V Video

R Recensione

9/10

Antony and the Johnsons

The Crying Light

Non ho fatto il conto preciso, ma nell’arco di una settimana saranno state circa venti. Venti ore di buio mentale. Mai successo in vita mia. Perso, sospeso nel vuoto, la bocca semichiusa, la tastiera impolverata sotto le mani, il monitor che rifletteva luce bianca negli occhi e la voce di un angelo nella testa. Alcune volte riuscivo anche a scrivere qualcosa, del tipo “Il nuovo disco di Antony è …”, poi niente. Giorni interi con questa paralisi. Un dramma.

Allora oggi ho preso una decisione. Scriverò del nuovo disco di Antony senza ascoltarlo. Anzi, adesso accendo la radio, il modo migliore per concentrarsi su altro.

La storia di Antony ormai la conoscono anche i lettori di Donna Moderna. Scoperto da David Tibet, patrocinato da Lou Reed, balzato agli onori delle cronache indie con lo splendido “I am a bird now” (2005) ed infine trasformatosi nel “vibrato baritonale” che tutti vogliono, dagli Hercules & Love Affair a Franco Battiato.

Il nuovo album, “The crying light”, prosegue sulla direttrice tracciata dall’ep pubblicato l’anno scorso (“Another World”), ovvero imponendo due modifiche sostanziali. La prima è l’abbandono delle tematiche personali per abbracciare riflessioni sul mondo, sulla natura e sulla vita. Contestualmente, si assiste all’abbattimento di ogni modello di riferimento rilevabile nelle opere precedenti ed alla totale assenza di qualunque schema riconducibile alla musica rock o pop. La forma cantautoriale di Antony & the Johnsons plasma forme antiche ma vive di stimoli interni, in un continuo gioco di luci e ombre, di bianco silenzio e imploso fragore, di classicità vittoriana turbata da lievi impulsi immateriali.

È sufficiente la sezione centrale dell’album a spazzare via gran parte della concorrenza, ammesso che ne esista una. “Epilepsy is Dancing” si nutre di un piccolo tema di pianoforte per un minuto e mezzo, poi, avvolta da un lenzuolo di fiati, la voce si sdoppia e fa vibrare le ossa alla base del cranio. “One Dove” è ancora più scarna, pianoforte disteso su morbidi cuscini “jazzy” e una voce talmente nuda da metter in imbarazzo chi la ascolta. La sensazione, credetemi, è quella di violare qualcosa di troppo intimo, di essere entrati per errore proprio nella stanza che ci era stata vietata. “Kiss my name” è un rapido giro di danza, la melodia elegante ed ariosa questa volta è sorretta da una timida sezione ritmica e da un ricco e luminoso arrangiamento d’archi. La title track, un madrigale raccolto e corale al tempo stesso, chiude un quartetto da far tremare i polsi.  

C’è ancora spazio per misurarsi con le potenzialità del gospel (“Daylight & the Sun”), del blues (“Aeon”, chitarra elettrica e voce) e con gli avanguardismi vocali di “Dust & Water”. Ottimi spunti che lasciano presagire nuovi margini di crescita (ancora?) di un artista che, semplicemente assecondando le tonalità della sua voce, sembra già perfetto.

Adesso scusate, ma devo andare a spegnere la radio. Prima però, accettate un consiglio: fatelo vostro oggi, questo Antony & The Johnsons 2009. Domani potreste ritrovarvi a cercarlo nello scaffale dei classici, tra un Tim Buckley 1970 e uno Scott Walker 1969.

C Commenti

Ci sono 66 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

target (ha votato 8 questo disco) alle 15:40 del 12 gennaio 2009 ha scritto:

Mio dio!

