A Storia del tormentone estivo: che dio ce ne scampi e liberi (ma anche no)

Storia del tormentone estivo: che dio ce ne scampi e liberi (ma anche no)

Si avvicina l'estate, anzi siamo già in estate, e puntuale come le tasse sta per materializzarsi il mio nemico numero uno: il tormentone.

Il che dovrebbe essere una cosa fighissima, se non fosse che sono 16 anni esatti che questo foruncolo rovina o tenta di rovinare le mie vacanze, o meglio la mia pennichella in spiaggia, con tanto di sedia da vecchio e di improbabili occhiali da sole sempre più grandi del necessario. Il tema merita un piccolo approfondimento.

Durante l'inverno, noi cultori della musica ed il resto del mondo (il "mainstream") riusciamo ad ignorarci senza troppi problemi: è sufficiente evitare di sintonizzarsi su certi canali televisivi e turarsi le orecchie, ogni tanto, mentre si è al volante, per conservare la propria purezza, e dedicarsi alla musica che si ama (non è snobismo, è amore).

Ma l'estate l'impresa diventa proibitiva: perchè c'è il tormentone.

Si insinua ovunque, ti segue, si materializza nei posti più improbabili, in altre parole evitarlo è impossibile, a meno che si decida di recludersi in qualche convento. Tocca affrontarlo, farci i conti; ricollegarlo agli avvenimenti ed ai fatti salienti dell'estate, belli o brutti che siano, è un destino cui è molto difficile sottrarsi.

Il mio rapporto con il tormentone, in realtà, non è così negativo: si divide fra odio (preponderante, ok) ed amore.

Per la verità, l'amore è sbocciato solo quando ho portato a casa una qualche sporadica conquista mentre il pezzo dell'anno risuonava dalla radio in spiaggia, o magari mi assordava su qualche pista da ballo. Siccome questo tipo di estati a) sono pochissime e b) sono archiviate da quando indosso un anello d'oro raffinatissimo ed ho srotolato sul tavolo il progetto di ristrutturazione di quella cosa che dovrebbe essere la mia casa coniugale (oddio, è successo davvero, è la fine!), capirete perchè la fase odio sia molto più interessante e vasta, laddove la fase "summer of love" nasce e muore con qualche struggente ballata euro-dance che suona tanto baleari, cocktail di cui orgogliosamente non ricordo il nome e ricordi ampollosi. Stop.

La fase odio è giunta a maturazione nel 1996, dopo gli esami di terza media. Tutto prese vita grazie o sarebbe meglio dire per colpa di un essere abominevole ed urticante chiamato "Macarena". Nel mese di Agosto dovevo raggiungere mio cugino per festeggiare il suo compleanno, avevo 13 anni, fui puntato da una ragazzina di quelle toste che decise di lasciarmi ancor prima di avermi preso quando mi vide ballare la Macarena, quindi il mio odio è tutt'altro che immotivato.

A dir la verità, dal 1996 detesto tutti i balli latino-americani e tutti i ballerini di latino-americano e tutte le scuole di latino-americano, e non provate a darmi torto: quei gesti assurdi che io non sarò mai in grado di replicare con grazia mi hanno già tolto la sedia sotto le chiappe, ed io non ho più intenzione di concedere loro una sola possibilità. Negli anni immediatamente successivi, sono arrivati ad infestare le mie corse mattutine sulla spiaggia personaggi di dubbio gusto come le Spice Girls o i degni compari Backstreet Boys.

Nel 1997 avrei dovuto dedicarmi allo studio della matematica, materia in cui da sempre eccellevo in schifezza, ma putroppo la colonna sonora imperituramente trasmessa da ogni stazione radio (sì, era così), che alternava con precisione chirurgica "Quit Playing Games (with my heart)" e "Two Becomes One", mi impedì di compiere il passo definitivo verso gli abissi della scienza, e quindi l'odio – in questo caso – si combina con una qualche forma di gratitudine.

Nel 1999 Cristina Aguilera spopolava con la sua "Genie in a Bottle", e conoscere il testo mi aiutò ad approcciare una simpatica quindicenne alla festa dell'oratorio (l'amico più sveglio me la portò via in breve tempo, non temete), quindi non provo troppo disprezzo per la bionda platinata e la sua voce souleggiante. Il pezzo reggeva bene, il ritornello funzionava e la produzione era notevole: pop commercialissimo finché si vuole, ma quando sa regalarti un sorriso ed un po' di groove può andare bene ugualmete.

