A The art of improvisers: intervista ai Performart

The art of improvisers: intervista ai Performart

A volte la musica è questione di immagini, di sensazioni che si insinuano sotto pelle e ti lasciano sognare ad occhi aperti. Altre volte sono suggestioni, richiami, echi lontani, ricordi ormai sommersi che tornano a galla, oppure semplicemente la pura e semplice espressione dell'essere uomo: immanente, subitaneo, ma anche evanescente, sfuggente, inclassificabile. Tutti, nessuno escluso, siamo alla ricerca di un senso dello stare al mondo, beh, la musica, l'arte creativa, quel trasformare nonché trasfigurare un semplice gesto, come quello di suonare, in qualcosa di astratto, sublime, eppure palpabile, tangibile è davvero ancora un mistero, che diventa mirabile proprio perché da senso al nostro essere uomini, fallibili, mortali, perché grazie ad essa, tramite essa e per essa che riusciamo a trascendere la nostra condizione e divenire immortali, indimenticabili. E' da tanto che rincorro, mi lascio sorprendere, mi incanto con questa arte sopraffina chiamata musica ed ogni volta è bello stupirsi e scoprire qualcosa di nuovo, di inaudito, specie se appartiene ad una delle musiche più amate ed ancor meglio dalla nostra amata penisola italiana. I Performart, ovvero Claudio Nicola (Basso, contrabbasso, loop e percussioni) ed Andrea Guariso (Chitarre, loop e percussioni) sono due musicisti straordinari, eclettici ed innovativi, che con la loro fantastica opera prima The Art of Falling in and out the Circle of Time danno nuovo senso e linfa all'arte di improvvisare, di sperimentare, di giocare con i generi più disparati, riconsegnando un suono riconoscibile, originale, innovativo ma allo stesso tempo "tradizionale" restituendo all'ascoltatore una dimensione libera, aerea, all'apparenza complessa, avventurosa, ma più semplice di quanto si pensi, almeno dal punto di vista del messaggio che vuole infondere: libertà di ascolto, libertà di improvvisazione e di dialogo.

Intervista

Come nasce Performart? Perchè Perfomart?

Claudio Nicola: Nasce dall'incontro mio e di Andrea durante della serate di improvvisazione in un piccolo club di Torino. In mezzo a mille musicisti l'unico con un ego proporzionato e una sensibilità superiore alla media era Andrea. Da lì la collaborazione. Il nome deriva dal concetto/aspirazione di creare delle performance artistiche

Andrea Guariso: Abbiamo pensato che unendo le forze e le nostre esperienze avremmo potuto suonare nel modo più "vero" possibile, indipendentemente da stili e generi, potendo superare anche i nostri limiti tecnici e artistici. Claudio ha insistito molto per questo progetto, e ha dovuto faticare un po’ per convincermi, questo perché io ero abituato a suonare con il batterista e lasciare tutto apparentemente aperto mi dava un senso di instabilità e incertezza notevole.

Si sta parlando del giugno 2008, dopo circa 6 anni di jam session creative settimanali in questo club.

Claudio Nicola: abbiamo scremato e valutato centinaia di musicisti

Quindi performance nel senso più ampio del termine, difatti ai vostri show è presente anche l'artista visivo LUCIANO GAGLIO, che crea con il supporto della vostra musica, lasciandosi influenzare da essa, poi a sua volta la musica fluisce liberamente, è così?

Andrea Guariso: Esattamente, pensiamo che confrontarci con le arti espressive più varie sia un'ottima strada per poter trovare la propria voce artistica. Con Luciano infatti è proprio andata cosi. Ci siamo conosciuti durante un concerto/seminario in un istituto d'arte di Torino a marzo del 2014 in concomitanza con l'uscita del nostro album e abbiamo subito pensato ad una collaborazione.

Claudio Nicola:  la libertà espressiva è determinante. A volte addirittura in questo "campo" ci sono musicisti creativi che si pongono dei limiti da soli, del tipo si improvvisa solo senza canoni. Ma che libertà è????