A me Antony non è mai andato giù, lo ammetto, a causa di quella bene(male)dettissima voce che si ritrova. Ma questo è il suo disco migliore, e non ci sono cazzi. Canzoni come Epilepsy e One Dove vanno diritte nella lista delle canzoni da ascoltare in religioso silenzio, ma tutto sommato ci può andare il disco intero (tranne forse la coda, che non mi sconfinfera ancora del tutto). Riflettiamo, in compenso, sul perché Antony voglia per forza dare alle stampe dischi con copertine inguardabili. Cioè, insomma, voglio dire: può farne a meno.

george (ha votato 10 questo disco) alle 17:43 del 12 gennaio 2009 ha scritto:

io rischio

si. Capolavoro! Chi se no??? Fare un disco così minimale e intimo senza annoiare al terzo minuto anzi riuscendo a tenere l'ascoltatore in uno stato semi-catatonico è cosa da geni. Ascoltatelo 3-4 volte e della quinta ne sentirete il bisogno!!!Ciao a tutti!

fabfabfab, autore, alle 18:31 del 12 gennaio 2009 ha scritto:

RE: io rischio

Bravo. Da ascoltare 3 / 4 volte come minimo, a differenza del precedente che aveva un altro impatto.

Sulla copertina: come per l'ep dell'anno scorso, il personaggio raffigurato in copertina è Kazuo Ohno. Anche il disco è dedicato a Ohno. Chi è? E' un maestro del butoh, teatro-danza contemporaneo giapponese. Attualmente ha 103 anni, è immobilizzato su una sedia a rotelle, ma ancora molto apprezzato per la struggente danza del volto e delle mani ...

target (ha votato 8 questo disco) alle 21:27 del 12 gennaio 2009 ha scritto:

RE: RE: io rischio

Sì, l'aura artistica della copertina è innegabile, ma di quell'arte a metà tra Hokusai, le japoneseries tardo-ottocentesche e il modellismo che rende ogni sua cover un poco algida (marmorea cesellata parnassiana neoneoclassicista) ai miei occhi. Ma son dettagli, chiaro.

target (ha votato 8 questo disco) alle 21:29 del 12 gennaio 2009 ha scritto:

Lambiccate, ecco, non mi veniva la parola. Sono copertine lambiccate. E i dischi, almeno quello in questione, no.

fgodzilla (ha votato 8 questo disco) alle 11:50 del 13 gennaio 2009 ha scritto:

Potreri dare

Sempre Best Fabio....

Vorrei dare 5 Stelle ma mi sembra che Antony seppur immenso rischi molto poco rimanendo attaccato al cliche' che l'ha reso famoso.

Non dico di esplorare la sua vocalita dipo diamanda Galas ma almeno un po piu' di sperimentazione da uno che ha questo talento ....

PS:

a proposito sai ninete del perche della mia recnesione sui the script cestinata dalla redazione ??.

PierPaolo alle 13:05 del 14 gennaio 2009 ha scritto:

Povero me

Il vibrato mozzarelloso di questo tizio invade da mesi, spesso e volentieri, le stanze del mio appartamento. La mia donna lo adora, lo ama, ci si emoziona, lo mette su continuamente.

A me proprio non dà niente, "ma rimbarza", detto alla romana. Mi astengo dal giudicare lui e chi lo ammira, chissà se quello che in questi giorni vibra dentro casa mia gira è questo disco o è ancora quello vecchio. Non fa per me, ugh.

Marco_Biasio (ha votato 9 questo disco) alle 20:26 del 15 gennaio 2009 ha scritto:

