A The Vaselines Live report- Spazio 211, Torino

The Vaselines Live report- Spazio 211, Torino

Penso che si debba ringraziare la Sub Pop se oggi possiamo avere l'occasione di andare a vedere i Vaselines, chi l'avrebbe mai detto? Neanche Cobain in persona era riuscito a far si che il pubblico “underground” e non solo, si accorgesse di questo fantastico gruppo.  Magari se Incisticide avrebbe avuto come stabilito dall'inizio il titolo di: Vaselines , Devo e Nirvana, magari qualcosa in più sarebbe successo, mah, chi lo sa? La storia è che sono scomparsi per ben dieci anni, ritornano e fanno uscire un disco come Sex with an X, spettacolare, pensavo che non sarebbe mai successo, credevo che non avrei mai potuto vedere i Vaselines, come tanti altri gruppi che aimè non potrò mai più vedere e che non penso minimamente di elencare ora.Comunque, fatto sta che come sempre arrivo in ritardo, il luogo è lo Spazio211 di Torino, che apre l'anno nei miglior dei modi, beh la gente non manca, chi si aspettava di più chi si aspettava di meno, ma la gente c'è e aspetta con ansia l'uscita della band, che in realtà non è ancora arrivata dalla cena, allora via al bancone, la grappa non c'è, quindi si va di whisky e sigaretta. Eccoli salire sul palco, accompagnati da due membri dei Belle and Sebastien al basso e terza chitarra, che sono Bob Kildea e Stevie Jackson, più il batterista dei 1990s, Michael McGaughrin.

Il tempo sembra passato più per Eugene Kelly che per Frances McKee, ma lasciamo perdere queste cose da Novella2000, il concerto inizia è vengo spiazzato completante, uno dei nuovi pezzi fa da apripista, schiacciano sull'acceleratore da subito e da subito il pubblico italiano si fa riconoscere ad ogni domanda rispondono tutti con un bel “YEAHH”, è la prima volta che i Vaselines vengono in Italia (per lo meno a suonare), se verranno altre volte si faranno il callo dell'ignoranza Italica nei confronti delle lingue estere (aggiungo anche della propria).

Il concerto continua e a ogni canzone mi emoziono sempre di più, mi sento un po' come un ragazzino che si prepara per il suo primo appuntamento, ed ecco annunciare il prossimo pezzo, si tratta di Molly's Lips, ed io non posso che emozionarmi ulteriormente, anche se dal vivo sono molto più punk che dal disco, decisamente più sporchi e veloci, ma sempre tenendo quel velo soffice pop. A sentirli dal vivo non sembrano neanche loro, cioè sembrano loro ma dentro un garage mentre provano a suonare canzoni di gruppi powerpop dei metà ottanta.

Ed è l'ora di Jesus want me for a sunbeam, grandissimo l'aiuto della terza chitarra da parte di Jackson che crea un incastro di chitarre perfetto, non posso che notare la somiglianza ai Television, soprattutto i pezzi nuovi centrifugato a tratti con certo garage psichedelico, anche qui Jackson fa la sua sporca figura nel riempire di gargarismi chitarristici. I due si guardano,sorridono e si emozionano anche loro nell'annunciare che la prossima canzone, a cui, dicono, ci sono molto affezionati, e anche noi visto che la canzone in questione è Son of a gun, suonata in una maniera che solo loro potrebbero fare, la voce di lei è come miele che cola dentro una tazza di tè rosso, invece lui più impostata su una grattugia anni 50, di quelle che fanno un casino assurdo. E' l'ora di un altro classico (per lo meno per me), Rory rides me raw, titolo geniale, ricorda qualcosa dei Velvet Underground, semi acustica e ripetitiva nei giri di chitarra e nelle liriche.

Whitechapel dal vivo è ancora più spagnoleggiante e ad un tratto sembra che faccia l'amore con i migliori Jefferson Airplain, quelli fatti di acido lisergico, ma attenzione partono senza preavviso ed è proprio Sex Sux (Amen), McGaughrin pesta le pelli come un forsennato, ed è goduto nel farlo, come se non aspettasse altro dall'inizio, idem Kelly sfoga una sorta di rabbia alla chitarra che non si era ancora vista per tutto il concerto, per lo meno non così. Ecco l'ultima , che non lascia speranza per un bis No Hope, appunto, che spacca l'aria, ormai densa, la distrugge con il suo noise pop sparato a mille, la canzone dura più del doppio della versione originale, da pelle d'oca!

Concerto finito tutti a casa.

Oops! No eccoli uscire nuovamente, quindi la speranza è veramente l'ultima a morire! (?) Ed ecco una versione di You think you're a man degna di nota, chiudo gli occhi e mi sembra di sentire i Devo, a questo punto rimango veramente senza parole, un concerto della madonna che viene chiuso con Dum Dum , singolo omonimo al loro primo album, cristo se mi ricordano Johnny Thunders and the heartbreakers, hanno un tiro punk settantaquattro newyorkese che non immaginavo e non immaginavo nemmeno il pogo sul finale, allora il pubblico non è morto!WOW!

Dopo dieci anni ritornano e diventano aggressivi, mettendoti alla prova. Nei loro dischi sono sporchi ma non così veloci, non così densi.

Voto 10!

 

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