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R Recensione

8/10

Oxbow

The Narcotic Story

Atmosfere sinistre e rarefatte accompagnano l'ascolto di questo disco. “The Narcotic Story” abbraccia un lento bruciare di hard-noise, blues rock infernale che dalle viscere della terra sale sospeso in equilibrio tra un intimismo onirico e una dura e grezza aggressività dalla potenza misurata e calibrata.

The Narcotic Story” suona meno violento e con meno furia rispetto ai precedenti mostrando un anima più mesta e malinconica. Con questo album gli Oxbow di San Francisco celebrano i loro primi venti anni di attività in cui hanno confezionato album dal forte carattere hard rock, basti menzionare lo splendido album “Serenade Red”, tra blues e rock pestato (“Insane Asylum”, The Last Good Time”), e potenti sviolinate hard-noise (“Lucky”, Babydoll”).

Il protagonista incontrastato è sempre lui Mr. Eugene Robinson, il santone dalla faccia cattiva, gigante nero di due metri, palestrato, ricoperto di tatuaggi, noto per le sue performances live con tanto di stripping. La voce di Robinson è più armonizzata e meno primitiva e animalesca ma sempre inconfondibile: mugugna, urlacchia, ruggisce, respira profondamente, emette versi incomprensibili, balbetta, si contorce in preda a crisi di nervi, mastica parole, recita sermoni, il tutto congegnato e incastonato con cura in quei scenari sonori tempestosi e seduttivi pronti a raccontarci chiaro scuri di momenti felici con languida malinconia.

In questa nuova opera si innescano cascate d’archi e l’aria si fa più melodrammatica, si parte con l’intro dai toni fortemente ambientali tra intrecci di archi, e si va avanti ascoltando “Geometry Of Business” dall’impalcatura acustica, basso fuzz e crepitii di piano. “Time, Gentlemen, Time” è post rock tra labile quiete e l’affiorare di marcati e robusti accordi di chitarra e di strillate a squarciagola. “She’s Fine” è il momento più intimo ed emotivo del disco. Con “A Winner Every Time” e “Frank’s Frolic” si torna su frequenze del passato, tra fraseggi di voci, armonie di chitarre e vergate di duro rock. “Frankly Frank” è noise-blues torbido e sofferente, “Down A Stair Backward” un vistoso e classico hard rock, tra preghiere sussurrate in un solenne cerimoniale accompagnato da seducenti suoni d’archi. “It’s The Giving Not The Taking” sfuma labile nel lasciarsi dietro un ricordo di una storia narcotica iniettata di puro e sanguigno hard rock.

Attenzione! Materiale pregiato e pericoloso da maneggiare.

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Voto degli utenti: 7/10 in media su 4 voti.
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gasmor 6/10
REBBY 6/10

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