E' da tre giorni che lo ascolto incessantemente

e ne sono rimasto estasiato, in tutti i sensi. Concordo con Francesco e Pier Paolo sulla difficile sopportabilità della voce di Anthony, drammatica e teatrale (a me, per inciso, piace moltissimo), ma il disco, anche sotto un livello prettamente strumentale, è ineccepibile. E dire che, almeno per me, l'inizio non è dei migliori, con i primi due brani (specie "Her Eyes Are Underneath The Ground") davvero molto barocchi e vocalmente eccessivi. Poi, da "One Dove" fino alla fine, non si sbaglia più niente. Splendida la danza sulle punte di "Kiss My Name", il mio brano preferito d'inizio 2008, commovente la supplica di "Another World", da ascoltare ad occhi chiusi "One Dove" (non nego che quando canta "mercy, mercy" è da brividi lungo la schiena), spettacolare il blues cameristico di "Aeon", eterea la title-track e le sue movenze imbellettate e fragili allo stesso tempo. Come un bicchiere di Jack Daniels: da sorseggiare in tranquillità, pian piano, e quando scende giù brucia dentro e fa rinascere la voglia di un secondo giro. Non nego che, privato della doppietta d'apertura, il mio giudizio sul disco avrebbe potuto essere anche più alto. P.S. La copertina, per quanto mi riguarda, è Arte. Eccellente Fabio.

loson (ha votato 4 questo disco) alle 22:26 del 15 gennaio 2009 ha scritto:

RE: E' da tre giorni che lo ascolto incessantemente

Pensa che per me la doppietta d'apertura è l'unica cosa salvabile qui dentro. Già a partire da "One Dove" le canzoni non ci sono più, non servono: deve esserci soltanto la voce di Antony con i consueti pregi (e difetti) che tutti conosciamo. E' questa la strada che l'uomo ha scelto, chi sono io per criticarlo? Il punto però - e qui posso criticare - è che il talento di quest'uomo come songwriter è clamorosamente vicino allo zero (costrutti armonici banali, melodie pressochè inesistenti, testi anonimi) e questo, di riflesso, penalizza anche il suo canto. Canto che, ricordiamolo, quando è messo al servizio di signore canzoni come "Blind" degli Hercules, brilla davvero. Insomma, è un circolo vizioso. Non lo voto, ma fate conto che sia un 4. Senza i primi due pezzi sarebbe stato un 3. In ogni caso una delle ciofeche dell'anno, con tutto il rispetto per la recensione sempre inappuntabile di Fabio e il gusto del nutrito popolo indie che idolatra il personaggio. Unico appunto: per piacere, lasciamo stare Buckley e Walker, vi scongiuro.

ozzy(d) (ha votato 5 questo disco) alle 22:01 del 15 gennaio 2009 ha scritto:

Il primo disco non era male, poi ha preferito darsi alle lagne.

fabfabfab, autore, alle 22:35 del 15 gennaio 2009 ha scritto:

Loson

fabfabfab, autore, alle 22:42 del 15 gennaio 2009 ha scritto:

RE: Loson

Disgraziato ... il paragone con Buckley e Walker era (azzardato) e riferito alla capacità ed alla caratteristica vocale. Il songwriting credo sia volutamente scarno, ma non per questo "inesistente", e la prova la puoi trovare nell'avvicendarsi delle melodie, che sono essenziali ma mai ripetitive, nè tantomeno banali. D'altra parte, negli album precedenti ha dimostrato di essere in grado di scrivere musica complessa e riccamente arrangiata. Potrebbe essersi improvvisamente rincoglionito, per carità. Io credo invece che abbia volutamento deciso di osare. E, soprattutto, non credo che fare il vocalist per Hercules & Love Affair sia la sua ambizione, nè il suo posto nel mondo musicale. Credo che quello sia solo il suo "gaio" divertimento.

loson (ha votato 4 questo disco) alle 23:42 del 15 gennaio 2009 ha scritto:

RE: RE: Loson

Credo anch'io sia il suo passatempo cantare con gli Hercules. Spesso però i nostri "hobby" sono più densi di significato di quello che facciamo "sul serio", o no? Sui tuoi giudizi circa la sua bontà come compositore non ho nulla da dire: punti di vista. Per me quell'insistere su un banale giro di do è un'armonia banalotta, per te no perchè magari ci senti dentro l'emozione del suo autore, la sua passione, a sua arte. Io purtroppo non ce la sento. Può benissimo essere un mio problema eh...

