V Video

R Recensione

8/10

The Notwist

Neon Golden

È desolante ritrovarsi in un motel dopo aver viaggiato per dieci ore filate, dopo aver visto incidenti stradali e motorini sdraiati sull’asflato con un casco che giace ancora sotto il guard-rail. Eppure un viaggio così lungo non offre soltanto brutte storie di cruda realtà perché può aprirci gli occhi sulla bellezza dei panorami autostradali, spesso dimenticati perché irrimediabilmente violati da quella lunga autostrada. Un disco dei Notwist è simile a queste sensazioni, ce le fa rivivere, le immortala e le propone con solerzia, non senza un tocco di disillusione. “Neon Golden” è il penultimo lavoro della band tedesca, se eccettuiamo la colonna sonora per il film “Storm”, pubblicato l’anno scorso. “Neon Golden” è forse il lavoro elettronico più maturo dei Notwist, un’elettronica che non fa a meno del tipico post-rock germanico ma che si contagia benignamente grazie agli strumenti classici come il violoncello suonato da Sebastian Hess, il clarinetto di Ullrich Wangenheim o il sassofono di Johannes Enders.

Il disco comincia sulla profonda riflessione di “One Step Inside Doesn’t Mean You Understand”, una canzone che ci riporta a quel motel di cui parlavamo, metafora di un viaggio che si è fatto fuga dal mondo e dagli amori impossibili. D’altronde, i Notwist riscaldano subito l’ambiente con “Pilot”, un brano che riesce a farci battere il piede e che ha certamente portato la band a farsi conoscere oltreoceano. Ma è con “Pick Up the Phone” che abbiamo l’apice del talento intimista di “Neon Golden”, una traccia capace di smuovere gli animi più gelidi, non attraverso la speranza bensì grazie allo squallore di una stanza senza porte, la stanza dei ricordi andati a farsi friggere, la stanza del passato che non passa; la stessa stanza è riproposta con diversi umori e in toni più o meno drammatici in “Trashing Days” e in “This Room”, due brani tanto coinvolgenti da trasportare l’ascoltatore in questo maledetto motel di infima categoria. Il lato A del disco finisce qui.

Dopo che il sound si è fatto sperimentale con innesti di elettronica letfield e con splendidi inserti di basso doppio e pianoforte, i Notwist aprono la facciata B del disco con “Solitaire”, una canzone sulla caducità della felicità e, se la vita non è altro che un’accozzaglia casuale di persone incontrate e volgari idee, come può essa regalare serenità eterna e coerenza? La risposta sta nel simpatico ticchettio di “One With The Freaks” ed ancor più nell’oscuro presagio della title-track: poche parole argentate, ossidate, ripetute, che ricordano ai pochi interessati che la verità ultima sta nel cercare la luce, non quella divina, bensì il bagliore dei semplici vecchi neon. E la poesia dell’esistenza diventa dunque una banale e ruvida elegia del mondo post-moderno. Con “Off the Rails” la band dei fratelli Acher continua il suo viaggio che, da automobilistico, diventa ferroviario, un treno che corre su binari morti e storti, i binari dell’incomprensione. Il disco termina magnificamente nel caldo e toccante epilogo di “Consequence”: non c’è più nulla da chiedere se non lasciarsi sprofondare nell’assenza di domande, sperando che l’amore bussi alla porta del nostro motel.

I Notwist ci hanno regalato, con “Neon Golden”, un album di grande spessore musicale e di intensa carica emotiva, disegnando senza troppi colori – quelli delle macchine digitali e delle chitarre – alcuni spiazzanti paesaggi dell’anima, per portarci via alla fine anche quelle poche certezze che fino a quaranta minuti prima ci garantivano la tranquillità.

