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R Recensione

6,5/10

GueRRRa

Soprusi

Tre personaggi sugli otto enumerati sono stati, in tempi recenti, al centro di pellicole direttamente o lateralmente loro dedicate. Attorno a Ipazia d’Alessandria, la filosofa neoplatonica vittima dell’integralismo cristiano post-editto di Costantino, Alejandro Amenábar ideò Agora (2009). Alan Turing è il geniale matematico che, durante gli anni più tumultuosi della Seconda guerra mondiale, riuscì a costruire una macchina, Enigma, per decrittare le comunicazioni segrete delle Potenze dell’Asse: a condannarlo al suicidio, anni dopo, fu l’umiliante trattamento ricevuto dalla corona inglese per la sua omosessualità (tutto mirabilmente raccontato nel toccante The Imitation Game, regia di Morten Tyldum, 2014). Il Nikola Tesla di David Bowie, infine, è uno dei volti chiave di The Prestige (2005), meraviglioso lungometraggio di Christopher Nolan sulla soggettività nella percezione di realtà ed inganno. Se non sapete chi è Giordano Bruno, avete grosse lacune cui porre rimedio. Filoteo Alberini (1867-1937) è unanimemente riconosciuto come il pioniere della cinematografia italiana e l’inventore del “kinetografo”, macchina appositamente adibita alla proiezione delle pizze di celluloide, cui solo la solita burocrazia italiana (sardonica rifrazione autobiografica?) impedì di registrare in tempo il brevetto. Pippa Bacca (1974-2008), giovane artista di performance art, venne tragicamente uccisa in Turchia, nel corso di un’esibizione itinerante. Max Stirner (1806-1856), filosofo di riferimento dell’anarco-individualismo (o, come amava dire lui, dell’“egoismo cosciente”), morì prematuramente, dimenticato da tutti: Maria Soledad Rosas fu la prima vittima di stato (indotta: per suicidio) contro i No Tav. E cosa dire della scimmia, se non che il nostro distaccarsi dalla specie sia stato il sopruso più sottile e velenoso di tutti gli altri?

Nove perdenti del loro tempo, fulgidi vincenti della storia. La lista di “Soprusi”, a ben vedere, sarebbe potuta essere un papiro, ma i GueRRRa, di tempo da perdere, non ne hanno (più). Impossibile dar loro torto: tre anni dall’esordio autoprodotto “Lampo” (passato, invero, un po’ in sordina), la perdita del batterista Lorenzo Nicolini, l’impetuoso rilancio nella ricchissima miscellanea “Fonderie Jazzcore” (2013) con una scoppiettante “SciMMMia”, l’uscita dalla formazione del basso di Francesco Frabollini. “Soprusi” è figlio di sfortuna e testardaggine, di caparbietà e pieghe negative: è figlio della chitarra polimorfica di Marco Stentella e del drum kit di Giulio Marconi. È figlio, infine, come il suo predecessore, di tutto lo scibile math rock possibile ed immaginabile (nelle timbriche, nelle ritmiche, negli spazi, negli interventi, nella conduzione…). Tuttavia, rispetto al recente passato, il duo si concede insistite deviazioni, copule secondarie. “Ipazia d’Alessandria” – pur insistendo, a ben vedere, sempre sullo stesso schema armonico, su cui aggiungere e sottrarre grappoli di note – è la fiera dell’eclettismo, con una sommessa apertura iniziale a promettere inesistenti paradisi post (emo) rock e una complessa tenzone strumentale (nervosa, saltabeccante, cerebrale) a catalizzare l’attenzione. “Filoteo Alberini” è un gomitolo di riff ed arpeggi modali in sfilata unica, una montagna di incastri imperfetti che fa girare la testa e rende impossibile la memorizzazione sequenziale. La versione bassless di “SciMMMia” (qui, più sobriamente, “La Scimmia”) punta tutto sulla bellezza e sulla varietà delle evoluzioni caballeriane di Stentella: azzardo vinto, anche se a tratti il vuoto ritmico si avverte e, come per i Black Flag di “Slip It In”, è opprimente.

Lampo” ci aveva convinto che i migliori GueRRRa fossero quelli sulla breve distanza. Non avevamo ancora ascoltato i brani lunghi di “Soprusi”, un valido antidoto al susseguirsi inarrestabile di signatures sbilenche e raffiche di legati (il disco è letteralmente permeato di cinquine, in quarti o ottavi, suonate a bpm differenti: “Nikola Tesla” è l’ossessione fatta musica, un esercizio invero un po’ sterile). “Alan Turing” è una jam kraut-noise, un ruvido raspare su sovraincisioni e field recordings tagliato su misura per la Thrill Jockey: le improvvise convulsioni elettriche, radenti math-core, sul narcolettico corpo clean di “Max Stirner” (un sapiente gioco che richiama alla memoria Polvo, Long Fin Killie, Bitch Magnet, Storm And Stress, The Union Of A Man And A Woman, tutti assieme e tutti rigorosamente in quest’ordine), si fanno carezza tremolante nell’epillio di “Maria Soledad Rosas” (lo sfregamento di altre corde, l’interpolazione di sax e loop à la Battles: ecco che i GueRRRa si fanno ensemble). Un medley a tratti eccezionale, sicuramente inatteso, una svolta solo vagamente accennata dalle ventate flamenco nel corrucciato math dell’immediatamente precedente “Pippa Bacca”.

Sventata la troppa monotonia, difetto capitale di “Lampo”, ai GueRRRa non rimarrà altro che lavorare su ulteriori dettagli. Un esempio su tutti: sarebbe bello se la batteria non fosse sempre costretta ad inseguire i pattern ritmici della chitarra (sempre inventiva, più ficcante rispetto a prima: molto positive le distorsioni) ma, piuttosto, andasse esplicitamente a cozzare contro di essi. È un traguardo impegnativo, senza dubbio, che richiede una maggiore coesione – qualche sbavatura, qui e lì, fa ancora arricciare, finanche sottilmente, il naso. “Soprusi” bilancia, nei pregi e nei difetti, il suo predecessore: serva da spunto per un terzo disco che amplifichi i primi e spiani, per quanto possibile, i secondi. 

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