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 15:34 del 17 gennaio 2009 ha scritto:

RE. è da 3 giorni che lo ascolto incessantemente

Il Cd l'ho preso oggi e non l'ho ancora ascoltato

(a parte Another world del precedente Ep).

X Marco Aaaaaarghh me lo paragoni ad una schifosa

bevanda fatta con ingredienti buoni solo per fare

i pop corn e per l'alimentazione dei volatili (se

vuoi bere anglosassone solo single malt scozzese!)

x Matteo chiaramente fai quello che vuoi, ma così

non vale, se l'hai ascoltato bene e per te vale 4, 4 devi dare (grrrrrrrrr) non dirlo e basta.

ozzy(d) (ha votato 5 questo disco) alle 20:20 del 20 gennaio 2009 ha scritto:

Non capisco tutte le lodi per questo pachiderma, siamo in presenza di una banalità compositiva sconcertante. La voce poi sembra quella di un eunuco preso a calci. Almeno Boy George non si prendeva sul serio.

Dr.Paul (ha votato 8 questo disco) alle 20:36 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

bello dai, va ascoltato seguendo i testi, ma lui è bravissimo, di un intensità senza pari, le prime due ottime!

Truffautwins (ha votato 8 questo disco) alle 3:25 del 24 gennaio 2009 ha scritto:

KISS HIS NAME

TheManMachine (ha votato 4 questo disco) alle 12:32 del 25 gennaio 2009 ha scritto:

Antony Hegarty, ovvero quando le idee latitano ma il fatturato deve crescere

Niente da fare. Hegarty è rusciuto a fare finora un solo bell'album, quello dell'esordio, evidentemente per una favorevole congiunzione astrale. Poi basta. E' rimasto prigioniero di se stesso, ma anche e forse soprattutto, dico io, delle leggi impietose e implacabili dello showbusiness, che gli dicono che per restare sulla cresta dell'onda e introitare soldini per sè e per i suoi discografici non deve far altro che ripetersi, progressivamente rinunciando ad ogni concetto di creatività, di ricerca artistica e stilistica. Hegarty artisticamente è già vecchio a 39 anni, sta fatalmente ripercorrendo il cammino del suo amico Boy George. Fattostà che questo disco è monocorde e scontato come pochi. Eppoi veramente mi piacerebbe che qualcuno gli dicesse di smetterla con quegli artwork che sono un oltraggio al comune senso del pudore. Facesse copertine tutte bianche o tutte nere, si lascerebbero almeno guardare. Ma il mio più grande rammarico è che con tutta probabilità questo disco sarà generalmente considerato tra i più notevoli del 2009.

otherdaysothereyes (ha votato 6 questo disco) alle 15:00 del 25 gennaio 2009 ha scritto:

Interessante a tratti (sopratutto l'inizio), ma per lo più, e alla lunga, noioso e monotono. Sufficienza striminzita.

george (ha votato 10 questo disco) alle 18:28 del 26 gennaio 2009 ha scritto:

mah

...grasso è grasso...e in effetti si sta castrando da solo! Ma mi sfugge l'analogia musicale tra Antony e Boy George...già sono entrambi omosessuali!!! Però questo ciccionevecchiogaycastrato ha fatto un bel disco!

fabfabfab, autore, alle 20:12 del 26 gennaio 2009 ha scritto:

RE: mah

Effettivamente hai ragione, alcuni commenti sono un po' ... come dire, imbecilli. Quella cosa misteriosa chiamata democrazia da il diritto a chiunque di esprimersi liberamente, dire che il disco è una noia orribile, che fa schifo, quello che volete. Ma i commenti sulla sessualità, sulle caratteristiche fisiche, sulla ciccia, i brufoli e la circoncisione ... lasciamoli ad altri. Parliamo di musica, e ciascuno giudichi la propria (de)forma fisica e le proprie inclinazioni sessuali. Se poi passate le giornate in palestra e scopate una volta al mese nella posizione del missionario ... beh, allora siete gli ultimi a potervi lamentare della noia.

