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R Recensione

6/10

Mogwai

The Hawk Is Howling

Maledetto correttore automatico. Adesso telefono a Bill Gates (qualcuno ha le Pagine Bianche di Seattle?) e gliene canto quattro. Lui, il suo Microsoft Word e il suo stupido correttore.

Che ogni volta che digiti the “The Hawk Is Howling” appare la scritta “The Hawk Is Bowling”. Già la copertina di questo settimo album dei Mogwai non è un granché, con quell’aquila impagliata in primo piano, se in più lo avessero intitolato “Il falco sta giocando a bocce”, avremmo pensato a uno scherzo. Lo scherzo c’è anche stato, quando il solito burlone ha messo in rete un fake album eseguito da una band di periferia in pieno Mogwai-style. Questa volta, a differenza di quanto accaduto con l’ultimo Death Cab For Cutie, il tarocco era evidente. I Mogwai non avrebbero suonato quella roba neanche dopo una nottata di bevute in compagnia di Amy Winehouse. Sul perché ci sia gente che investe tempo e denaro in simili operazioni potremmo interrogarci a lungo. Chissà, forse la disoccupazione dilagante potrebbe essere una motivazione plausibile.

Il nuovo disco dei Mogwai, invece, è proprio il nuovo disco dei Mogwai. Riconoscibilissimo fin dai titoli delle tracce (“I’m Jim Morrison, I’m Dead”, “I Love You, I’m Going To Blow Up Your School”, giusto per gradire). Ad ogni nuova uscita dei cinque di Glasgow, la critica ripete la stessa filastrocca: “Eccoli, sono finalmente tornati ai fasti del passato, questo è l’album del ritorno in grande stile …”. Quasi non si accettasse l’idea che questi ragazzi scozzesi debbano ormai dividere il palcoscenico del post rock strumentale con altre band. Nessuno potrà mai negare che i Mogwai siano arrivati per primi (o tra i primi), ma ormai il genere è pieno di ottime band che lo hanno portato al successo (Sigur Rós), al cinema (Godspeed You! Black Emperor), alla fusione col jazz (Do Make Say Think) o con la psichedelia (A Silver Mt. Zion…).

Forse sarebbe meglio ammettere che i Mogwai suonano sempre e solo la loro musica. E in questo sono imbattibili. Mai un colpo a vuoto, dal 1997 ad oggi. Nessuno li avvicina nel loro territorio, che è il post rock strumentale puro e semplice. La retorica reiterazione di pieno e vuoto, quiete e tempesta, mazzata e carezza (e il primo che nomina gli Explosions In The Sky si becca solo la mazzata).

Non si può cercare l’effetto sorpresa del capolavoro “Young Team” (1997, appena ristampato in doppio cd deluxe), né tantomeno le morbide litanie barocche del suo splendido successore “Come on Die Young” (1999).

Però c’è tutto il mondo dei Mogwai: i pattern fluidi sospesi sul velluto che imparammo a conoscere in “Ten Rapid”, vero esordio della band (“I’m Jim Morrison, I’m Dead”, “Daphne & The Brain”), le chitarre sature oltre misura (il singolo “Batcat”, che sembra uscito da “Welcome To Sky Valley” dei Kyuss), le melodie sapientemente condotte da xilofoni e campanelli (“Local Authority”), i richiami velati alle sonorità metal (“Scotland’s Shame”) e le lunghe divagazioni basso-pianoforte (“Thank You Space Expert”). Poi ci sono momenti durante i quali il 1997 sembra ieri. Il ritmo quadrato e il ritornello “easy-listening” di “The Sun Smells Too Loud” (si potrebbe quasi canticchiare e, perché no, ballare) e quella capacità inimitabile di stratificare il suono arrivando ai confini del caos senza caderci dentro (“The Precipice”, chi ha detto “Mogwai Fear Satan”?).

Allora adesso ho capito tutto: ogni nuovo album dei Mogwai è una palla da bowling che punta sicura verso i birilli e li abbatte senza pietà. Ogni volta è quasi strike. Perché rimangono sempre due birilli in piedi. E se foste provvisti di una vista lunga come quella di un falco potreste leggervi sopra “Young Team” e “Come On Die Young”.

Dovrò chiedere scusa a Bill Gates.

V Voti

Voto degli utenti: 7,1/10 in media su 11 voti.
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target 7/10
george 6/10
Franko 6/10
rael 5/10

C Commenti

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target (ha votato 7 questo disco) alle 17:06 del 15 settembre 2008 ha scritto:

Ho letto ovunque commenti orrebondi sulla copertina, con pitchfork che mette nelle news "la nuova copertina dei mogwai fa cacare", ma a me non sembra così schifida. Insomma, l'ultima degli Interpol con i leoni era assai più raccapricciante. Animalismi a parte, mi pare che il disco si inserisca sciallatamente sulla scia mogwaiana degli ultimi lavori. Ci sono bei momenti ("Jim Morrison", "Daphne", "The sun smells too loud", "I love you, I'm going...", "Scotland's shame") e altri un po' più flaccidi. Compitino, ma fatto bene. "Mr. Beast" + "The hawk is howling" potrebbero fare una spare. Codias in forma!