Nel 2000 "Vamos a Bailar" – di Paola e Chiara - mi consentì di misurarmi con un sentimento che sino ad allora ero riuscito a schivare, ovvero l'odio più autentico; l'unica cosa che ricordo di quell'estate è il gol ai tempi supplementari di Trezeguet. Anzi, ricordo anche di una simpatica tedesca eloquentemente soprannominata "la baffa" (ma il resto era tutto a posto, ok?). Naturalmente, dato che ero più imbranato di un dodicenne sordomuto non le dissi mai nulla, e lei – ancora ricordo il suo sorriso decorato da un apparecchio – fece altrettanto. Finché decisi di scriverle, quando gli ombrelloni erano ben riposti a prendere polvere: mi rispose che oramai era troppo tardi. Ci restai così male che passai tutto il mese di Ottobre a leggere gli "Inni alla Notte" di Novalis, e a maledire con forza e risentimento il tormentone; che poi, musicalmente, era un orrendo dance-pop che non ti invitava neppure a tenere il tempo con i piedi, il nulla travestito da niente.

2001: l'estate con l'hit più insulsa dai tempi della Macarena (ma anche peggio), perchè tale Valeria Rossi (fortunatamente ha avuto la stessa longevità di una farfalla) pubblica "Sole Cuore Amore", ed il pezzo è ovunque, alla radio così come alla festa della maturità o alla piscina comunale; tanto che quando percorro a tutta velocità lo scivolo di gomma mi sembra di intravedere la tipa sul fondo, ed allora mi scappa un grido di gioia perchè spero di poterla colpire con i piedi, giusto per farle assaporare un po' del dolore fisico che mi sta infliggendo. Un incrocio fra pop di serie Z, canzone italiana tanto noiosa da rimpiangere Sanremo e testo raggelante: come si può anche solo fingere di non odiarla, la povera Valeria?

2002: devo rimangiarmi la parola, il peggio non fu il 2001 ma il 2002, perchè tre sorelle ispaniche si inventarono il pezzo più irritante di tutti i tempi. Chi non ricorda il ritornello di "Aserejè", o quel balletto antipatico? Il fatto che si trattasse di un non-sense era tutto sommato il minore dei problemi, perchè la canzone era fiacca, il ritmo monocorde, la melodia inesistente. Ecco, l'unica fortuna fu che, quell'estate, avevo altro per la testa, ed il pezzo ebbe comunque una sua utilità anche in sede di approccio (ma quanto l'avrei maledetta un paio d'anni più tardi!), il che mi ha consentito di rimuoverne – in parte – la bruttezza.

Allungo il passo sino al 2005, perché è l'anno in cui è uscito il tormentone più simpatico, quel "Vorrei cantare come Biagio Antonacci" che quantomeno ti strappa un sorriso, e poi ha l'enorme merito di prendere per i fondelli Biagio senza essere pesante né volgare, quindi pollice in alto e persino un po' di simpatia. Cristicchi non si è più ripetuto su questi standard ma pazienza, mi è bastatato che allietasse alcuni viaggi in auto e qualche caldo pomeriggio di noia.

La felicità non dura: nel 2009 "Poker Face" ha fatto a brandelli ogni cellula dei miei cosidetti, tanto che mi sono augurato più volte che Lady Gaga venisse rimpatriata fra quelli della sua specie per tutta la stagione. Niente da fare, dobbiamo sciropparcela ancora oggi, e forse "Poker Face" è il suo pezzo migliore: non fosse per l'overdose, potrei dire di aver ascoltato anche di peggio, il ritornello era anfetanimico ed a suo modo funzionava, l'importante era evitare il video-clip.

2010: Shakira canta "Waka-Waka" e la perdoni giusto perchè guardi la sua foto ed è Shakira, ma anche in quel caso il tormentone fu di parola e tormentò sul serio sino allo sfinimento, da Milano alla Calabria era un'aggressione continua, ed il pezzo talmente innocuo da avere la consistenza di un bicchiere d'acqua sporca.

2011: "Danza Kuduro" non merita nulla, neanche due righe di questo articolo, non ispira nulla.

Ora ci attende il 2012: siamo tutti in trepidazione e Studio Aperto ha già liberato i segugi alla ricerca della nuova hit destinata a scuotere la movida delle più belle località di villeggiatura. Io, da persona determinata ed ingenua, spero in qualche hit simpatica, in modo da non essere costretto a cambiare continuamente stazione radio. Questo articolo, allora, più che altro vuole essere d'auspicio per un'estate serena: perché la vacanza è il momento in cui siamo costretti ad incrociare le armi con "quella musica", ed allora tanto vale imbattersi in qualcosa di divertente.

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Giuseppe Ienopoli alle 8:21 del 13 agosto 2012 ha scritto:

... figurati che io assimilo i tormentoni estivi ai fattori che hanno modificato in maniera irreversibile il clima del pianeta, per cui non esistono più le stagioni di mezzo ... etcetera ... ma solo l'estate tormentata e l'inverno per dimenticare! ... però con il tormentone latino americano il gluteo femminile ci guadagna a vista d'occhio a compensazione dell'orecchio in sofferenza!!?? ...