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 20:53 del 26 gennaio 2009 ha scritto:

RE: RE: mah

il disco non l'ho ancora ascoltato (lo ascolterò a breve), ma intanto leggendo il commento di Fabio, non mi resta che straquotarlo!

Mirko Diamanti (ha votato 7,5 questo disco) alle 17:19 del 20 dicembre 2011 ha scritto:

RE: RE: mah

wow! Leggendo ho trovato questo commento di fabio codias, che parla in termini che condivido molto di "democrazia". Fabio, sai che quando ho provato a esprimere lo stesso concetto mi si è detto che era di una tristezza infinita?

Filippo Maradei (ha votato 9 questo disco) alle 17:37 del 20 dicembre 2011 ha scritto:

RE: RE: RE: mah

Gollum, qui si parlava di inclinazioni sessuali e aspetto fisico - che con la musica c'entrano zero - dillà sempre di musica, invece. Su su, non fare quella faccina triste, avevi detto che non lo eri?!

Mirko Diamanti (ha votato 7,5 questo disco) alle 17:54 del 20 dicembre 2011 ha scritto:

RE: RE: RE: RE: mah

A volte mento

IcnarF alle 12:51 del 27 gennaio 2009 ha scritto:

Disco del mese di OndaRock...

... Me ne vorrei tenere alla larga ma sono troppo curioso.

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 17:48 del 27 gennaio 2009 ha scritto:

La voce di Antony contende a quella di Lanegan il

titolo di re prezzemolo ed è per me, come quella

del suo opposto, sublime a prescindere. E' una voce eccessiva e come tutte le cose eccessive non

piace a tutti, ma colpisce tutti, si nota, non passa inosservata! La voce di Antony la prima

volta che la ascolti ti sorprende, la sua particolarità, piaccia o meno, sembra innegabile.

Poi col tempo (se ti piace) la conosci e lentamente ne provi assuefazione e contemporaneamente svanisce quell'effetto sorpresa che valorizzava le sue prime canzoni.

Con quella voce potrebbe cantare persino l'inno

di Mameli, ma effettivamente, come dice Loson, non

sembra il songwriting il pezzo forte della casa.

rael (ha votato 8 questo disco) alle 12:07 del 29 gennaio 2009 ha scritto:

bello, anche se un po pesantuccio alla lunga!_"

SanteCaserio (ha votato 7 questo disco) alle 15:23 del 6 febbraio 2009 ha scritto:

Dopo lungo meditare

ha prevalso la lunghezza e la pesantezza...

SanteCaserio (ha votato 7 questo disco) alle 15:23 del 6 febbraio 2009 ha scritto:

Dopo lungo meditare

ha prevalso la lunghezza e la pesantezza...

modulo_c (ha votato 6 questo disco) alle 18:56 del 28 febbraio 2009 ha scritto:

Pensavo meglio.

Leggendo le varie recensione che, ad unanimita', gridavano al capolavoro, l'ho comprato al volo. Bello, ma mi aspettavo di piu', qualcosa di sconvolgente, di totalmente nuovo. Invece mi e' sembrato scontato, e dopo tre ascolti (il terzo per darle speranza) e' finito a prender polvere nella fila bassa dei CD. Poi la sua voce a me personalmente non fa impazzire.

rael (ha votato 8 questo disco) alle 10:57 del 18 marzo 2009 ha scritto:

continua a piacermi molto a distanza di un paio di mesi, complimenti anthony_'

4AS (ha votato 8 questo disco) alle 15:51 del 25 marzo 2009 ha scritto:

Bisogna ammettere che ci sono 2-3 canzoni tenute in piedi esclusivamente dalla sua particolare voce. Quindi non tutte sono perfettamente ispirate. Però nel complesso il disco mi sembra molto valido

anfe02 (ha votato 7 questo disco) alle 18:27 del 28 marzo 2009 ha scritto:

Sinceramente mi deprime un pò

george (ha votato 10 questo disco) alle 22:37 del 28 marzo 2009 ha scritto:

Finalmente è arrivato!!!

