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A Grandaddy

Grandaddy

Attivi dal 1992 al 2006, i Grandaddy, capitanati dal chitarrista e cantante Jason Lytle, hanno apportato un notevole contributo al rock elettronico tra la fine del vecchio millennio e l’inizio del nuovo.

Con una decina tra LP ed EP e una numerosa quantità di inediti e rarità raccolti in una manciata di compilation, la band di Modesto, California, ha saputo sintetizzare, meglio di chiunque altro, trent’anni di rock a stelle e strisce e non solo. Tenendo bene in mente il lirismo inquieto e la lucida follia contenuti nelle radici del pop psichedelico di Brian Wilson e del country-rock onirico e distorto di Neil Young, i Grandaddy hanno saputo miscelare con discreta bravura l’approccio lo-fi dei Pavement e le armonie oblique dei Flaming Lips e dei Mercury Rev con la ricercatezza melodica degli XTC e degli Abba e gli arrangiamenti elettronici che richiamano alla memoria Kraftwerk, Brian Eno e Alan Parson.

Migliori testimoni di questo percorso sono “Under The Western Freeway” (1997) e “The Sophtware Slump” (2000), che, più dei successivi “Sumday”(2003) e “Just Like The Fambly Cat” (2006), riescono ad esibire le originali capacità espressive della band. Degni di nota anche gli EP “Machines Are Not She” (1995) e “A Pretty Mess By This One Band” (1996).

Nel 2009 Jason Lytle ha dato alla luce un discreto LP (“Your Truly, The Commuter”), abbastanza vicino ai canoni della band madre.

Roberto Maniglio