Colombre
Pulviscolo
I cantautori italiani hanno rotto i coglioni. Lo abbiamo sentito dire spesso, anche se con formule modificate (I cantautori italiani hanno rotto le palle), edulcorate (Il cantautorato italiano è ripetitivo) e tautologiche (Sì ma vuoi mettere De André). La realtà, probabilmente, è ben altra: il cantautorato italiano ha vinto, ha sfondato il muro tra la cameretta e i palazzetti dello sport, è approdato su Radio Deejay e ha rischiato di vincere il festival di Sanremo. E se la nenia sì ma De Gregori, Bennato, Guccini... continua ad avere un fondo di verità, è solo perchè di là, banalmente, non c'è un nuovo Bob Dylan. Siamo al cantautorato di seconda generazione, i cui protagonisti hanno da un lato digerito la fascinazione per gli Stati Uniti e la beat generation, dall'altro superato lo spauracchio del mainstream italiano.
E allora ben vengano gli arrangiamenti, i suoni curati, il ripudio delle forzature lo-fi e il ritorno alla melodia. Ben vengano le stratificazioni tipiche di IOSONOUNCANE, ospite in un capolavoro intitolato Blatte, ovvero la storia di un amicizia tradita che è tutto un rincorrersi di vocalità soul bianche e nere, di classicità e modernità, come se i Funkadelic rifacessero un brano di Mina. E lo stesso sapore dell'Italia che fu si avverte nella delicatezza sofisticata di Pulviscolo che ha richiami alla vocalità di Ornella Vanoni sebbene sia di fatto un pezzo pop. Sempre dallo stesso luogo (l'Italia) e dallo stesso periodo (quello dorato a cavallo tra i '60 e i '70) arrivano le velleità sperimentali di Fuoritempo, dritta fino al fuoritempo finale, il funk innamorato di Dimmi Tu (a metà tra i Daft Punk e Alan Sorrenti, quindi perfettamente a metà), il folk purissimo di Sveglia. È il Lucio Battisti avanguardista a venir fuori sulla lunga distanza, forse l'eredità più longeva del periodo migliore della canzone italiana, raccolta da un disco che non ha paura di subire confronti ingombranti e da un autore che non ha timore di esporsi, riuscendo a coniugare semplicità espressiva e profondità musicale come pochi altri.
Un disco bello, insomma. Di tutto il resto, caro Colombre, fregatene, fregatene, fregatevene, come una volta.
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