C'è voluto più o meno un mese ma il vinile è arrivato.

Ragazzi miei compratelo in questo formato! Confezione fantastica, vinile da 180 gr e all'interno c'è il CD!!!!!!!!!!

Volete ridere? Io a casa non ho il giradischi. Per ascoltarlo devo andare a casa dei miei...

Il feticismo è una brutta bestia...

PierPaolo alle 15:49 del 29 marzo 2009 ha scritto:

L'ho visto iersera in concerto

E' timidissimo e... molto dolce, abbarbicato dietro il suo pianoforte a coda, con la sua timidezza, la sua ciccia ed il suo taglio di capelli demodè, veramente femminile il suo modo di fare. I Johnsons sono in sei, un chitarrista acustico/violinista/corista che gli fa da braccio destro, un altro (sui settant'anni!) che si destreggia fra chitarre, balalaika, sassofono e flauto; poi c'è un'altro violinista ed una violoncellista, giovanissima e che peserà un terzo di Antony. Infine un batterista/corista ed un bassista. Teatro pieno zeppo e tutti a spellarsi le mani ed acclamare. Quando sbagliava un passaggio di una canzone... la ricominciava da capo! Scusandosi. E' successo tre volte. Il concerto è stato aperto da venti inutili minuti di una bella figliola che goffamente ballucchiava e assumeva pose, con una base di musica registrata. Concerto simpatico ed impeccabile, proposta musicale particolare e tenera, ma non mi scalda il cuore, non mi arriva alla pancia. Non mi sono annoiato, ma neppure entusiasmato.

target (ha votato 8 questo disco) alle 21:07 del 29 marzo 2009 ha scritto:

Minchia, ma erano errori così gravi da dover ricominciare da capo? Se sì, è preoccupante; se no, è fastidioso, perché sentire una canzone interrompersi (o la finiva?) e poi ripartire dà i nervi, o, comunque, comporta una notevole diminuzione del pathos. Sa di lambiccatura, insomma: meglio lasciare l'imperfezione. O no?

Roberto Maniglio (ha votato 9 questo disco) alle 21:43 del 29 marzo 2009 ha scritto:

Increbibile!

Antony non sbagli mai un colpo: 3 ottimi album su 3. Praticamente 3 piccoli capolavori. Mi inchino.

Roberto Maniglio (ha votato 9 questo disco) alle 21:43 del 29 marzo 2009 ha scritto:

Incredibile!

Antony non sbagli mai un colpo: 3 ottimi album su 3. Praticamente 3 piccoli capolavori. Mi inchino.

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 13:04 del 27 aprile 2009 ha scritto:

Un’opera di sporadica profondità e di raro intimismo lirico, che vede Antony appianare e snellire in parte gli elementi passionali e teatrali della sua musica, per incentivare la sua scrittura più distesa, chiara, limpida, spesso minimale, fondata su partiture orchestrali minuziose e precise, tenui arpeggi acustici e un pianoforte davvero struggente e commovente. Credo si tratti dell'opera della completa maturità di Antony. Tra le migliori proposte di questo 2009. Ottimo come sempre il Codias

Mr. Wave (ha votato 8 questo disco) alle 13:05 del 28 aprile 2009 ha scritto:

Quant è deliziosamente e armoniosamente toccante, "Epilepsy Is Dancing" *.* ...Incantevole...

Nucifeno (ha votato 8 questo disco) alle 23:06 del 24 maggio 2009 ha scritto:

Sì.

Non è esattamente il mio genere, ma è davvero un bel disco. Non digerisco troppo la voce, specie nella prima traccia. Il resto è OK.

