Divus
Divus
La collaborazione che ufficializza, nero su bianco, un rapporto di amicizia e collaborazione artistica cementato nel tempo è di quelle roboanti. Da una parte Luciano Lamanna, aka Lou Chano, guru della techno capitolina, attivissimo sia in singolo (a suo nome, solo questanno, sono usciti il 12 in vinile The Nihilist, per Scuderia, e il digitale Stato Brado, per Dancefloor Killers) che in decine di gruppi dalla diversa ragione sociale (tra i principali, Tekno Mobil Squad, Lunar Lodge e Der Noir): dallaltra Luca Mai, storico polmone di Zu e Mombu, componente di svariati side projects (gli Udus, i Black Engine di Eraldo Bernocchi, just to name a few) e guest onorario di pressoché ogni produzione estrema italiana. Divus è la sigla dietro cui si cela il loro esordio (30:53), un vinile di quattro tracce in edizione limitata per Boring Machines.
Metà della durata complessiva va ascritta alla lunga B, una vera e propria suite che si fa carico di sintetizzare al meglio gli umori e la direzione del progetto: strati di sommessi e gorgoglianti glitch dark ambient vengono inframmezzati da singoli, acuminati fraseggi di sax baritono, che mutano prima in tumultuosi barriti e poi, in coda, stirati e deformati in stridi e pigolii. Poco in comune con i background dappartenenza, dunque, come messo subito in chiaro dagli stessi musicisti anche se il groove sotterraneo e circolare di A2, sul quale Mai resuscita le evocazioni atarassiche di una Axion, rimane abbastanza esplicito. Divus è, piuttosto, il regno di un dosatissimo minimalismo noir (ridotto a puro scheletro in A3) che costeggia, senza necessariamente incrociarli, Dale Cooper Quartet & The Dictaphones, Bohren & Der Club Of Gore e Kilimanjaro Darkjazz Ensemble (il profilo frastagliato di A1, il movimento più fascinoso e stratificato, cattura da subito).
Lascolto è sicuramente gradevole e, almeno lo immaginiamo, perfetto per guide o riflessioni notturne in solitaria, ma è anche estremamente omogeneo, del tutto privo di picchi: motivo per cui torna difficile attribuire più di una sufficienza dufficio.
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