R Recensione

5/10

Explosions In The Sky

All Of A Sudden I Miss Everyone

La curiosità era tanta per questo nuovo album degli Explosions in the Sky. All Of A Sudden I Miss Everyone arriva infatti dopo quattro anni di silenzio e soprattutto dopo una sequenza di album ottimi che hanno probabilmente il proprio vertice in The Earth Is Not A Dead, Cold Place : uno standard qualitativo elevatissimo, difficile da sostenere in eterno, unito all’esigenza di svecchiare certi canoni ormai classici ma un pò stagnanti del post rock.

E va detto subito: il disco si fa ascoltare e presenta una qualità generale più che discreta.

La strutturazione in sei pezzi è una semplice convenzione: siamo in realtà siamo di fronte ad un unico, sterminato flusso musicale che vive di vita propria e si articola in diversi episodi e avventure musicali. La convenzione ci assiste però nell’individuare i picchi dell’album: primi tra tutti l’apripista The Birth And Death Of A Day (forse l’episodio più riuscito) e la successiva Welcome Ghosts.

Nella prima, divagazioni noise si intervallano con assolate note stampate in luoghi acronici e atemporali, rendendo magistralmente l’abilità del gruppo di passare da momenti di quiete desolante a stati di violenza sonora furoreggiante. La seconda, spicca, specie nella sua parte iniziale, per l’impasto di chitarre a creare un’atmosfera vagamente psichedelica.

Il resto dell’album prosegue più o meno sulla stessa lunghezza d’onda: accelerazioni e frenate chitarristiche, percussioni più o meno violente, bordate di feedback distorti prolungati e distensioni atmosferiche dalla vena acustiche e delicata, con vaghi rimandi ai Sigur Ròs. Gioco degli opposti, yin e yang, quiete e rumore, insomma, formula dell’alternanza che è ormai tipica del genere.

La cui riproposizione continua e reiterata rende però alla lunga l’ascolto scialbo e ripetitivo, divenendo limite, anziché peculiarità, dell’opera nel suo complesso.

E non è un limite esile. Che di fatto si paga dazio per una mancata evoluzione rispetto ai precedenti dischi, per un ripercorrere territori già esplorati a fondo da Mogwai, Godspeed You Black Emperor! e dalle altre colonne del post rock. Gruppi che hanno però nel frattempo tentato di evolvere il proprio sound e avventurarsi in nuovi lidi: si pensi a Mr.Beast dei Mogwai o alla metamorfosi dei nostrani Giardini Di Mirò con Dividing Opinions .

Non ci sono dubbi che il quartetto texano abbia le doti tecniche per effettuare svolte di questo tipo, o comunque di uscire, anche con piccole, abili manovre musicale, dalle secche inaridite di un post rock ormai eccessivamente codificato. Tutto sta a vedere se e quando ci sarà la volontà di rimettersi in discussione. Fino ad allora non resta altro da fare che suggerire per di volgere lo sguardo su iniziative musicali più coraggiose e stimolanti.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 11 voti.
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Zorba 10/10
motek 7/10

C Commenti

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Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 18:39 del 24 febbraio 2007 ha scritto:

Ooh...

Rimandi ai Sigur Ròs? Lo compro!

Alessandro Pascale, autore, (ha votato 5 questo disco) alle 19:22 del 24 febbraio 2007 ha scritto:

RE: Ooh...

Ma vaghi eh!

E poi ti ho già detto che i dischi alla cieca non si comprano! Pensa quante sòle ti risparmi così. E poi pensa alle 2,5 stelle di valutazione ))

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 14:30 del 10 luglio 2007 ha scritto:

Ti dirò, Alessandro... alla fine l'ho ascoltato. E mi è piaciuto. Rimandi ai Sigur Ròs ne sento un po' pochini, in compenso ci ho sentito molto i Mogwai. Scarni ed essenziali, ma coinvolgenti.

Alessandro Pascale, autore, (ha votato 5 questo disco) alle 16:27 del 12 luglio 2007 ha scritto:

beh ma io l'avevo detto che erano molto vaghi eh

Poi ovvio che si parla pur sempre di un gruppo che resta in ambito post-rock quindi i confronti da fare sono con Mogwai e compagni. Cmq quest'album ha avuto un sacco di buone critiche in giro. non so sinceramente io non ci ho sentito niente che aggiungesse qualcosa ai bei dischi precedenti. Forse sarebbe da riascoltare.

fabfabfab (ha votato 5 questo disco) alle 9:33 del 4 luglio 2008 ha scritto:

In accordo con Peasy, non aggiunge nulla. Una versione meno eclettica dei Mogwai. O una versione meno ricca dei godspeed you black emperor e compagnia Constellation

swansong (ha votato 7 questo disco) alle 18:08 del 4 agosto 2008 ha scritto:

Mah...

swansong (ha votato 7 questo disco) alle 18:13 del 4 agosto 2008 ha scritto:

Mah...

indubbiamente un lavoro interessante, si fa ascoltare e il genere in questione mi prende moltissimo a prescindere, ma, al contempo, non posso fare a meno di notare che è pieno zeppo di clichè diciamo "post-rockiani" già ampiamente elaborati (e meglio) dai gruppi citati nella recensione.

Dirò infine che, sebbene non conosca altro degli Explosions, gruppi come Red Sparowes e Pelican, al momento, stanno anche 2 spanne sopra. Senza alcun dubbio per me!

swansong (ha votato 7 questo disco) alle 18:14 del 4 agosto 2008 ha scritto:

scusate abbasso il voto...6,5

Filippo Maradei (ha votato 7 questo disco) alle 19:59 del 18 agosto 2010 ha scritto:

"Those Who Tell The Truth Shall Die, Those Who Tell The Truth Shall Live Forever" rimane insuperabile: il miglior post-rock di sempre, insieme a "Millions Now Living Will Never Die" dei Tortoise e quasi tutta la discografia GY!BE. Questo? Discreto, poco più.

fabfabfab (ha votato 5 questo disco) alle 9:33 del 19 agosto 2010 ha scritto:

RE:

Il miglior post-rock di sempre no, dai...

Filippo Maradei (ha votato 7 questo disco) alle 11:01 del 19 agosto 2010 ha scritto:

RE: RE:

Intendo post-rock nudo e crudo, di contaminazioni di altissimo livello con altri generi ce ne sono tante altre: dal "dreamy-ambient" dei Sigur Ròs alla "neo-classica" dei Rachel's, passando per lo "slow-core" dei Gregor Samsa, il "drone" degli Stars of the Lid, la "psichedelia-jazzy" dei Bark Psychosis e il "minimalism" dei June of '44.

classicsor (ha votato 8 questo disco) alle 15:24 del 22 ottobre 2013 ha scritto:

disco molto scarno, come già detto. Non vedo innovazioni all'interno del gruppo avendo giià sentito i loro primi due dischi, vedo solo di nuovo il pianoforte negli ultimi due brani e la capacità di fare brani di quiete e 'incazzatura' allo stesso tempo, questo è quello che soprattutto mi piace (oltre la loro grande delicatezza che già li contraddistingue). 8!

classicsor (ha votato 8 questo disco) alle 15:24 del 22 ottobre 2013 ha scritto:

disco molto scarno, come già detto. Non vedo innovazioni all'interno del gruppo avendo giià sentito i loro primi due dischi, vedo solo di nuovo il pianoforte negli ultimi due brani e la capacità di fare brani di quiete e 'incazzatura' allo stesso tempo, questo è quello che soprattutto mi piace (oltre la loro grande delicatezza che già li contraddistingue). 8!