Ronny Taylor
Karaoke
Unequazione è luguaglianza tra due espressioni contenenti una o più variabili, dette incognite. Definizione quantomai azzeccata per Karaoke, il nuovo disco dei Ronny Taylor, band italiana proveniente da Torino e specializzata in math rock. Sì, ok, lasciamo perdere queste etichette da vecchio trombone e parliamo del disco. Lo chiameremo pressapochismo strumentale, come amano dire questi quattro piemontesi: Mario Rossi (batteria), Zevi Bordovach (synth), Giuseppe Franco (chitarra) e Paolo Brondolo (basso). Dicevamo di questi baldi giovani e duna equazione Dopo un demo e un disco autoprodotto, hanno pubblicato questo lavoro che, a volerlo giudicare, si esce pazzi.
Si sente dire che nel corso dellevoluzione del math rock, si sia abbandonata negli ultimi anni lenfasi sulla difficoltà e sulla complessità, che davano al genere un che di professional(izzant)e. Nel caso dei Ronny Taylor non è così. Difatti nella prima espressione della nostra equazione inseriamo la passione che i quattro musicisti riservano ai rispettivi strumenti; nella seconda espressione avremo dunque Karaoke e una variabile che, più che unincognita, sarà una domanda vera e propria: perché? Perché un disco così eccentrico? Fatto sta che i brani si rincorrono lun laltro, e il disco sembra un unico interminabile trip nei cunicoli dellordine musicale. Pulizia dei suoni, perfetta sincronia negli inserimenti, struttura compositiva solida: nonostante tutto concorra a dare un senso di perfezione, in Karaoke troviamo una genuina confusione di generi e stili che bussano alla porta. A trovate funkeggianti si affiancano digressioni dannatamente prog, con improvvisi scadimenti nel punk e concessioni simil-dance in stile Foals.
La precisa organizzazione dei Ronny Taylor è encomiabile, e lidea di algebrica musicalità che pervade Karaoke è davvero esemplare. La cosa più sorprendente è che, come nel videoclip di Carlini, sembra che i quattro abbiano fatto tutto ciò senza il minimo sforzo, quasi annoiandosi. Questo vuol dire che siamo di fronte a dei professionisti. O a dei pazzi.
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