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R Recensione

8/10

Kazuki Tomokawa

Vengeance Bourbon

C'è una parte di me delinquente che affiora ancora ogni volta che sento una delle canzoni di Tomokawa . Delinquente , ma anche profondamente gentile. Quell'uomo era una cattiva influenza su di me

Shu Fujisawa , Romanziere.

 

C’è effettivamente qualcosa di inquietante in questo personaggio che si autodefinisce “poeta, cantante, artista, commentatore di corse ciclistiche, saggista, attore e bevitore”. Nato del 1950 con il nome di Tenji Nozoki, diventa Kazuki Tomokawa nel 1970, quando sull’entusiasmo del folk americano di Bob Dylan inizia a trasformare le sue poesie in canzoni. Nel frattempo beve molto, recita in teatro e in alcuni film (fantastica l’interpretazione di se stesso in “Izo” di Takeshi Miike), commenta il ciclismo per la tv giapponese, allena squadre di basket, pubblica raccolte di poesie, dipinge.

Questo suo essere artista “totale”, viscerale e primitivo non deve spaventare l’occidentale che desideri – eventualmente – avvicinarsi all’interesse principale di Tomokawa. La musica di “Vengeance Bourbon” presenta infatti più affinità con il folk americano che con la musica tradizionale giapponese, a partire dalla strumentazione usata (chitarra, percussioni, violino, mandolino, qualche accenno elettronico), dalla struttura dei brani e dalle melodie.

L’unica variante, sebbene sia tutt’altro che secondaria, è l’utilizzo della voce: “Vengeance Bourbon”, ad esempio, è alt-country acustico reso malinconico dalla fisarmonica di Masato Nagahata ma al tempo stesso dotato di una fisicità violenta e disperata, sputata con forza dalla voce di Tomokawa, che chiude le frasi con suoni aspri e sgraziati, interpretando le sue poesie con un trasporto immenso. Anche laddove prende in prestito parole altrui (l’iniziale “Janzaburo in Awe”, ispirata dai versi del poeta Janzaburo Nishiwaki), l’interpretazione di Tomokawa è incredibile: mentre canta ride, sbraita, implora. Altrove compaiono accenni “latini” (le chitarre “flamenco” di “Sketch of the Wind”), semplici ballate acustiche (“Pierrot la Fou is Over”), ambientazioni cinematografiche (“Wakaba”), sperimentalismo acido (“A Lucky Betting Slip to Deaf Ears”), melodie struggenti accostabili alla “chanson” francese (“Night play”, con tanto di giro di walzer finale) e una chiusura tesissima, che alterna momenti di dolcezza assoluta ad attacchi gutturali terribilmente dolorosi (“Lasciando pezzi ridicoli di me su una strada innevata, in uno stato imbevuto di un’ agonia dopo l'altra. Con la speranza del ragazzo in fuga a nuoto in un canale fognario verso il mare.  Sprofondato nel letto, ho pensato "Non mi interessa". Scalciando il piumone, ho pensato: "Devo andare avanti". Kakakakakaka!”). 

Non è facile, e probabilmente non è neanche sano, avvicinarsi ad un giapponese così.  Anche perché poi ti viene voglia di recuperare tutta la sua sterminata discografia. Eccola, la cattiva influenza di Kazuki Tomokawa. Il Leonard Cohen della Yakuza. Il delinquente gentile.

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C Commenti

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simone coacci alle 14:19 del 31 marzo 2014 ha scritto:

Può diventare una droga la sua musica in effetti. Guardi l'abisso mentre lui guarda te. Gran bella scoperta, Fab.

Giuseppe Ienopoli alle 22:34 del primo aprile 2014 ha scritto:

... この曲が公開されてから、連日見る夢が恐ろしくなった。

間違いなくこの瞬間、この世界で一番溺愛している曲だ。!!

fabfabfab, autore, alle 23:54 del primo aprile 2014 ha scritto:

Il copia-incolla da Google translate col giapponese non funziona... ci ho provato anche io.

Giuseppe Ienopoli alle 1:02 del 2 aprile 2014 ha scritto:

... e io che ho pensato mi avesse fatto il pesce d'aprile!

Ivor the engine driver alle 19:37 del 25 dicembre 2014 ha scritto:

Interessante, conoscevo di nome. Recupero. Però se non si mastica un po' di giapponese, risulta un po' strano che riesca a piacere. È' come sentire de andre e non capire un'acca di italiano. Si gode meno della metà.

fabfabfab, autore, alle 8:43 del 27 dicembre 2014 ha scritto:

Quello che dici è vero solo in parte. Io mi sono innamorato di Bob Dylan e Leonard Cohen da ragazzino, senza capire nulla di quello che dicevano. I testi li ho apprezzati solo più tardi. Comunque se ti interessa ho il pdf con i testi di questo disco in Inglese, me li hanno già chiesti in molti....