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Cris Et Chuchotements
Una compilation che prende il titolo da un film del maestro Bergman è già degna di attenzione. Se poi mettiamo sul piatto il fatto che raggruppa una folta rappresentanza della miglior scena avant-folk sperimentale mondiale, beh il rischio di considerarla una delle migliori dell’anno appena trascorso è grosso. Se infine ad aprirla c’è uno dei segreti meglio custoditi del panorama musicale italiano, ovvero Valerio Cosi, quel rischio diviene una certezza.
Primo parto di una minuscola etichetta francese, Cris Et Chuchotements, (Sussurri e Grida, per chi fosse digiuno dell’idioma franco, era il titolo italiano del film di Bergman), raggruppa fino al massimo della capienza del cd 14 gruppi o musicisti identificabili, chi più, chi meno, in ambiti neo o avant-folk sperimentale. La qualità è decisamente alta, sfiorando in alcuni casi l’eccellenza, e sin dal packaging si può comprendere la passione di una etichetta piccola ma agguerrita.
Ad aprire le danze è, come detto, il nostro Valerio Cosi col maestoso crescendo raga di Music For Flying Carpets; un pezzo che dimostra – soprattutto ai nostri ciechi connazionali – la statura internazionale e ultragenere del ventenne tarantino. A seguire scorrono alcuni dei campioni del sottobosco mondiale: dai sette minuti di devastante drone-folk messo in scena dai Black Forest/Black Sea a White Rainbow, il cui Prism Of Eternal Now su Kranky è stato acclamato un po’ ovunque, e che qui con Gentle Now Vapor: Ehha spazza via tutti i dubbi sulle sue capacità trance-inducing.
Il frastagliato folk-noise dell’accoppiata Alligator Crystal Moth (a.k.a. Brad Rose della Digitalis Industries) & Taiga Remains – che negli 8 minuti di Terra Amata Part I smuovono maremoti di suoni e rumori – ben si sposa con la sussurrata Plavaal di Enfer Boreal, moniker sotto il quale si nasconde Maxime Primault, padrone di casa e gran cerimoniere della compilation.
Insomma, una compilation che va ad indagare in tutti gli interstizi di un suono mai troppo abusato e sempre capace di liete sorprese e che ci fa sperare in nuove, future pubblicazioni da parte della Crier Dans Le Musées! Ottima, davvero.
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