Cas (ha votato 5 questo disco) alle 13:57 del 21 giugno 2009 ha scritto:

Dopo ripetuti ascolti devo dire che non mi piace proprio. A parte il toccante ritornello della prima traccia il resto è, a mio parere, un esercizio di stile che va avanti dall'esordio (seppur questo notevole) del 2000. Ho provato tra l'altro a confrontare i brani qui presenti con alcuni passaggi (tipo End Of The Line) di Pastel Blues di Nina Simone (lungi da me tracciare strani accostamenti tra i due artisti)...ma la somiglianza vocale c'è eccome. Non lo trovo un album innovativo, non riesco a scorgere apporti significativi al pop del nuovo millennio, se non un'ostentata ricerca di toni ed atmosfere pure, glabre e fin troppo ripetitive. Insomma, per me è bocciato.

swansong alle 12:25 del 24 giugno 2009 ha scritto:

Latte di tigre..

divertente eh?

tigermilk (ha votato 1 questo disco) alle 12:30 del 24 giugno 2009 ha scritto:

RE: Latte di tigre..

hai ragione, adoro antony e chiedo umilmente perdono, ma non sopportavo di vedere così in basso quella meraviglia dei grizzly bear. Sono comunque contento che antony sia rimasto al secondo posto

gia* alle 20:14 del 30 luglio 2009 ha scritto:

l'influenza orientale

Non dimentichiamo l'innamoramento di Antony per la danza butoh: il disco è dedicato infatti al danzatore giapponese Kazuo Ohno. Forse pure le "ambientazioni" dei testi: la variazione di tema ha la sua parte di influenza "in prestito" dalla "danza delle tenebre", l'importanza del fiato e l'afflato naturalistico, una sorta di ritorno alla terra che per la voce sua pare il fondamento nudo e scarno di ogni arrangiamento e, come si diceva l'annullamento di ogni "genere" già dato dal/del rock'n roll (che comunque lo incorpora in qualche maniera alla perfezione!)---debbo dire che anche per me l'ascolto, a primo impatto, è stato come di raccoglimento inaspettato, non ho saputo dire e quasi provare nulla, nel senso che - solo in seguito l'ho maturato - c'è stata una sensazione sommessa di non sapere che fare, forse spegnere o forse lasciarmi coinvolgere e dimenticare di tutti gli impegni che quel giorno avrei avuto (e pure no!). Bella la recensione!

gia* alle 20:16 del 30 luglio 2009 ha scritto:

aggiungo

e soprattutto bello il disco - che, devo ammettere...non ho mai ripreso "seriamente". ma si sa, per certe belle sorprese c'è un tempo che sa aspettare e farsi aspettare!

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 16:25 del 5 agosto 2009 ha scritto:

chiedo di eliminare il voto di tigermilk

target (ha votato 8 questo disco) alle 16:45 del 5 agosto 2009 ha scritto:

Già fatto, buon uomo. Compare qui ma non è computato. Comunque, la sfida Antonio-e-i-Di-Giovanni/Patrizio-Lupo in testa alla classifica di gradimento di Storia si fa davvero interessante. Chissà che prima o poi non arrivi un terzo incommodor...

suzuki71 (ha votato 9 questo disco) alle 13:49 del 10 agosto 2009 ha scritto:

quasi 5

eh sì, peccato per le ultime due tracce, ma il resto è pura poesia.

dengia (ha votato 4 questo disco) alle 1:35 del 10 settembre 2009 ha scritto:

fastidioso

dopo 10 minuti prevale il fastidio...

Hermann W. Simon (ha votato 8 questo disco) alle 2:59 del 26 settembre 2009 ha scritto:

a mio parere, il disco migliore di Antony, quello dove l'arte della sua voce così unica, particolare e disturbante trova perfetta valvola di sfogo nell'armonia delle composizioni...melodie perfette che si stagliano nella variegata complessità degli arrangiamenti

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 19:06 del 26 settembre 2009 ha scritto:

hermann simon

se sei l'hermann simon di "Die zweite Heimat" sei il mio idolo e hai tutta la mia stima, anche solo per la scelta del nickname! in caso contrario, beh, non posso che essere daccordo con te!

