V Video

R Recensione

7,5/10

Teho Teardo & Blixa Bargeld

Still Smiling

La musica di Teho Teardo, anche quando si prende una pausa dal cinema (quello di Gabriele Salvatores, Guido Chie­sa, An­drea Mo­la­io­li, Clau­dio Cu­pel­li­ni, Da­nie­le Vi­ca­ri, Paolo Sorrentino...), rimane inesorabilmente visionaria, “cinematografica”, descrittiva di ambienti, di sensazioni, di dialoghi, di volti, di situazioni.

Dunque sebbene in compagnia di quel “fuorilegge sonoro” di Bixa Bargeld (anche lui in fase di pausa dalla militanza con gli Einstürzende Neubauten), le location di riferimento del musicista/compositore italiano restano riconoscibili nel loro proporsi come paesaggi “contemporanei”, evocati dagli archi (la sodale Martina Bertoni al violoncello e il fedelissimo Ba­la­ne­scu Quar­tet), increspati da impeti post-punk (lo stesso Teardo è protagonista al basso e alla chitarra “baritona”) e innervositi dai fremiti sottocutanei dell’elettronica (sempre Teardo).

E’ tuttavia chiaro che, con il coinvolgimento di un personaggio “di peso” come Blixa, il quadro d’insieme viene interamente ridefinito spostando l’attenzione sulle interpretazioni e sulle azioni di destrutturazione: la stessa ricerca sui testi diviene un elemento essenziale di “Still Smiling”: italiano, tedesco e inglese contribuiscono a edificare un’ars poetica, estatica e tagliente allo stesso tempo, che diviene un tutt’uno con la musica nella quale visceralmente si cala. D’altronde, pur appartenendo le bozze sonore iniziali al solo multistrumentista di Pordenone, i due anni trascorsi nell’entrare in reciproca simbiosi con la sua controparte berlinese, sublimando e fondendo alchemicamente idee, ideologie e filosofie musicali, hanno trasmutato l’essenza stessa delle canzoni, rendendole un gioco di specchi nel quale la fonte di luce originaria è solo un riflesso di quella finale.

Il singolo – e brano di apertura – Mi Scusi è di per sé il manifesto d’intenti di questo innesto: Blixa incanta con questa sua forzosa caratterizzazione dell’idioma italico, nel quale trasferisce la sua frustrazione nel non riuscire a esprimersi con la profondità di pensiero che avrebbe voluto e che avrebbe potuto raggiungere nella sua madre lingua. Ma è proprio in questo strenuo tentativo di rendersi comprensibile con termini forbiti e tutt’altro che elementari, che sta la genialità di un brano nel quale una drammatica goliardia e una ostinata ricerca timbrica vanno di pari passo. I risultati sono simili a quelli raggiunti da Blaine Reininger in Diario di Un Egoista dei Tuxedomoon: sentire Mr. Bargeld che transita da un “facevo latino a scuola, a un livello cavernicolo” ad un “le gambe mi fanno Giacomo Giacomo” (avendo nella testa e nel cuore l’amore per la poesia di Leopardi), insieme ad un sorriso, suscita un irrefrenabile fremito emozionale.

Riaffiora questa voglia di comunicare in italiano anche in What If e in Defenestrazioni: nella prima una struggente malinconia scandita dagli archi ammanta la voce di Blixa, nella seconda – dove tutto è più straniante e narcolettico (lente ritmiche incastonate in un incedere morfologicamente post-rock, pianoforte, declamazioni) – trovano spazio alcune delle domande più idiote che il cantante/musicista tedesco si è sentito rivolgere (“la tua musica si è molto ammorbidita dopo che FM Einheit ha abbandonato la band”, “quant’é stato terribile sentirsi rinchiusi da un muro?”).

Come Up And See Me, scritta su un tetto del quartiere Esquilino di Roma (con vista sulla Stazione Termini, sul mercato cinese e sulla selva di antenne e parabole che si estende sugli attici capitolini), è un’altro dei momenti cardinali di questo lavoro a quattro mani, a due cuori, a due cervelli: le mesmeriche ambientazioni delle tematiche compositive di Teardo sono qui particolarmente evidenti, ma si instaura un senso di sconsolata rassegnazione nella recita da parte di Blixa dei canali del digitale terrestre italiano, quasi a rammentare la visione in elevazione – da un’altitudine “vicina e distantissima” – degli angeli di Wim Wenders ne “Il Cielo Sopra Berlino”.

