A Siegfried - CEMENTOACCIAIO Live 01-03-2013

Siegfried - CEMENTOACCIAIO Live 01-03-2013

Si cresce, dopo un certo tempo si invecchia e ci si sposta verso grandi eventi o al contrario su raffinatissimi ed intimistici ascolti fatti di piccoli gesti e grande respiro. Fa tutto parte del gioco della vita, inutile darsi troppa pena ma talvolta l’occasione si fa forte e si ribalta la stretta ordinarieta’ degli anni. 

L’uscita del secondo album dei Siegfried e il concerto di presentazione, e’ un modo per cambiare questo stato di cose, una scusa per uscire dal proprio tempo e tuffarsi in una dimensione trascorsa ormai da molti anni ma non sufficienti ad opacizzarne il ricordo. 

La sala del concerto e’ intima, ognuno conosce qualcuno e quando la band iniziare a suonare, e’ ritrovare il senso profondo della musica come rito di appartenenza, gioia di esserci, sensazione inebriante dopo tanto tempo. 

Confronti, ecco la chiave di lettura di questa uscita discografica e dell’evento che ne e’ seguito. 

Emilianissimi i Siegfried, come me, come la produzione del CD, come le mura che hanno ospitato il concerto. Quest’Emilia "sazia e disperata, con o senza TV" come cantava Ferretti Lindo Giovanni, altro illustre concittadino di una terra un tempo felice, sospesa tra leggenda e verita’, anch’egli come noi tutti "figlio d’una terra di opposti… dove i drappi dell’ideologia son tetro sipario d’ogni apostasia" ed ecco come i Siegfried, le loro canzoni, i loro testi, la loro stessa presenza in luoghi dove ogni forma di pluralismo e’ da sempre osteggiata, divengono inevitabile ragione di confronti su diversi piani di lettura. 

Tornare quindi a parlare di anni ’80 nel ricordo come si diceva, di notti all’insegna della musica, quando l’Emilia era una piazza importante nel circuito musicale e con la forza di un volano trascinava band e ascoltatori ad uscire dalle cantine e farsi forti nei locali, nelle sale, nelle infinite sagre dedicate a non importa cosa. 

Da quegli anni esce la voce limpida ed evocatrice di Giovanni Leo Leonardi e la chitarra figlia della new wave mediterranea che dalla Firenze dell’IRA sino alla Spagna degli "Heroes del silencio", ha dato lustro ad un’epoca. 

Band poderosa i Siegfried, impeccabili sul freddo CD cosi’ come lo sono dal vivo nel mezzo dei guai tecnici che nulla tolgono alla performance ma anzi sottolineano il carattere. 

Suono non d’imitazione ma chiara scelta di stile che appartiene orgogliosamente ad una generazione, da sentir scorrere nei paralleli del tempo e della memoria laddove "ribolle il sangue" senza nostalgia ma con la forza del ricordo. 

Ricordi e suggestioni appunto, solidi nei testi fieri di padri illustri, Mishima, Conrad, Junger, Tolstoj tra i tanti, nomi cullati dalla storia che non viene raccontata, parallelo tra una cultura presunta ed istituzionalizzata contro il bisogno di sapere che diviene "una scelta pratica, un’esigenza estetica, una pretesa etica, ruvida e pragmatica". 

Ancora confronti tra una luogo reale e come viene raccontato, quella Rozzemilia in cui la gente e’ "cresciuta a pane e salame" tra "letture giuste e i discorsi in sezione", laddove "tutti sono onesti e tutti sono pari e tutti hanno le palle democratico-popolari", illusione di un sistema crollato sotto le macerie del terremoto o forse servirebbe dire che a crollare e’ stato il paravento di un sistema demolito da tempo, ancor prima di quel muro berlinese che ne tracciava l’illusione e mascherava l’orrore. 

Solo i Siegfried potevano raccontare questa semplice verita’, non certo i milionari ed accondiscendenti cantanti che lavano con gli spiccioli il sangue della menzogna, tra gli applausi del potere compiacente e dei sudditi festanti. 

Confronto tra cio’ che e’ e cio’ sembra, confronto tra una cultura fiera e libera e la monocolore ed informe apparenza e l’ultimo dei confronti e’ proprio tra il mondo negato e quello possibile, il desiderio di possedere altre parole, altre idee, altra filosofia che i Siegfried sanno offrire a chi vuole ascoltare e soprattutto capire. 

Produzione superba sotto ogni punto di vista, dal packaging all’ultimo dei suoni e se ancora ci si illude di trovarsi tra "la Via Emilia e il west", la musica la conosciamo fin troppo bene ma se questa Via Emilia la si dovesse percorrere verso Thule, allora i Siegfried sono la giusta colonna sonora.Siegfried su Facebook

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