Difatti, una libertà monca, senza ragion d'essere. Quanto conta per voi l'improvvisazione? Quanto e come fa parte del vostro processo creativo?

Claudio Nicola: Arrivando dagli anni 70 sono fortunatamente cresciuto all'interno di un movimento creativo irripetibile, per cui l'improvvisazione è stata la mia prima forma di espressione. Negli anni ho appreso a mie spese che la conoscenza dello strumento e di tutti i linguaggi musicali aiutano tantissimo nella libera espressione, arricchendo il proprio bagaglio e permettendo l'esplorazione di infiniti mondi musicali. E non è affatto una questione di tecnica quanto di conoscenza

Andrea Guariso: L'improvvisazione è per noi l'unico elemento a cui ci riferiamo e su cui ci appoggiamo per poter creare i nostri brani, che come sai, sono sempre completamente improvvisati, sia in fase di registrazione sia durante i concerti o le performance. Questa è stata una scelta (consapevolezza) a cui siamo arrivati nel tempo e con fatica, non è stato per niente facile uscire dagli schemi che più o meno ci influenzavano nel creare nuova musica o semplicemente nell'improvvisare. Poco a poco, suonando molto insieme nel mio piccolo studio casalingo e riascoltando tutto molte volte, abbiamo modellato la nostra idea di improvvisazione cercando di focalizzare l'attenzione su quello che noi non avevamo ancora suonato ma che potenzialmente era possibile fare.

Claudio Guariso: Con Andrea ho incontrato una persona/amico/musicista che possiede al suo interno il più incredibilmente vario infinito caleidoscopio di mondi e linguaggi non solo musicali. Ed è soprattutto, come me, una persona meravigliosamente fragile e per questo vera

Andrea Guariso: Quando suoniamo non ci mettiamo mai d'accordo su nulla, ne’ tonalità ne’ stile o ritmo, semplicemente uno di noi inizia e il discorso automaticamente si apre davanti a noi.

Claudio Guariso: Come adesso (ride)

A tal proposito, ascoltando il vostro disco si scorgono, fanno capolino, spuntano, una miriade di generi e visioni: dal folk, al blues, passando per il rock psichedelico, il jazz elettrico dalle parti di Miles Davis e dei Weather Report, la musica cosmica tedesca degli anni '70, la musica elettronica, la musica concreta.. Quindi, domanda da un milione di dollari: chi sono gli artisti che più vi hanno influenzato? Come avete arginato tali influenze per creare qualcosa di proprio?

Claudio Nicola: Io amo tantissimi musicisti del passato e del presente e di diversissime estrazioni (alcuni in ordine casuale: Davis, Genesis, De Gregori, Luciano Berio, Led Zeppelin, Art Ensemble of Chicago e altri milioni). Sono talmente tanti che influenzandomi tutti un poco, non mi influenzano per niente, semplice, no? (ride)

Andrea Guariso: Le influenze per me sono veramente tante e di tutti i tipi, sono passato dai cantautori italiani come Fossati, De Andre, Baglioni e quasi tutti gli altri, alle melodie di Santana, a tutto il pop-rock degli anni 70-80. Dai Blues Brothers ai Dire Straits e U2. Poi il fulmine del jazz mi ha colpito in pieno, ho sentito Dizzy e Gil Evans in televisione e sono partito per questo viaggio. Da Duke Ellington agli Steps ahead, poi Miles Elettrico, Pat Metheny, John Scofield, Zawinul, Lew Soloff, Marsalis, Jim Hall, Mingus etc . Diciamo che nel mio percorso di studio non ho mai copiato un assolo, studiato si ma copiato no, proprio per svincolarmi il più possibile dalle sue influenze, diciamo tecniche, cercando di coglierne invece l'essenza espressiva e l'intenzione.

Claudio Nicola:  Giusto. Anche per me è stato essenziale non fare il piccolo fan di qualcuno, ma di tentare di creare sempre qualcosa di mio, anche se evidentemente di diverso livello tecnico e anche probabilmente poetico rispetto a grandi artisti, ma sempre solo mio, per cui irripetibile!

