al tempo ancora in vigore.

Si può partire da Edith Giovanna Gassion, meglio conosciuta come Edith Piaf e gustarsi la bellezza delle sue canzoni o di quelle degli altri. Se non si trovano le cassette o i cd, a volte basta anche solo leggerle.

Si può partire da Edith Giovanna Gassion, meglio conosciuta come Edith Piaf e fare una breve cronologia degli chansonniers francesi. Classe 1915, vive in pieno il primo periodo, che risale al periodo tra le due guerre e quello immediatamente successivo e vede testi lirici, poetici, sostanzialmente amorosi, ambientati in quartieri malfamati. Oltre a lei, che era un’interprete (come lo fu Dalida, per alcuni versi assimilabile), troviamo autori come Cocteau, Prévert e Vian. Muore nel 1963, nel pieno della seconda ondata. Ci sono, Jacques Brel, Leo Ferré, Brassens, Yves Montand, Moustaki e altri, che non parlano solo dei quartieri malfamati, ma anche di politica e di religione.

Oggi, che esce il film, elogiato, su Edith Piaf, la tradizione degli chansonniers è ancora viva e anche la nostra bellissima Carla Bruni ha dato il proprio Contributo.

Per approfondire: http://www.storiadellamusica.it

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