A (video) Intervista a Nicola Manzan - Bologna Violenta.

(video) Intervista a Nicola Manzan - Bologna Violenta.

n.b.: potete visualizzare la video-intervista integrale a QUESTO LINK.

Premetto che in questa intervista non tratteremo argomenti noiosi, del genere “cosa ne pensi dello scioglimento del Teatro degli Orrori” etc., però, a proposito di TdO, vorremmo sapere se il collegamento tra la voce di Francesco Valente e il “Mi Fai Schifo” che urla in quel pezzo è studiato oppure no…

N.M. Ma no, cioè si! Nel senso che nei dischi che ho fatto volevo mettere quello che era stata la mia vita sino a oggi, soprattutto gli ultimi anni di vita… quando faccio un disco voglio che sia un’istantanea di tutto quanto successo prima. Avevo queste registrazioni di Franz che strillava (siamo io e Franz in realtà): abbiamo passato un anno in tour a urlarci “mi fai schifo! Ti odio! Ti ammazzo!” e quindi mi sembrava simpatico metterlo nel disco, tanto più perché lui è un batterista molto bravo, e io l’ho fatto “cantare” nel mio disco, una cosa figa.

Peraltro ho letto che la sua voce è registrata all’interno di una cisterna.

N.M. Si, in una cisterna per l’acqua piovana del castello della fortezza di Civitella del Tronto, fu l’ultimo concerto del tour estivo con il TdO, dentro questa montagna c’era una cisterna e io ho registrato col telefonino… avevamo registrato anche dei rutti!

Però non sono finiti nel disco…

N.M. Magari nel prossimo ahahah!

Non vediamo l’ora allora! Senta invece… scusami, volevo dire senti,…

N.M. Mi dia pure del lei.

D’accordo mi scusi! Com’è andata invece con J.Randall?

N.M. Io non lo conosco di persona, però dev’essere un personaggio che si fuma dei gran bonghi tutto il giorno! Ha un negozio di tatuaggi e una ditta di skateboard, insieme a un gruppo (gli Agoraphobic Nosebleed) che è una figata… e ha un’etichetta, una web label, che è una figata anche quella, mette tutto in free download. Lui mi ha detto tipo “let me make some shit for your new album!” e io ho risposto “beh fammi una voce!”: non mi ha fatto proprio una voce, mi ha fatto delle clip che io ho poi messo sul pezzo, cercando di dargli un senso… Poi gli ho mandato anche un testo e lui mi ha risposto “poteva andar bene questo, ma non lo mettiamo!”. Personaggio molto estremo lui, proprio passione pura.

Ieri hai suonato all’interno di un contesto particolare, ci vuoi raccontare l’esperienza?

N.M. Ieri ero all’interno delle grotte di Castellana, provincia di Bari, concerto penso unico, ho fatto 40 minuti di live pensando che sarebbe stata la prima e l’ultima volta, questa non è una cosa così normale. Ero all’ingresso delle grotte, un ingresso profondo 60 metri all’interno della roccia, con le stalattiti e…

Un’acustica unica!

N.M. Ho preparato una scaletta apposita, ben dilatata, in modo da poter sfruttare qualche riverbero… la grotta ha diciotto secondi di riverbero, una cosa molto figa perché è molto lontano, quindi delle gran botte che poi riecheggiano in lontananza… è stato molto suggestivo, mi è dispiaciuto non averlo visto! Faceva molto freddo, pioveva, c’era questa cascata d’acqua dietro di me…

C’era il pubblico delle grandi occasioni, tipo giacca e cravatta, accorso ad assistere all’evento?

N.M. No, eran tutti col piumino e con le sciarpe perché faceva un freddo allucinante! Comunque un’esperienza veramente unica, spero che si ripeta da un lato, e spero dall’altro che non si ripeta mai più per restare tale: unica.

Bologna Violenta suona dal vivo con chitarra e violino su basi preregistrate: è tuo desiderio o prospettiva suonare in futuro la tua musica con una band vera e propria?

N.M. Eh mi piacerebbe, cazzo magari! Non è il momento giusto per farlo, perché la crisi, volenti o nolenti, è una cosa sentita da chi suona e da chi organizza i concerti. Stasera siamo a Ruffano, che è il punto più basso delle Puglia in cui sono arrivato a suonare, e secondo me è stato un concerto molto figo, mi sono proprio divertito… se ci fosse stato un altro musicista con me sarebbe stato tutto molto più difficile. In prospettiva, soprattutto questo disco mi piacerebbe sentirlo suonato da una band con orchestra e coro.

Forse la tua personale dimensione dal vivo in questo modo diventerebbe però meno “personale”.

N.M. Certo, mi piacerebbe fosse una cosa totalmente spersonalizzata! Io che faccio il direttore d’orchestra a ridosso del pubblico, intanto mi godo il concerto, tutti suonano bene… finito il concerto dico “tu hai suonato male!”, da bullo… Comunque per il momento, ripeto, non è possibile: stringo i denti e mi immagino un futuro migliore per tutti!

Trovo che i “titoli di coda e di testa” dei tuoi album siano terribilmente efficaci e funzionali alla causa: scrivi questi pezzi pensando in anticipo che andranno ad aprire e chiudere il disco? E, più in generale, nasce prima il titolo o prima il pezzo?