Luca Morello (ha votato 8 questo disco) alle 17:38 del 15 settembre 2008 ha scritto:

Perché che male c'è?

Explosions in the sky!!!!

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 21:31 del 16 settembre 2008 ha scritto:

Mi è piaciuta. Cosa? La recensione. Cosa? La copertina? Cosa? L'opera in questione.

rael (ha votato 5 questo disco) alle 11:05 del 19 settembre 2008 ha scritto:

mm ormai questi..

Luca Morello (ha votato 8 questo disco) alle 12:31 del 20 settembre 2008 ha scritto:

attendo la mazzata...

fabfabfab, autore, alle 15:15 del 22 settembre 2008 ha scritto:

RE:

La mazzata la merita il paragone. Ho sempre considerato gli Esplosi una deriva scolastica dei Mogwai.

Luca Morello (ha votato 8 questo disco) alle 15:40 del 22 settembre 2008 ha scritto:

eheheh sì, scherzavo comunque...

Sì penso che i Mogwai siano ancora più incisivi delle Esplosioni. Però hanno dei linguaggi sonori non del tutto sovrapponibili, io credo (esempio: ascolta gli ultimi due dei mogwai e gli ultimi due degli explosions...). D'altronde siamo in ambiti simili quindi per forza di cose per qualche aspetto ci si assomiglia...

Deriva scolastica proprio no...è che gli Explosions sono un po' fermi nel loro stesso percorso di ricerca musicale, penso io, anche se l'ultimo contiene una delle loro composizioni più emozionanti -Catastrophe And The Cure-) .

Comunque, ottimo questo Falco, uno dei loro album più riusciti.

Franko (ha votato 6 questo disco) alle 16:02 del 6 ottobre 2008 ha scritto:

siam lontani dall'epocale ''Young Team''

george (ha votato 6 questo disco) alle 17:49 del 17 aprile 2009 ha scritto:

hanno già detto tutto...

hiperwlt (ha votato 9 questo disco) alle 11:29 del 12 novembre 2009 ha scritto:

a mio avviso, dopo "Young Team", con "Mr Beast", il più completo e riuscito dei mogwai. si inizia con elegananza, "i'm jim morrison, i’m dead",brano orfano di un climax esplosivo. il pezzo si sussegue teso (dal lamento percussionistico ultra regolare e monocorde) e soffocante (dati dagli effetti chitarristici);viene,nel finale,liberato dapprima, pacificamente dai passaggi di piano, seguito a ruota da un crescendo denso della batteria, e dall'evoluzioni (emotivamente) strazianti della chitarra: una nenia suggestiva e angosciante; con "tracy" di "young team", il pezzo "morbido"(?) degli scozzesi, che preferisco. “batcat” è una raffica di TGV in faccia, in successione: le accelerazioni spaventose e malsane, lo rendono il pezzo più sfacciato e immediato (insieme a “the sun smells to loud”) dell’album. “the sun smells to loud” è ciò che non ti aspetteresti: solare e conturbante nel suo muoversi, naif, tra raggi sonori distorti e fughe melodiche “danzanti”.l’apice dell’album, il momento più alto a livello sia compositivo che emotivo, viene raggiunto da “i love you, i’m going to blow up your school”, la summa, a mio avviso, dei lavori targati “mogwai”: inizio delicato, perfetto nel suo creare un’aurea fine ma oppressiva, articolato su arpeggi di chitarra, stretti forte a sequenze melodici di pianoforte;il lavoro continua, incalzante e in crescendo, fino alla deflagrazione più totale, a un muro di suono spaventoso, da farti spazzare via alla velocità della luce verso lidi di rimpianti e dolore. Commovente. infine “the precipice”, lunga suite, epico finale, un bungee jumping che ti porta lì, a contatto diretto, con le fiamme del tuo inferno personale, con solo un secchio di acqua in mano, a cercare testardamente di spegnere un incendio che divampa e non ne vuol sapere di smettere di bruciare. Voto 9

daniele.synesthesia (ha votato 8 questo disco) alle 14:39 del 18 novembre 2009 ha scritto:

Non annoiano Mai

Io credo che questa sia l'ulteriore dimostrazione di come i Mogwai sappiano far musica senza annoiare mai, aggiungendo piccoli ma decisivi elementi di innovazione all'interno dei loro dischi. Inoltre questo album (ma anche i precedenti) ha il grande pregio di appassionare con l'andare degli ascolti. Il suono dei Mogwai non lo scopri tutto al primo passaggio e ciò rende un disco non solo emozionante ma invincibile alle mode. I Mogwai non hanno età.

Utente non più registrato alle 12:58 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

Versione interiorizzata di Mr. beast (che addoro)