V Video

R Recensione

9/10

Scott Walker

The Drift

The Drift”, la deriva… Una parete scura e granulata attraversata da una chiazza rossastra: vernice? ruggine? o sangue rappreso? Niente di rassicurante, comunque. Quando la 4AD pubblica l’ultimo album di Scott Walker sono trascorsi undici anni dal precedente “Tilt”. Già questo fu un’opera indecifrabile e, per molti aspetti, sconvolgente. “The Drift” riesce ad aggiornare gli esiti di quel capolavoro accentuando, se possibile, la sperimentazione e la ridondanza.

Quella di “The Drift” è una rappresentazione angosciante, paranoica e grottesca della contemporaneità, dove l’essere umano ha smarrito l’orientamento del proprio corpo e della propria psiche. Ma come siamo arrivati a questo punto? Come è stato possibile che un cantante pop, un teen-idol la cui carriera iniziò nella seconda metà degli anni cinquanta, abbia realizzato quarant’anni dopo un disco simile?

Certo, ripercorrere l’anomala carriera di Walker, iniziando dai Walker Brothers, proseguendo con i dischi numerati “Scott 1”, 2”, 3”, 4”, passando per l’interlocutorio “Climate Of Hunter”, arrivando all’incredibile “Tilt”, ci potrebbe aiutare a trovare una risposta. Infine, il documentario Scott Walker: 30th Century Man potrebbe condurci a risolvere questo vero e proprio enigma della musica contemporanea. Forse, ma come descrivere le dieci composizioni di “The Drift”?

I materiali che le compongono provengono da fonti molteplici. Dall’opera lirica (azione scenica cantata), dal neo-barocco (gusto per l’eccesso e la grandiosità), dal rock gotico (estetica del cupo e del dolore), dallo psicodramma (liberazione spontanea delle situazioni interiori), dal paesaggio sonoro (riproduzione elettroacustica di un ambiente), dalla geo-politica (relazione tra geografia umana e azione politica) e dal post-serialismo (orchestra intesa come blocco sonoro).

Nel suo complesso, la musica dell’ultimo Walker non assomiglia a quella di nessun altro compositore vivente. Un disco a cui è impossibile immaginare un seguito. Un’opera che costituisce un’evoluzione degenerata nella sua carriera, la fase terminale del suo stile. Un’opera d’arte, per la sua capacita di incenerire una notevole quantità di materiali simbolici e narrativi, e di farli risplendere in una originale, avvincente forma sensibile.

V Voti

Voto degli utenti: 8,4/10 in media su 16 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
loson 8/10
REBBY 6/10
Teo 9/10
gramsci 7,5/10
Lepo 9/10
Suicida 10/10

C Commenti

Ci sono 21 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

Marco_Biasio alle 15:14 del 8 gennaio 2010 ha scritto:

Un inferno. Per me, a tratti, inaffrontabile. Non ho mai ascoltato un disco più difficile di questo, almeno a livello di destrutturazione. Non voto.

simone coacci alle 16:22 del 8 gennaio 2010 ha scritto:

RE:

Si anch'io. Appena ascoltato pensai: "Ok, non è colpa di nessuno. Scott è diventato matto!". E da allora non mi sono concesso molte occasioni di rivedere questo giudizio.

loson (ha votato 8 questo disco) alle 15:15 del 8 gennaio 2010 ha scritto:

Già, un inferno vero e proprio.

Dr.Paul alle 17:18 del 8 gennaio 2010 ha scritto:

tra le piu grandi rotture di palle di sempre, insieme a trout mask replica, metal machine music e co.

Totalblamblam (ha votato 10 questo disco) alle 13:17 del 4 marzo 2014 ha scritto:

LOL sei troppo ancorato alla forma canzone ergo questo disco non fa per te! io lo trovo semplicemente divino ...se qusta roba è ostica di dificle ascolto allora LutosÅ‚awski non lo ascolteremmo mai. ( prendo il primo che mi viene in mente). questo è il Bowie che vorrei non le ciofechine wild beasts dal sound fichetto a la page . Non è un caso che outside vienga fuori da tilt. peccato che da questo non sia venuto fuori nulla neppure gli "scarti" di outside solo heat ma come diresti tu fuori tempo massimo ghghgh (però indicativo delle antenne del duca sempre dai gusti sopraffini)

Dr.Paul alle 14:54 del 4 marzo 2014 ha scritto:

eh ancorato alla forma canzone? io sono un fan di ornette coleman!!