N.M. Il primo, l’ultimo pezzo e anche l’intermezzo sono pensati appositamente, anche nel precedente “Il Nuovissimo Mondo”, che ha una struttura simile. Riguardo a cosa nasca prima: dipende. Nel primo album, quello dei poliziotteschi, i titoli venivano prima dei pezzi… nell’ultimo è un mix… ad esempio Transexualismo si è chiamata sempre Transexualismo, mentre alcuni hanno un titolo ad effetto che viene fuori alla fine, Sangue in Bocca è uno di questi: sento sapore di sangue in bocca!

La tua città natale è Treviso, ci vivi tuttora da poco: quanto questo vissuto nel nordest italiano, spesso bersaglio di pregiudizi riguardo la qualità della vita (un paesaggio di centri commerciali, lande desolate, tralicci…), incide sul tuo suono e sulla tua “protesta”?

N.B. Da un lato tantissimo, io ho “rinnegato” le mie origini andando a vivere a Bologna: il nordest leghista per me è sempre stato nemico, è sempre stato un problema – tanto più che la mia compagna di vita, Nunzia (Tamburrano, ndr), viene dal Gargano – soprattutto per il fatto che comunque dal Veneto non si esce… proprio per forma mentis: non si esce, si fa fatica, specialmente se si è artisti. Si fa fatica ad imporsi, c’è solo il lavoro, le fabbriche, c’è la prima frontiera per l’est… quando sono andato via ho sempre rinnegato quel tipo di mentalità. Quanto questo si senta nella mia musica non lo so, secondo me si sente più quello che ho vissuto personalmente sulla mia pelle, al di là del luogo fisico. Bologna Violenta è nata a Bologna, perché è là che sono andato a vivere, sperando in qualcosa di migliore, e son stato male. Avrei dovuto quindi rinnegare in fretta anche Bologna, e invece ci ho fatto un disco. Adesso siamo tornati a Treviso per una questione di comodità, siamo a casa dei miei che è libera, mi sono fatto lo studio, un’etichetta con Nunzia (Dischi Bervisti), e lavoriamo da lì, un posto in cui non paghiamo un affitto drammatico come a Bologna, una città da quel punto di vista quasi invivibile… Stiamo bene. Però non abbiamo vita sociale, solo una casa, potremmo essere a Beirut, a Mosca, nei dintorni di New York, che nemmeno ce ne accorgeremmo! Di sicuro il rifiuto che ho portato dentro me lo porto ancora dentro, ci sono troppe cose che proprio non mi piacciono.

 Ho anche letto da qualche parte che tu non hai una tv in casa. Come riesci a rinunciare a una tale fonte di ispirazione?

N.M. Ahahah questa è una bella domanda! A dir la verità a casa abbiamo delle televisioni, però son spente. Una è nel salotto di casa, che però è chiuso, sigillato, ci saranno venti gradi di meno là dentro! A parte tutto, hai ragione, l’ispirazione è grande però è… un po’ troppo! Ho sempre l’impressione di perdere tempo a guardarla. Poi quando siamo in giro, in hotel o a casa di qualcuno che ci ospita, abbiamo sempre la televisione quindi zapping selvaggio… una volta a Schio, avessi avuto una carta di credito avrei potuto spendere tipo duecento euro di cazzate in televendite! Ho visto quella col tipo tedesco doppiato che vendeva una roba che tagliava qualsiasi cosa… ok hai ragione: è un’ispirazione!

Ok ultima domanda. Se un giorno, per assurdo, tuo figlio (ipotetico) ti chiedesse per la prima volta “Papà fammi sentire una tua canzone!”, tu cosa gli metti su?

N.M. Gli farei sentire “Le armi in fondo al mare” dall’ultimo disco, perché, anche se non si direbbe, è un pezzo ricco di contenuti: tutta la parte recitata in mezzo parla della pace nel mondo, è un pezzo tratto da Prokofiev: il concetto è che tutti i commerci nel mondo sono basati sul commercio delle armi, ma la pace vera si avrà solo quando tutte le armi finiranno in fondo al mare. Mi piace perché è un pezzo molto drammatico in cui c’è l’orchestra, c’è dell’”heavy metal” e c’è anche un messaggio di pace insieme: infatti mi sembra incredibile aver concepito un brano del genere…

Magari dovresti spiegarglielo però…

N.M. Ma magari lo picchio mentre glielo faccio sentire, così comprende ancora di più la sofferenza dell’uomo!

C Commenti

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target alle 22:56 del primo marzo 2012 ha scritto:

Wow, ma esiste una storiadellamusicaTV! Figo! Bravi Mengoli/Manzan! A questo punto, vista la vita barricata del mio concittadino, lo invito ufficialmente a bere uno spritz da Muscoli. Magari chiamiamo anche il Reverendo Federico dei Father Murphy. Insomma, con tutti questi musicisti pazzi furiosi che ci sono a Treviso è un peccato non metterli assieme di fronte a un raboso Ovviamente è un gran motivo di vanto. Bravi fioi.

Marco_Biasio alle 11:51 del 2 marzo 2012 ha scritto:

Belli voi, bella l'intervista scritta, bella l'intervista video, belle le domande, belle le risposte. Hats off

Cas alle 20:48 del 2 marzo 2012 ha scritto:

ottimo lavoro, davvero. bravissimo!

bargeld, autore, alle 13:22 del 3 marzo 2012 ha scritto:

Ammetto candidamente che il buon Manzan agevola non poco il "lavoro" dell'intervistatore. Decisamente un gran personaggio, che non conosce boria pur potendo tranquillamente permettersela. Ah, per dire, qui c'è una rapida "prova microfono" prima dell'intervista