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R Recensione

7,5/10

Chat Noir

Elec3cities

Composto a distanza, con i tre musicisti collocati in tre diverse città, “Elec3cities”  ha preso la forma di  una sintesi compiuta delle molteplici personalità di Chat Noir, punto di arrivo di un  percorso che collega il  passato di classico trio  jazz ad una evoluzione nel segno dell’eclettismo fra diversi mondi sonori. Nelle otto composizioni originali di Michele Cavallari, Luca Fogagnolo e Giuliano Ferrari,  world, elettronica e post rock sono le coordinate dominanti, mentre il jazz si manifesta, più che nella forma, nella dinamica paritaria fra i tre protagonisti, impegnati a pianoforte, contrabbasso e batteria oltre che al governo di macchine ed effetti elettronici.

Ci sono ancora chiare influenze di gruppi scandinavi come l’Esbjorn Svensson Trio, una delle ispirazioni dichiarate dai tre, ma la sensazione è quella di un lavoro nato dal desiderio di sperimentare mescolando suggestioni ed ispirazioni personali accumulate nei dodici anni di “storia “ del gruppo.

Ad esempio, ibridando elementi etnici con sezioni cameristiche ( “Avant Buddha”)  o trasformandoli in catartici crescendo  post rock ( “Ninth”) , inseguendo l’orizzonte di una ballad pianistica giocata su piani melodici ad incastro in  “Chelsea high line”, o confezionando inquietanti miniature dai toni cinematografici  in “Pearls” . Oppure, come accade in “Our hearts have been bombed”, forse  l’apice dell’intero disco,  innestando sul cadenzato tappeto elettronico una fitta ragnatela dub sostenuta dall’agile basso di Fogagnolo. Starebbe bene su un ipotetico RareNoise best of 2014.  

Radio show” parte dissonante e sghemba per mettere in mostra un rotondo e ritmico riff basato sul piano eletrico ritmato  , mentre, al suo opposto, la conclusiva  “Aspekt” popola un mesto e riflessivo tema di una miriade di rumori, suoni e voci . Il modo con il quale evolve, per accumuli armonici,  la trama pianistica di  “Peaceful” è, infine, un omaggio dichiarato al compianto Esbjorn Svensson.

Chat Noir amano giocare con i climi e le atmosfere, quasi fossero sipari dietro i quali celare le componenti più immediate delle composioni: ed è un gioco stimolante anche l’ascolto, che deve essere pronto a svolte improvvise ed inaspettate.

 

E’il  piacere della scoperta e della sorpresa, di cui Elec3cities non è certo avaro, e che dal vivo, con l’aggiunta della componente improvvisazione, dovrebbe trovare ulteriore soddisfazione.

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Utente non più registrato alle 10:53 del 6 aprile 2014 ha scritto:

E' sempre un piacere...ma in effetti la somiglianza con gli E.S.T. appare evidente.

Segue link dall'ottimo Tuesday wonderland