Musicalmente affine la title track, nella quale le ariose note degli archi scorrono fluide – a cui fanno da contraltare arpeggi concitati e lacerazioni sensoriali – verso qualche luogo sospeso in uno stato di nostalgia esistenziale. Debordante, invece, e più vicina agli stilemi degli Einstürzende Neubauten, la magnetica Axolotl, nella quale Blixa torna a rendere libero strumento musicale l’emanazione della sua vocalità: il tedesco è la lingua prescelta per questo brano nel quale riemergano anche le ben note urla ultrasoniche.

La piena e perfetta aggregazione delle anime e delle personalità dei due artefici di questo lavoro costruito sull’asse Roma-Berlino, è forse rinvenibile nelle magistrali Buntmetalldiebe e Nocturnalie, nelle quali scopriamo come l’amalgama di due nature rimarchevoli, fortemente connotate, in virtù e in presenza di un ardente impeto creativo, possa trasformarsi in una nuova natura, andando ben oltre la mera sovrapposizione.

Suggestiva anche la nuova versione di A Quiet Life, già apprezzata ai tempi del film “Una Vita Tranquilla” di Claudio Cupellini, in grado di regalare l’incanto di una delle più avvolgenti melodie che questa collaborazione abbia partorito.

 

Blixa Bargeld, reduce dal successo dello splendido album – e della successiva tournée - in combutta con Alva Noto è oggi attore co-protagonista di un film nel quale il quadro stilistico di riferimento è completamente differente: alla microelettronica chirurgica di Noto subentra una musica, ugualmente incline a mutazioni genetiche, ma che resta più concreta, reale, calda, immanente, umana.

Still Smiling” non allenta la tensione emotiva in nessuno dei suoi episodi e sa tenere in sospeso l’ascoltatore dalla scena iniziale fino ai titoli di coda, immergendolo in un clima di trepidante attesa, come in un thriller psicologico, meritevole di un premio speciale alla fotografia e alla sceneggiatura, nel quale non si scoprirà mai la verità.

 

Teho Teardo e Blixa Bargeld saranno in tour a Maggio in Italia:

7 Maggio – Circolo degli Artisti, Roma

9 Maggio – Alcatraz, Milano

10 Maggio – Audiodrome, Moncalieri (TO)

11 Maggio – Senza Filtro, Bologna

V Voti

Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 6 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
mendustry 8,5/10
Gio Crown 8,5/10

C Commenti

Ci sono 4 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

mendustry (ha votato 8,5 questo disco) alle 11:14 del 10 maggio 2013 ha scritto:

Serendipità: quando aspetti il disco di qualcun altro e ti ritrovi in mano questo gioiello.

Gio Crown (ha votato 8,5 questo disco) alle 11:44 del 10 maggio 2013 ha scritto:

Bellissimo....! Conoscevo Teho Teardo solo dalle colonne sonore e adesso questa maraviglia! Sono andata al concerto al Circolo degli Artisti e sono estasiata ancora di più! Nonostante l'ambiente piccolo e affollato, hanno saputo ricreare lo stesso incanto del disco. Blixa poi ha una presenza scenica grandiosa, data forse dalla sua lunga esperienza sia con gli Einsturzende Neubauten che con Nick Cave. Voce unica perfettamente inserita nell'impianto sonoro di ogni pezzo...no, non riesco a ed esprimere bene come voi tutte le magnifiche sensazioni datemi da questo album...

TexasGin_82 (ha votato 6,5 questo disco) alle 18:20 del 14 maggio 2013 ha scritto:

Anche io sono stato al loro concerto, a quello che hanno fatto all'Alcatraz di Milano. Il disco in verità non mi fa impazzire. Anche se ci sono degli ottimi spunti, non si confà pienamente ai miei gusti. Al concerto ci sono andato soprattutto per vedere Blixa dal vivo perché non l'avevo mai visto. E anche Teho Teardo, che da quello che avevo visto sul tubo mi era sembrato un bel personaggio. Devo dire che ne è valsa la pena, è stato molto piacevole. Dal vivo suonavano in 3: Blixa al microfono, Teho suonava una chitarra, in realtà più come se fosse un basso, e poi c'era una violoncellista. Tutti gli altri strumenti erano registrati. Il momento più epico e toccante, per me, è stato quando hanno suonato una canzone scritta da Mogol e Minellono: Soli si muore.

skyreader, autore, alle 22:24 del 14 maggio 2013 ha scritto:

"Soli si muore" è la versione italiana di "Crimson and Clover", appartenente al repertorio di Tommy James and The Shondells... il brano è stato scritto da Tommy James e dal batterista della band. Ma in Italia è stata la versione col testo di Mogol e Minellono a diventare famosa...