R Recensione

9/10

Neptune

Gong Lake

Evitate di mettervi troppo comodi in poltrona perché l’impatto sonoro di Gang Lake è al quanto dirompente, di quelli che ti fanno drizzare le orecchie: abbiamo a che fare con un album abitato da un sound sfaccettato e difficile da raccontare senza cadere nella banalizzazione della ricerca a tutti i costi di riferimenti idonei per spiegare questa musica. Non basta imbottirsi la testa di avant-rock, noise-punk o post-industrial per rivelare la vera natura di questo disco dalle mille sfumature, bisogna ascoltarlo e basta.

Musica varia di uno stile e di un sound unico e di grande livello.

Se proprio pensate che sia necessario richiedere qualche nome per farsi un’idea allora potremmo pensare all’avant-rock dei This Heat o dei Foodsoon oppure al post-industrial rock dei Einsturzende Neubauten.

Questi inventive-noise rockers (Jason S. Stanford, voce e chitarra, Mark W. Pearson, chitarra, basso e synth e Daniel Boucher, batteria) di Boston, sono veramente abili a superare addirittura l’usuale setup strumentale (chitarra, basso e batteria): quasi tutti gli strumenti sono realizzati con scarti metallici e ferraglia varia, un terrificante arsenale home-made.

La traccia iniziale già ci introduce per quei pochi secondi a quello che Gong Lake ci riserverà nel seguito, materiale di una potenza deflagrante, un miscuglio di riff chitarristici immersi in scenari fatti di improvvisazione, frastuoni elettronici e industrial sound claustrofobici. I risultati sono al quanto alieni ma mischiati in modo naturale con familiari dinamiche rock.

Anche se il singolo Paris Green parte con una comune strimpellata di chitarra, si mischia rapidamente con squadrate sonorità synth di provenienza sconosciuta. Grey shallows racchiude un noice-rock sgretolato di percussioni triturate, corde metalliche sbilenche e sfilacciate su una voce recitata.

Purple sleep, avant-rock sinistro dei migliori This Heat, scorre con il suo riff marciante confluendo verso Yellow river un mood scuro e teatrale che rimbalzare su scenari fatti di effetti sonori di un toccante piano mutante, aprendo spazi di echi di synths per poi vomitare giù insistenti ritmi percussivi. Ma non mancano gli episodi più lineari e puramente wave come Blu glass, cercando di non rinunciare mai a quel l’uso attento di profonda sperimentazione, una destrutturazione di suoni tra tagli di synth e squarci di rifferama metalliche.

Le oscillazioni oscure della turbolenta Black Tide e la marcia marziale di Red Sea chiudono sfumando con Ebbing questa bella sorpresa d’inizio anno.

Geniali.

V Voti

Voto degli utenti: 6,7/10 in media su 9 voti.
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krikka 4/10
REBBY 6/10
rubens 6/10
Tizio 9/10

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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ooioo67 (ha votato 9 questo disco) alle 12:36 del 16 gennaio 2009 ha scritto:

Concerto dei NEPTUNE al Grottarossa Rimini

DA NON PERDERE!!! NEPTUNE LIVE!!!

Sabato 14 Marzo live al GROTTAROSSA

Via della Lontra, 40 Rimini

Tizio (ha votato 9 questo disco) alle 20:24 del 18 aprile 2010 ha scritto:

Geniali davvero. Splendida scoperta.