V Video

R Recensione

7/10

Alessio Lega

Mare Nero

Alessio Lega è senza dubbio uno dei migliori eredi della canzone d’autore classica, quella degli anni ’60 e ’70. Dotato di talento nell’uso della parola e di una lingua italiana colta e popolare ad un tempo, profondo conoscitore dei linguaggi musicali della canzone d’autore non solo italiana, presenta questo suo nuovo lavoro come il suo primo disco di canzoni, canzoni cioè scritte singolarmente, non pensando ad un progetto particolare, alcune già pubblicate in altre versioni, e che non avevano ancora trovato un loro spazio adeguato.

Lo sguardo di Alessio Lega si posa ancora una volta su tante grandi e piccole storie. Piccole storie come quella di Angelica matta, apparentemente una canzone allegra e dal ritmo sostenuto, con la band a pieno regime e chitarra elettrica e fisarmonica in primo piano a creare quasi una filastrocca, ma dal contenuto pesante. Tutt’altro incedere per la seguente Canzone del povero diavolo: ritmo lento, atmosfera cupa, solo voce, pianoforte e percussioni, per una storia dove il povero diavolo che cerca di comprare le anime in fondo potrebbe essere chiunque sia capace di fare promesse ma non di mantenerle.

Poi c’è la Storia con la maiuscola, quella fatta di guerre e lotte di popolo. Ambaradan è una parola che tutti più o meno usiamo, spesso senza conoscerne l’esatto significato e la provenienza. Ce lo ricorda il cantautore pugliese in questo brano dall’incedere ritmato, in cui racconta i crimini commessi dall’Italia durante la guerra d’Abissinia, e scopriamo che “Italiani brava gente” forse non era proprio vero. Porrajmos è invece una parola che in pochi conoscono, e forse qualcuno saprà cos’era la  Risiera di San Sabba. Suoni e ritmi tzigani, voce e fisarmonica in primo piano, per raccontare dello sterminio del popolo Rom, definito appunto Porrajmos (“grande divoramento" o "devastazione" in lingua Rom). Un brano splendido, in cui Lega riesce a raccontare anche con la musica ciò di cui si racconta nel testo.

Le lotte popolari affiorano nel lento con chitarra e fisarmonica in primo piano  Maddalena di Valsusa, lotta di un popolo per difendere la propria terra, lotta che Alessio collega a quella dei partigiani (Nuto Revelli e Beppe Fenoglio sono citati nel testo), e nel bellissimo affresco di Santa Croce di Lecce, una canzone che affonda le radici nella musica popolare, sia per la musica (basata su un tradizionale irlandese)  che per la costruzione del testo. Un omaggio del cantautore alla cattedrale della  sua città, alla musica popolare e al mondo che questa racconta.   

Dalla natia Lecce ci si sosta  nella Milano di Fiorenzo Carpi e  Dario Fo con la cover di Hanno ammazzato il Mario in bicicletta (con tanto di citazione dalla colonna sonora di Pinocchio sempre di Fiorenzo Carpi), e nella Milano di oggi di Stazione Centrale: una descrizione impietosa del capoluogo lombardo visto con gli occhi di un immigrato, descritta abilmente attraverso le sue stazioni, di cui è simbolo la Stazione Centrale in cui sono arrivati negli anni gli immigrati (cento anni che ci giriamo attorno senza trovare la strada del ritorno), oggi trasformata in uno dei tanti  “non luoghi” di cui sono piene le nostre città. Ancora Milano, con i suoi viali, fa da sfondo a Zolletta, un ricordo toccante, poetico e bellissimo di Enzo G. Baldoni (i linusiani e Zolletta ringraziano).    

E poi c’è l’amore, quello di Non sarai più sola, una storia d’amore su un ritmo swingante, quello Fiore di Gaza, cover di un bellissimo brano di Paolo Pietrangeli, e c’è l’anarchia, quella di Mare Nero, brano già pubblicato anni fa, qui riproposto in una versione quasi allegra, che toglie quel pathos barricadero della versione precedente, un vero e proprio inno all’Anarchia. Il disco si chiude con un brano dal titolo più che eloquente: Petizione per l’affidamento dei figli alle coppie omosessuali.

Accompagnato da un band compatta (Francesca Baccolini – contrabbasso, basso elettrico, sintetizzatori, chitarra elettrica, Guido Baldoni – fisarmonica, pianoforte, organo, Rocco Marchi – pianoforte, sintetizzatori, chitarra elettrica, percussioni, armonica) e con alcuni ospiti di rilievo (Enzo Cimino – batteria, percussioni, Gigi Biolcati – percussioni, Roberto Zamagna – banjo, dobro, Rocco Rosignoli – chitarra classica, mandolino, bouzouki, violino, cori) Alessio Lega, ci racconta piccole e grandi storie di lotta, d’amore e di anarchia, che insieme raccontano la Storia di un Paese.  

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo disco. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.