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7/10

The Album Leaf

A Chorus Of Storytellers

La Sub Pop in quasi 25 anni di militanza nella scena rock underground americana, è divenuta simbolo e sinonimo di qualità musicale assoluta. Smaltita la sbornia Grunge, gli impavidi Bruce Pavitt e Jonathan Poneman si sono risollevati dal baratro scavando e selezionando il meglio che il sottobosco americano ha coltivato dagli inizi del 2000 fino ad oggi. Gli Album Leaf, progetto solista di Jimmy LaValle, chitarrista della band Post-Rock Tristeza,  è solo l’ennesimo esempio delle scelte artistiche che la Sub Pop porta avanti da sempre senza sbagliare un colpo.

Sotto lo pseudonimo Album Leaf appunto, si nasconde Jimmy LaValle, one man band che per A Chorus Of Storytellers ha deciso di avvalersi di un vero e proprio gruppo alle sue spalle, affiancato in sala di regia da Ryan Hadlock e mixato da Birgir Jon Birgisson dei Sigur Ros.

A Chorus Of Storytellers risulta quindi un album pop leggero, disteso e fluttuante nell’aria satura di beat elettronici quasi sussurrati su di un tappeto strumentale soffice e rarefatto, arricchito da strumentazioni classiche di archi e pianoforti incastonati con precisione certosina, che però non risulta forzata. Anzi, è tutto talmente naturale e spontaneo da risultare assolutamente godibile e trascinante.

Difficile non farsi trasportare da composizioni strumentali come Blank Pages, impreziosita da archi eterei e beat eleganti, o Within Dreams in cui Mogwai e Radiohead camminano sottobraccio lungo sentieri colorati d’autunno.

La gemma pop rarefatta Falling From The Sun è pura emozionalità ricamata su beat silenziosi ed un tappeto strumentale di rara bellezza, e arrangiamenti d’archi sognanti su cui la voce delicata di Jimmy LaValle riesce ad esprimersi nel pieno della sua emotività. Come il sole timido d’inverno accarezza le palpebre bramose di calore; un tiepido abbraccio che scalda l’anima.

Gli slanci orchestrali di archi e pianoforte di Summer Fog, e le atmosfere crepuscolari di Until The Last sono pura estasi uditiva che dimostrano una eccellente dote melodica unita a capacità compositive assolutamente magnifiche. Chiude il giro l’eleganza maestosa di Tied Knots, in un crescendo di estasi orchestrale che esplode in un finale abbagliante.

Quella di Album Leaf è musica che viaggia per immagini: a tratti dinamiche e cinematografiche. A tratti immobili nell’ eterno presente di un quadro. A tratti bloccate nell’istante di una fotografia.

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Voto degli utenti: 6,9/10 in media su 11 voti.

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otherdaysothereyes (ha votato 7 questo disco) alle 12:57 del 16 marzo 2010 ha scritto:

Buon esempio di folktronica all'islandese (i Mùm fanno scuola) ma con solide radici nella tradizione americana