V Voti

Voto degli utenti: 8,5/10 in media su 25 voti.
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babaz 9/10
target 8/10
Teo 8/10
REBBY 9/10
loson 8/10
4AS 9/10
F-000 9/10
ThirdEye 10/10

C Commenti

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Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 0:48 del 10 settembre 2010 ha scritto:

Buona la prima France' Album bellissimo, tra l'altro.

salvatore (ha votato 7 questo disco) alle 10:10 del 10 settembre 2010 ha scritto:

Questo lo comprai appena uscì invogliato da quella bellissima canzone (e relativo bellissimo video) che è Pick Up The Phone... E fu un ottimo acquisto...

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 10:27 del 10 settembre 2010 ha scritto:

ottimo disco, anche se preferisco di poco "devil, you + me". "pilot", forse, tra le mie preferite di sempre. grande Francesco

babaz (ha votato 9 questo disco) alle 10:56 del 10 settembre 2010 ha scritto:

Ma...secondo me un 4.5 se lo prende questo disco...è uno dei manifesti degli anni '00!!

simone coacci (ha votato 9 questo disco) alle 11:07 del 10 settembre 2010 ha scritto:

RE:

Si direi di si. è forse il loro disco migliore.

target (ha votato 8 questo disco) alle 12:13 del 10 settembre 2010 ha scritto:

Quando era bello essere indietronici. Elettronica e anima, grande disco.

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 13:57 del 10 settembre 2010 ha scritto:

Sono d'accordo, anch'io penso sia un ottimo disco.

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 14:10 del 10 settembre 2010 ha scritto:

il loro miglior disco!

fabfabfab (ha votato 8 questo disco) alle 15:10 del 10 settembre 2010 ha scritto:

Anche secondo me. L'apice di un movimento che si è bruciato troppo in fretta. In questo disco ci sono almeno 8 potenziali singoli...

fabfabfab (ha votato 8 questo disco) alle 15:10 del 10 settembre 2010 ha scritto:

RE:

E complimenti al recensore ...

mendustry, autore, alle 15:54 del 10 settembre 2010 ha scritto:

Grazie dei complimenti... questo è solo il primo di una lunga serie di recensioni! A presto.

simone coacci (ha votato 9 questo disco) alle 16:08 del 10 settembre 2010 ha scritto:

RE:

Bravo, questo si che è parlare!

REBBY (ha votato 9 questo disco) alle 16:39 del 10 settembre 2010 ha scritto:

Davvero un ottimo esordio al livello del disco.

Benvenuto Ciccio eheh

mendustry, autore, alle 17:24 del 10 settembre 2010 ha scritto:

RE:

Vedo che qualcuno mi conosce già...

loson (ha votato 8 questo disco) alle 12:24 del 11 settembre 2010 ha scritto:

Gran disco. Fra tante canzoni splendide ("Pilot", "Trashing Days", "One With The Freaks"), la mia preferita continua ad essere "One Step Inside"

: quasi dei Books ancora più avventurosi e "pop" (no, non è una contraddizione) degli originali.

4AS (ha votato 9 questo disco) alle 17:06 del 18 ottobre 2010 ha scritto:

Nettamente più emozionante di "Amnesiac" dei Radiohead (inoltre, a differenza di quest'ultimo, tutte le canzoni sono di alto livello). Credo che solo in pochi casi l'elettronica sia stata così "umana": "Pilot" e "Consequence" toccano le più profonde corde dell'anima.

FrancescoB (ha votato 9 questo disco) alle 20:25 del 19 ottobre 2010 ha scritto:

Quoto tutti, disco eccezionale. Elettro-pop personalissimo e senza sbavature. La mia preferita rimane "One step inside".

Hexenductionhour (ha votato 8 questo disco) alle 12:35 del 21 gennaio 2011 ha scritto:

non lo ascolto da parecchio tempo...però ricordo che fosse un bel disco,sicuramente tra i migliori del genere Electropop

ThirdEye (ha votato 10 questo disco) alle 11:49 del 25 giugno 2012 ha scritto:

Enormi