A Urbano & Rurale - La dicotomia nell'opera di Neil Young

Urbano & Rurale - La dicotomia nell'opera di Neil Young

Troppo spesso mi capita di sentir dire che la grandezza, la statura, il prestigio di Neil Young, trovano fondamento nelle sue opere per così dire “elettriche” piuttosto che in quelle “acustiche”, che la sua genialità e la sua vera essenza compositiva abbiano espresso il meglio negli Album più rock come Tonight Is The Nigh t, Zuma, Rust Never Sleeps o Sleep With Angels, piuttosto che in altri. D’altro canto non concordo nemmeno con coloro che sostengono Neil Young come esclusivo cantore bucolico. Mi pare necessario sottolineare come entrambe queste chiavi di lettura siano integrali ed estreme, e offrano perciò uno sguardo riduttivo verso un’opera che è invece complessa e multiforme.

Neil Young è uno di quei grandi cantautori che hanno saputo sviluppare la propria musica in funzione dell’esperienza, dei propri stati d’animo, del proprio cammino, l’opera di Young non può mai essere compresa e vissuta se non come specchio dell’esistenza stessa dell’Autore. Album come il succitato Tonight Is The Night , On the Beach e Harvest, non avrebbero tale valore se non fossero direttamente riconducibili ai tormenti e alle traversie affrontate da Neil negli stessi anni in cui vennero composti. Quest’anima complessa ha una radice comune e molte fronde, non è dunque scomponibile in due gruppi perfettamente distinti, in due filoni, né dal punto di vista stilistico, tanto meno da quello tematico.

Semmai bisogna notare come l’opera Younghiana sia un unicum inscindibile, come il valore dell’animo cupo e angosciato risieda nel contrasto con i toni smorzati, le sfumature adoperate nel dipingere la campagna, la solitudine contemplativa e mai vuota. Le suggestioni di Thonight Is The Night o Sleep With Angels, sono uniche e irriproducibili proprio in virtù della complessa personalità che le ha date alla luce, l’opera viene trascesa nell’inseguimento di quell’anima inquieta; ecco cosa rende affascinante l’opera di Neil, la sua stessa personalità capace di spiazzare e svelare ogni volta un tratto d’animo prima in ombra, di passare dagli sgomenti interiori di On the Beach, all’amore cantato in modo semplice e sfacciato di Silver & Gold, dalle tematiche più acri della droga, della morte, della perdita a quelle del bel paesaggio frondoso, dell’infanzia incantata, dalle chitarre distorte ai suoni puliti di Comes a Time, da destra a sinistra, da urbano a rurale, da un esistenza ad un'altra.

Non a caso, gli album che mettono maggiore accordo tra i seguaci, così pure tra i detrattori, siano quelli in cui lo spirito duplice si manifesta in tutta la sua eterogeneità, portando alla luce la comune radice di frutti così disparati, si pensi tra i tanti ad After the Gold Rush , Harvest, Rust Never Sleeps, che conciliano in loro le timide suggestioni del loner, dell’uomo in disparte, perso in se stesso e le lunghe cavalcate elettriche, cariche di volta in volta di pathos e rabbia, grinta e tensione emotiva, di forza e smarrimento.

I dischi e le storie di Neil Young tracciano sentieri alla ricerca dell’Assoluto, dei principi primi, di valori che, per dirla con Rosseau, “attengono alla umana natura”, alla primigenia e libera semplicità”. Ecco allora perché quello spirito inquieto ci affascina sì tanto: ridà al nostro cuore asciutto, quella vena di sangue, quel senso di vera Libertà che si trova nella ricerca, nel dubbio, nel divenire. Neil cavalca a fondo il bisogno dell’Assoluto, che si trova nella massima naturalità, nell’assenza di sovrastrutture, nella sua semplice complessità di novello cavaliere impegnato in una battaglia contro i mulini a vento, che lo appaga, un po’ stoicamente, solo per il fatto di poter essere combattuta.

Per approfondire: http://www.storiadellamusica.it

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.