R Recensione

7/10

Fog In The Shell

Private South

I Fog In The Shell nascono nel 2000 dall’unione di esperienze musicali diverse, che spaziano dalla sperimentazione all’emo, fino al punk -hardcore.

L’esordio discografico si compie quattro anni dopo grazie all’etichetta toscana Dufresne che pubblica “A Secret North”, un album fortemente proiettato verso quei territori musicali descrivibili come post- rock grazie ad un suono che racchiude armonie dalle sfumature rarefatte e minimali che, lentamente, lasciano spazio a progressioni più piene e impetuose guidate dall’incalzare in crescendo della batteria, con un’attitudine generale evocativa, quasi da colonna sonora.

Dopo altri quattro anni e qualche cambio nella line-up esce nel dicembre 2008 il nuovo capitolo della loro produzione, curiosamente intitolato "Private South", edito dall'etichetta londinese Paradigms Recordings.

Fin dalle primissime battute è evidente un progresso del gruppo verso un sound più deciso e compiuto, con i crescendo che che si fanno ancora più rabbiosi e improvvisi, benchè in brevi tratti un po’ caotici, lasciando intravvedere il passato hardcore e un presente influenzato da band come Isis e Pelican.

I nuovi brani spingono ancora oltre l’attitudine psichedelica già evidente nel primo lavoro, avvicinandosi quasi al kraut-rock di Can e Popol Vuh, arricchendosi di imprevedibili incursioni elettroniche e di una esuberanza negli arrangiamenti che si lasciano scoprire lentamente, solo dopo ripetuti ascolti.

V Voti

Voto degli utenti: 5,5/10 in media su 2 voti.
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C Commenti

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fgodzilla (ha votato 5 questo disco) alle 17:48 del 20 aprile 2009 ha scritto:

La brutta ma la brutta brutta

Come dice Aldo

Copia

dei Katatonia.

Marco_Biasio (ha votato 6 questo disco) alle 23:03 del 3 dicembre 2009 ha scritto:

Rispetta il nome dell'etichetta che lo distribuisce: paradigmatico. Poi qualche ottima invenzione pure c'è, come nel caso dei sintetizzatori di "Love Is A Taenia" ed "Even If", ma per il resto mi pare post-metal spruzzato vagamente di kraut ed assolutamente nella norma. Certo, a Cuneo è un periodo che sono più o meno tutti in gran forma (i Dead Elephant, i Fuh, gli Io Monade Stanca and so on), loro compresi. Ma in coda. Le intuizioni di base ci sono, ora serve monetizzarle in qualcosa di più efficace e meno scontato (anche perchè, onestamente, "They" è noiosetta). Recensione migliorabile!