Weird.
A long period of blindness
Un prato alle porte della città ed una coltre di nebbia che lo sovrasta, a meno dun metro dal suolo. Potrebbe essere questa lambientazione base del nuovo disco dei Weird. che, a due anni di distanza dal debutto di Desert love for lonely graves, son tornati con un disco pregevole e, a differenza del primo, con un mixaggio più onesto. Laura post degli esordi è ancora qui, con tinte meno fosche ma non per questo più accomodanti; anzi, sembra che i Weird. abbiano tentato di replicare il concept desordio, migliorando praticamente tutto, e quel tenue bagliore di luce che si intravede al termine della galleria di A long period of blindness è di certo dovuto alla precipua contaminazione delle trame weirdiane nei territori allucina(n)ti dello shoegaze e della psichedelia.
Otto pezzi per la durata di quaranta minuti: questo è il percorso scelto dalla band per attuare la propria Weltanschauung. In questo LP cè molto degli Explosions In The Sky (penso soprattutto a The Earth is not a cold dead place) e ancor di più dei Mogwai, tanto che se fossi un noiosissimo critico musicale del TG1 direi che i Weird. rappresentano i Mogwai dello Stivale, una di quelle locuzioni giornalistiche stupide e insopportabili che nascondono soltanto un annoiato e sleale interesse verso la musica e chi la fa. Sta di fatto che agli estremi del disco (The circle is closed except where it bleeds e Swans) lacceleratore è premuto in direzione rock mentre al suo interno si presenta come unincosciente discesa a folle verso i lidi dellindeterminatezza sonora. In questo agglomerato sonoro arrivano folate di Animal Collective (Crescendo), Deerhunter (Gaze), Godspeed You! Black Emperor (The sound of your heartbreak) e Giardini di Mirò (Widow). È vero che in fin dei conti ne ho fatti anche io di paragoni, ma col preciso intento di fornire una linea guida affidabile e concreta per approcciarsi alluniverso Weird. La bellezza del lungo periodo di cecità raccontato da questi tre musicisti romani sta dunque nellaver registrato la realtà e, dopo averla sbobinata, essere stati in grado di imprimerne i dettagli in quaranta minuti di post-rock effettivo.
Non cè dubbio che con A long period of blindness i Weird. abbiano eseguito un balzo in avanti, inoltrandosi in quel bosco jungeriano dove ai pochi eletti capaci di addentrarvisi si contrappone il gregge mansueto e felice.
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