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A Gogol Bordello

Gogol Bordello

Figli del melting pot newyorchese (tutti i membri sono originari dell\'Est Europa, ma residenti nella Grande Mela), i Gogol Bordello, ensamble di otto artisti guidati dal pittoresco Eugene Hütz, rappresentano al meglio il valore della contaminatio nella musica, al giorno d\'oggi. Con un parco strumenti dichiaratamente ispirato alle loro terre natie (violino, fisarmonica, percussioni varie) e un background musicale che pianta le radici nel movimento culturale settantasettino, la band dà vita al cosiddetto gypsy punk, commistione di musica etnica, ritmi in levare e quelle velocità, abrasività e semplicità esecutive proprie del punk, chiaramente avvertibili anche e soprattutto nei circensi e scatenati live.

Dopo i primi dischi, passati in verità un po\' in sordina (l\'esordio, "Voi-La Intruder", del 1999 e "East Infection" di cinque anni successivo), i Gogol Bordello fanno il colpaccio nel 2005, con il variopinto "Gypsy Punk: Underdog World Strike", riuscitissima foriera di pezzi straripanti, dinamici ed estremamente colorati, tra citazioni dei Clash ("Immigrant Punk"), strafottenza gitana ("Think Locally, Fuck Globally"), slogan da mandare a memoria ("Never Young") e persino un assortimento di bestemmie in un italiano balbettante, retaggio della convivenza di Hütz in Italia ("Santa Marinella"). Il collettivo ritorna nel 2007 con "Super Taranta!", dove alla ricetta originaria si aggiungono anche i suoni ed i ritmi delle danze popolari dell\'Italia meridionale: il risultato è discutibile, tra brani che sembrano puramente autocelebrativi ed altri, invece, coinvolgenti e scattanti come nella migliore tradizione.