Hermann W. Simon (ha votato 8 questo disco) alle 19:28 del 26 settembre 2009 ha scritto:

ahahah ma certo che sono io! grazie!

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 19:41 del 26 settembre 2009 ha scritto:

al mondo eravamo rimasti solo io ed hedgar rietz a ricordarsi di heimat!l'hai visto di recente?io ho praticamente divorato "die zweite heimat" nelle ultime due settimane...quindi come non posso adorare hermann simon e a non stimare te per questa tua insolita conoscenza cinematografica?

ad ogni modo "criyng light" non ha perso nulla della sua bellezza a distanza di mesi. un disco classico,e fin dall'uscita a dato questo questa impressione.

Hermann W. Simon (ha votato 8 questo disco) alle 19:47 del 26 settembre 2009 ha scritto:

beh, io l'ho visto, rivisto, masticato, ingoiato, digerito e ci ho fatto anche la tesi!

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 20:07 del 26 settembre 2009 ha scritto:

RE: hermann

scusate, siamo fuori argomento...me la devi assolutamente passare!complimenti!

Hermann W. Simon (ha votato 8 questo disco) alle 1:33 del 28 settembre 2009 ha scritto:

heimat

ahah grazie, se hai voglia di sorbirti un bel tomo immenso...quando vuoi

FINE OT

BeAfraid (ha votato 3 questo disco) alle 12:39 del 15 novembre 2009 ha scritto:

sorpresa

non riesco proprio a capire l'entusiasmo creato dietro questo artista, visto anche live a roma.. veramente un piattume unico, si salvano solo pochissime tracce...

paolo gazzola (ha votato 9 questo disco) alle 16:36 del 24 novembre 2009 ha scritto:

RE: sorpresa

Maledizione, per tre volte in cinque anni non son riuscito ad accaparrarmi un biglietto. Poi scopro che al concerto ci vai tu, che lo consideri un "piattume unico". Si scherza, naturalmente, ma la prossima volta lasciami il posto...

bargeld alle 16:50 del 24 novembre 2009 ha scritto:

eh eh! io lo vidi nel 2003, era il concerto di tale lou reed, quel lou reed teatrale che si privava della batteria per avvalersi del controcanto di anthony. beh insieme era un gran sentire, ma preso da solo... non so. sarà che non rientra propriamente nelle mie corde, lo trovo un po' stucchevole.

Utente non più registrato alle 11:55 del 3 dicembre 2009 ha scritto:

Her eyes, Epilepsy is dancing e Daylight and the Sun sono i brani migliori però quest'album sembra un raccolta di b-sides di quell'altro disco lì intitolato I'm a bird now. Non c'è proprio continuità

Filippo Maradei (ha votato 9 questo disco) alle 21:56 del 30 aprile 2010 ha scritto:

Che voce, che talento questo Antony. Mi ricordo ancora il concerto di qualche tempo fa all'Auditorium di Roma... da brividi.

"Aeon" è da antologia.

Monk (ha votato 8 questo disco) alle 19:51 del 2 settembre 2012 ha scritto:

Antony ci guida a ridosso dei precipizi di questo sconfortato mondo - la forza e la sincerità a cavallo della sua voce.

Infatti, la nostra Bellezza, lì in ginocchio, alza lo sguardo e pare sorridere. Wildianamente.

Utente non più registrato alle 23:08 del 29 agosto 2013 ha scritto:

...e 8,5 a Antony and the Johnsons

FrancescoB (ha votato 4 questo disco) alle 10:18 del 30 agosto 2013 ha scritto:

Ricordo questo disco come una completa delusione, ma forse si tratta solo di un problema mio, di una mia difficoltà di approccio rispetto al timbro vocale, a certe trame melodiche.