R Recensione

8/10

Gatto Ciliegia Contro il Grande Freddo

L’irréparable

Disco da ascoltare nelle fredde notti invernali, che poco alla volta riesce a scaldare. Si parte con quattro strumentali dimessi e con un forte apporto dell’elettronica, che rispetto agli esordi non è più un contorno, ma parte integrante dei brani ( “Elvis a pezzi” ); si arriva al primo brano cantato, “Un anno d’amore”, cover di Mina e l’intensità comincia ad aumentare fino all’apice del testo autografo del gruppo, “L’irréparable“, tradotto in francese per aumentarne la poeticità e la sonorità. Poi pian piano l’andamento torna sommesso fino al brano di chiusura acustico-elettronico.

La struttura dei brani è principalmente concentrata sulle chitarre e sull’elettronica anche se in alcuni brani compaiono percussioni varie e una batteria che servono ad aumentare le sfumature di suono e non a dare un ritmo, infatti l’atmosfera è spesso rarefatta e sulla lentezza ed il minimalismo si costruisce il forte sentimentalismo dei pezzi.

Si parte con “Fly falling in love” dove le note della chitarra si appoggiano su una texture elettronica ed ad un certo punto inizia anche un handclapping. “Elvis a pezzi” è un esperimento elettronico che traghetta al pezzo successivo “Estasi di un delitto” dove ritroviamo le atmosfere preferite del gruppo, che si amplificano nella successiva “Una calibro 9 per Toni Rodriguez” dove dopo un inizio con chitarre e loop mantrici si passa ad un’ atmosfera più dilatata con le percussioni.

“Un anno d’amore” cantata da Robertina con Ninja alla batteria è una buona rilettura di un classico della canzone italiana.

Si ritorna alle atmosfere elettroniche abbinate alle chitarre acustiche ed a uno scheletro di note elettriche in “La gang del pensiero”, uno dei pezzi dove l’elettronica si abbina meglio alla struttura del brano. “I seguaci di Gloria Garcia” è un altro siparietto elettronico che ci introduce ad un gruppo di canzoni dense di epos: “Dopolavoro dancing” e “Cactus in the eye” dove tornano a dettare il passo le chitarre in un post rock versante americano.

La title track è molto solida, il riff che fa’ da scheletro alla canzone si stampa in testa al primo ascolto, ed il brano arriva a lambire i confini della canzone pop.

Con “Autour de notre (chat)” si ritorna nei territori preferiti dal gruppo, brano dimesso e confidenziale.

C’era una volta il post” richiama lo spaghetti western del post-rock con le sue chitarre acustiche tra synth e campioni; ottima sintesi di un buon disco, colonna sonora di un film che non esiste ma che ci portiamo dentro.

Disco molto curato dalla fotografia, di copertina ed interne, agli arrangiamenti ed alla produzione; questo grazie alle numerose collaborazioni in campo artistico e musicale, quella che forse salta più agli occhi è dei conterranei Max Casacci e Ninja dei Subsonica, sia nella produzione che nella partecipazione ad alcuni brani. Un forte tratto distintivo è l’ironia nei titoli dei brani i quali fanno riferimento a fatti avvenuti durante la lavorazione del disco e citano gli stessi collaboratori.

Al pezzo di chiusura il compito di far riflettere ( “C’era una volta il post” ) utilizzando una citazione cinematografica.

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 3 voti.
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PV64 8/10

C Commenti

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Marco_Biasio (ha votato 9 questo disco) alle 22:16 del 11 giugno 2007 ha scritto:

Recensione bellissima + disco bellissimo = fantastico!

PV64 (ha votato 8 questo disco) alle 9:17 del 22 settembre 2008 ha scritto:

Bello SI

...questo disco, anche se li preferisco nella formula "senza voce" dei primi album....

TexasGin_82 (ha votato 7 questo disco) alle 16:23 del 28 febbraio 2011 ha scritto:

non li conoscevo, cazzo.

mi han tirato dentro.

TexasGin_82 (ha votato 7 questo disco) alle 16:36 del 21 aprile 2011 ha scritto:

Dopo un po' di ascolti, sono giunto alla conclusione che è un album discreto ma un po' noioso. Gli darei un 6, ma sono italiani e “L’irréparable“ è davvero una bella canzone.