Franz Bungaro alle 15:31 del 4 marzo 2014 ha scritto:

...bello questo botta e risposta in appena 4 anni di tempo......[tolgo il disturbo]

FrancescoB (ha votato 7,5 questo disco) alle 18:50 del 8 gennaio 2010 ha scritto:

Disco affascinante e complesso, molto difficile da comprendere e decifrare a fondo. Anche perchè non si tratta di un ascolto leggerissimo! Quindi nel mio caso giudizio sospeso, fino ai prossimi 10 riascolti come minimo

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 19:20 del 8 gennaio 2010 ha scritto:

L'ascolto filato è un mattone per elite avanguardistiche che, diciamo la verità,

un pop (eheh) se la tirano (ma stralol)

target alle 21:33 del 8 gennaio 2010 ha scritto:

Ormai i calembour di rebby stanno raggiungendo vette bartezzaghesche! Per quanto riguarda il disco, mi accodo a Simone: dopo due ascolti scioccati un paio di anni fa, non ci ho più riprovato.

sarah alle 12:16 del 10 gennaio 2010 ha scritto:

Giudizio sospeso anche per me, dovrei riascoltarlo eh eh

fabfabfab alle 19:55 del 13 gennaio 2010 ha scritto:

Un vero uomo manifesta i propri limiti. L'ho ascoltato un paio di volte ma sinceramente 'n c'ho capito 'n cazzo...

nebraska82 (ha votato 7,5 questo disco) alle 13:31 del primo novembre 2012 ha scritto:

ostico ma affascinante. e tra un mese esce il nuovo parto di scott....

Lepo (ha votato 9 questo disco) alle 21:31 del 3 marzo 2014 ha scritto:

Da ascoltare una volta ogni tanto. Esperienza ultraterrena. Infernale per la precisione.

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 22:25 del 3 marzo 2014 ha scritto:

Allora è come il centerbe, tutti ne parlano bene, ma nessuno lo beve quando lo offro. "Sai, si può bere una volta ogni tanto".

"Bevendo di questo prezioso smeraldo liquido ci mettiamo in comunicazione con la grande montagna, con tutto il massiccio di roccia nobile e di gelo splendente .... Una linfa veemente, mordente, di gagliardissimo aroma, che scatenerà la bufera, penetra in tormenta nel cuore... Di questo centerbe un alpino bevve una fiaschetta tutta d'un fiato, ruzzolo (con l'accento ghgh) a terra, rimase sbronzo due giorni e quando rinvenne uccise un mulo con un pugno" (cit. Paolo Monelli).

Io ne ho appena bevuti solo due bicchierini, ma già so che stanotte quando mi coricherò russerò come un tricheco e mia moglie, meno forti, mi piazzerà non so quante tozze eheh

Lepo (ha votato 9 questo disco) alle 10:38 del 4 marzo 2014 ha scritto:

Guarda io l'ho ascoltato tutto la notte scorsa e non c'è stato bisogno di alcun "intervento esterno" per non farmi chiudere occhio dunque non so quanto effettivamente giovi alla psiche questo siero! Ghghgh

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 16:28 del 4 marzo 2014 ha scritto:

Non credo giovi, ma da quel che dici mi sembra di capir che ieri notte tu sognassi (incubi) ad occhi aperti eheh

Lepo (ha votato 9 questo disco) alle 17:00 del 4 marzo 2014 ha scritto:

Come scritto: "disco da ascoltare una volta ogni tanto"... Mi chiedo se il buon Scott viva perennemente in simili stati d'animo. Alla sua età non fa mica bene

Totalblamblam (ha votato 10 questo disco) alle 14:57 del 5 marzo 2014 ha scritto:

beh e' soggettiva la cosa ghghgh dipende anche dalle esigenze personali da cosa uno sta cercando nella musica da cosa gli e' necessario e cosa non gli e' necessario. e' un fatto anche anagrafico.

Suicida (ha votato 10 questo disco) alle 15:59 del 5 marzo 2014 ha scritto:

Non bastano le stelline per votare questa "musica". Un Alban Berg dall' oltretomba.

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 21:45 del 5 marzo 2014 ha scritto:

Il sorcino dell'Ade: "poche stelle di carta, il tuo cielo ecco qua ed inventa te stesso e la musica mia e dimentichi il mondo con la sua follia..."