Andrea Guariso: Comunque un minimo di influenza è sempre presente, non è facile essere completamente liberi da schemi e strutture, diventa quindi molto complicato e rischioso prendere la strada dell'improvvisazione totale, cercando nel contempo di rendere fruibile la musica che stiamo suonando senza snaturare l'idea che istantaneamente e istintivamente ci viene da seguire.

Quindi - parafrasando il grandissimo maestro Giorgio Gaslini - la vostra musica può definirsi totale?

Claudio Nicola: si, penso di si. Musica totale o world music. O anche solo musica.....magari potremmo definirla musica reale

Andrea Guariso: Sì, musica reale mi piace. In realtà io e Claudio cerchiamo continuamente nuove possibilità espressive, appoggiandoci all'elettronica e ai fantastici strumenti ed effetti che oggi si trovano in giro, proprio perché vorremmo il più possibile creare un'onda sonora continua ed un continuo movimento dentro di essa, spostando il centro gravitazionale del brano e quindi l'interesse di chi ascolta, che sarà (o almeno vorremmo che fosse) continuamente sottoposto a cambiamenti percettivi e quindi potrebbe creare dentro di se’ nuove visioni sonore.

Ok, parliamo della vostra città, Torino: grande culla dell'arte cinematografica e non solo, città dalle mille magie, ma anche protagonista di una crisi industriale profonda (vedasi Fiat), dalla quale tenta con grande orgoglio di uscirne. Quanto è presente nella vostra musica? Quanto la vostra musica è presente in essa e con essa?

Claudio Nicola: Indubbiamente Torino ci ha formati come persone e come musicisti. Siamo entrambi figli degli innumerevoli incroci che l'emigrazione ha reso possibile. Ed è stata per me, in qualche modo, una piacevole ma rigorosa culla, nella quale ho avuto la fortuna di crescere e maturare affrontando momenti diversi ma emozionanti e controversi, assistendo anche alla nuova trasformazione della città e al declino momentaneo del grande fermento musicale che qui è sempre esistito.

Andrea Guariso: Il brano Astroferratura (storpiatura astrale del lastroferro) rappresenta proprio questo collegamento che tutti i torinesi si portano dentro. Il titolo e sottotitolo rappresentano proprio l'intenzione di modificare e cambiare una struttura piuttosto solida e statica con modalità più astratte: Torino industriale- Torino artistica.

Claudio Nicola: E' la città che ha di più di entrambe le situazioni (industria e arte) di qualsiasi altra città italiana...

Astroferratura, simultaneous trip: viaggi cinematici sull'astroferro, no?

Andrea Guariso: Sì, veri viaggi simultanei astroferrati.

Un'ultima domanda: cosa vi aspettate dalla vostra musica? Come pensate verrà recepita?

Claudio Nicola: Dalla nostra musica mi aspetto che riesca sempre a stupirmi e devo dire che fono ad ora è sempre stato così. Mi aspetto che venga recepita con curiosità, percependo la genuinità e la spontaneità del lavoro e dell'entusiasmo che mettiamo sempre in ogni nostra performance.

Andrea Guariso: La musica che suono con Claudio e grazie a Claudio, mi mette sempre nella condizione di essere il più possibile me stesso con tutti i pregi e difetti del caso, riascoltando il disco e le varie registrazioni mi trovo molto spesso a viaggiare e immaginare poi a elaborare e creare nuove possibilità espressive. E' veramente una bella esperienza. Credo che la nostra musica possa essere apprezzata e gustata dagli ascoltatori più svariati. Certo per alcuni potrebbe essere un po’ faticoso e ostico, ma con un po’ di impegno e distacco tutti potrebbero salire a fare un giro su questa navicella spaziale e magari riscoprire la loro capacità immaginativa.

Il sipario si abbassa, ma la musica decolla verso spazi infiniti. Viaggi simultanei astroferrati ascoltando RadioMiles.

 

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