Current 93
Thunder Perfect Mind
Nel 1992 l'entourage di David Tibet realizza con la più conosciuta e celebrata delle sue denominazioni l'album "Thunder Perfect Mind", ennesimo capitolo nella discografia del progetto Current 93 destinato a diventare un'icona della sua lunga e complessa carriera.
Avvalendosi in primis della collaborazione del fido Stapleton, David Tibet è qui che depone definitivamente le armi della provocazione e del citazionismo esoterico più plateale per dedicarsi in toto alle ballad acustiche che già in lavori precedenti avevano cominciato a prendere corpo.
Dunque, un'opera sicuramente lontanissima dai mistici deliri d'esordio - quali "Nature Unveiled" e "Dogs Blood Rising" - germinata sul sentimento molto più intimistico e profetico di album come "Earth Covers Earth"; dove sono chitarre, violini, flauti, dulcimer e voci a dominare un'atmosfera rarefatta e malinconica.
Con un'impostazione vicina al folk, alla musica celtica, al cantautorato minimalista, Tibet e i suoi compagni d'arte sviluppano la forma-canzone della ballad concentrandosi molto più sulle liriche che non sugli arrangiamenti, lasciando che siano le linee melodiche a catturare l'attimo emotivo. Il che rende merito a un disco di cui i due terzi sono fatti di pezzi sospesi in un limbo nebbioso, a volte cristallino, con sfumature ora bucoliche, ora tragiche; e che solo verso la fine con la lunga nenia acustico-industriale di "Hitler As Kalkhi" accentua un risvolto nuovamente provocatorio e intriso di sperimentazioni.
"Thunder Perfect Mind" è l'apice della parabola del cosiddetto apocalyptic folk di cui i Current 93 dal 1988 in poi si erano fatti portabandiera e promotori (non senza una certa autoironia). I canoni della ballata così come era stata - inaspettatamente - proposta in dischi ancora tortuosi e sostanzialmente incerti come "Swastikas For Noddy", qui diventano precisi e si manifestano con una grande coerenza che rende l'ascolto intenso ed emozionale.
Le bellissime filastrocche e cantilene, che tuttavia di infantile non hanno nulla, si susseguono dall'incipit di "A Beginning" fino alla stupenda cover dei Sand "When The May Rain Comes", passando attraverso le suggestioni di "A Silence Song" e le struggenti visioni di "Riverdeadbank", cantata con magia da Rose McDowall.
Oltre, il dittico della titletrack che risolleva le antiche polveri sacrileghe tanto care a Tibet e quindi la sperimentazione disturbante della succitata "Hitler As Kalkhi", che suona nuovamente vicina a certe composizioni di qualche anno prima.
Un disco che lascia il segno anche in chi dei Current non ha cultura e in chi potrebbe storcere il naso davanti a "Nature Unveiled".
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