Marco Rovelli
Bella una serpe con le spoglie doro. Un omaggio a Caterina Bueno
Caterina Bueno è stata probabilmente la più importante ricercatrice e interprete della tradizione popolare toscana, nonché una delle protagoniste della riscoperta della canzone popolare italiana. Con la sua voce inconfondibile, ha ridato vita a secoli di canti popolari, tramandandoli alle nuove generazioni. Marco Rovelli, cantautore, scrittore e musicista, già componente de Les Anarchistes, ha avuto la fortuna di e collaborare con Caterina Bueno, e a lei ha dedicato un intero spettacolo di teatro-canzone, La leggera, per far conoscere a sua volta non solo quel grande patrimonio artistico, ma anche la vicenda umana e artistica di quella che è stata definita la voce della Toscana.
Da quello spettacolo (il cui testo e riportato integralmente nel libretto allegato al disco) nasce questo lavoro, vera e propria summa del repertorio della Bueno, che in ventun brani ripercorre i momenti salienti di un canzoniere straordinario. Quello di Rovelli è un atto damore per la Bueno e per il mondo che aveva riportato alla luce con le sue ricerche sul campo, realizzato con misura e rispetto della tradizione e dellimpostazione data da Caterina Bueno a questi brani, ma ricontestualizzandone la musica alloggi. Così, accanto a chitarra acustica, fisarmonica, piano e violoncello, capita di trovare il synth nella title track Bella una serpe con le spoglie doro, pianet, portasound e un tubo armonico in Mamma non mi manda fori la sera, la diamonica in quella E cinquecento catenelle doro che Francesco De Gregori citerà nel suo omaggio alla cantante toscana, Caterina, nellalbum Titanic, e una chitarra elettrica slide in quello splendido racconto della vita di fatica dei carbonari che è Lamento del carbonaro. Un canto di fatica e di lavoro, a cui si contrappone la famosissima La leggera, qui accompagnata dalla fisarmonica, glockenspiel e percussioni. Un classico, così come sono ormai patrimonio comune canzoni quali Maremma, qui cantata con delicatezza, e gli Stornelli mugellani.
Tra canti di lavoro e canti damore, non mancano anche altri temi classici della canzone popolare, che si ritrovano anche in altre aree geografiche italiane, quali i canti del maggio e le canzoni di galera. Tra queste ultime qui troviamo una elettrica e scarna Storia di Rodolfo Foscati, una toccante Il maschio di Volterra, dove Rovelli è accompagnato solo da violoncello e fisarmonica, e Battan lotto, che anticipa anche un altro tema, quello dellimpegno politico, del desiderio di riscatto e di rivoluzione, centrale nei tre canti dedicati allanarchia con cui si chiude il disco: una versione per sola voce di Entra la corte, e due e veri e propri inni dellanarchia, Sante Caserio, che Rovelli riporta alloggi dandone una versione rock elettrica, e gli Stornelli desilio.
Il risultato di questo lavoro (grazie anche agli arrangiamenti di Rocco Marchi) è un disco affascinante, come sono affascinanti le storie raccontate in queste canzoni popolari raccolte dalla Bueno, che ci riportano ad un tempo e ad un mondo molto lontano, ma forse ancora presente. Ma soprattutto è una splendida prova da interprete di Rovelli, che sembra immedesimarsi perfettamente nei panni della grande cantante toscana, diventandone a questo punto il legittimo erede.
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