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R Recensione

6,5/10

Claudia Pisani

Ho incontrato Merope

La canzone d'autore italiana, soggetta a periodici alti e bassi, dopo i fuochi della stagione aurea dei cantautori negli anni settanta, periodicamente torna a far brillare qualche lapillo sotto la cenere e trova nuove voci e sostenitori. Una piccola fiamma sta rinascendo fra le  colline della riviera ligure, dove hanno sede gli studi di registrazione della OrangeHome records, etichetta del produttore e fonico Raffaele Abbate, che da qualche anno sta allevando una piccola scuderia di talenti, partendo dall' idea di coniugare con semplicità musica e parole, canzone e poesia, e dall'intento di valorizzare le identità artistiche con una particolare attenzione agli aspetti del suono che circonda ed avvolge le liriche.

Di qui, dalla casa dell'arancio, sono usciti in anni recenti i lavori visionari di Paolo Saporiti, le belle canzoni di Stefano Barotti , le più recenti creazioni di Giua, l'indie d'autore degli Edgar, insieme al jazz eclettico di Lorenzo Capello, allo swing di Henry Carpaneto ed alle trame world della chitarre di Armando Corsi, insieme a  molta altra musica. Un gruppo di musicisti che spesso si ritrovano a suonare a vicenda nei lavori dell'etichetta come una squadra unita da una comune visione. Una buona parte di loro si ritrova su "Ho incontrato Merope", esordio su disco della ventinovenne Claudia Pisani, che proviene dalla Liguria di levante, e sembra avere molte cose da raccontare. Almeno a giudicare dalla quantità di modi espressivi che in  nemmeno mezz'ora vengono allineati nelle dieci tracce del cd, in cui scorrono testi cantati in italiano, inglese, francese e spagnolo, una poesia accompagnata dal solo pianoforte, in un’alternanza di  toni cantautorali classici (“Un giorno qualunque” è quasi un omaggio a De Andrè), accenni indie e qualche passo verso territori meno confinati, dove la sperimentazione produce le cose migliori del lavoro. Succede in "The colour of love", dove fiati e percussioni creano un clima da orchestra di strada vagamente alla Tom Waits, o in "Le son d’un reveur", che la batteria di Capello conduce ad un epilogo dadaista, con tanto di bicchieri percossi. Altrove, l'autrice affida le espressioni del proprio mondo di sentimenti ed esperienze ad una veste sonora più tenue, tessuta fra gli accordi delle chitarre acustiche, (“Elisir notturno” ) un refrain del synth o le corde di un ukulele (la suggestiva “White night”), con un paio di accenti ( l'intro indie di "Tre lacrime e un sorriso" ed il piglio di "Un passo verso te ), che collocano la sua musica in corretta dimensione cronologica."La frontera", cantata in spagnolo, è invece una dedica diretta all’amata cantautrice statunitense /messicana Lhasa de Sela, scomparsa nel 2010 dopo una folgorante parabola artistica riassunta in soli tre album. “Ho incontrato Merope”, come spesso capita, è un esordio mosso da un’ impellente urgenza di manifestarsi, e per questo ancora poco indicativo della precisa identità artistica di Claudia Pisani.

Che s’intravvede, nelle liriche, capace di indagare senza pudori la propria dimensione sentimentale, ed in musica, aperta a molte strade e forse ancora incerta su quella da imboccare. E legittima l’attesa di sviluppi interessanti, forse proprio dalle pieghe meno ortodosse del progetto.

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