St. Vincent
Actor
Che poi non è che sia tutta sta bellezza. Vista dal vivo (poco più di un mese fa, come opening act di tale Nick Cave…) ha decisamente deluso le aspettative. Magra, pallida, spigolosa. Due bei occhioni e niente più. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questa precisazione riguardo la (presunta) avvenenza fisica della ventisettenne Annie Clark deve essere letta a favore della stessa polistrumentista americana. All’indomani del buon richiamo ottenuto con il precedente “Marry Me” (2007), suo esordio musicale con il monicker St. Vincent, ci furono infatti curiosi personaggi i quali sostennero che la bellezza della sua autrice avesse contribuito al “successo” dell’opera in misura maggiore rispetto alla qualità dell’opera stessa. Ora, vero è che il sottoscritto ammette di non conoscere (o meglio, disconoscere) i veri motivi che lo portano ad apprezzare ogni canzone di Shakira, ma è altresì vero che se dovessimo assumere il parametro puramente estetico come fondante dei giudizi artistici ci troveremmo di fronte ad imprese titaniche tipo argomentare critiche sugli arrangiamenti dell’ultimo album delle Pussycat Dolls.
Non che lei non ci metta del suo. Con quel faccino candido sempre sbattuto in copertina, con un’impertinenza ed un protagonismo da lasciar a dir poco indispettiti. È una che ci mette la faccia per davvero, Annie Clark, forte di una gavetta di tutto rispetto (Glenn Branca, The Polyphonic Spree, Sufjan Stevens), di una vivacità compositiva eccellente e di una tecnica invidiabile (giusto per capirci, da ragazzina seguiva gli zii Tuck & Patti in tour, e lo zietto Tuck Andress – ricordate Sanremo 1989? – è uno che la chitarra la strimpella assai bene).
Rispetto all’esordio, questo “Actor” è un lavoro decisamente più a fuoco, nel quale St. Vincent abbandona definitivamente quelle scorie classy-jazz presenti in “Marry Me” e si concentra su una forma pulsante e profonda di indie-rock dai ritmi quadrati e marziali eppure costantemente pervaso da un senso di levità e armonia difficile da spiegare razionalmente.
Così, all’attacco in quattro di “The strangers” fa da contraltare un delicato arrangiamento dalla misura dichiaratamente disneyana, seppellito da una deflagrazione elettrica e successivamente resuscitato in chiave simil-acustica. Spesso la scrittura della Clark si riannoda con la produzione precedente (“The neighbours”, “Save me from what I want”) o addirittura con la sua formazione (c’è molto Sufjan Stevens nel pop barocco di “Black rainbow”), ma il più delle volte esplora lidi completamente nuovi, come il potente crescendo di “Actor out of work” o l’andamento synth-funk di “Marrow”, oppure ancora crea un sapiente mix di vecchie e nuove qualità: come in “Laughing with a mouth of blood” o nella stessa “Black rainbow”, dove il delicato e arioso motivo iniziale lascia spazio ad un drammatico finale, quasi a voler suggellare l’impianto cinematografico conferito all’intero album.
Anche dove i toni diventano più evanescenti (in “The bed” e “Just the same but brand new” non mancano i soliti riferimenti a Bjork ed alla meno ovvia My Brightest Diamond) il livello di tensione resta sempre sopra il livello di guardia, grazie a quei piccoli accorgimenti (l’attacco polveroso di batteria tra i riverberi densi di “Just the same…”) che rendono ogni nota di “Actor” un piccolo (e scenico) momento di delicata magia. Magia che perde ogni traccia di fragilità quando Annie sprofonda con eleganza tra i cuscini tiepidi di “The party”, riuscendo a puntellare con cambi di tempo aggraziati e rintocchi di pianoforte una melodia già perfetta.
Insomma: meno bella ma probabilmente più brava di quanto riuscissimo a ricordare. A voi decidere se si tratti di una buona o di una cattiva notizia.
Myspace: http://www.myspace.com/stvincent
Sito: http://www.ilovestvincent.com/
Video:
"Actor out of work" - http://www.youtube.com/watch?v=AZW9NYX6JZA
"Marrow" (Live at Castle Clinton, New York, 7/10/08) - http://www.youtube.com/watch?v=Wf45rY1zdTU&feature=related
"The Party" (Live in Union Square NYC 05.05.09) - http://www.youtube.com/watch?v=JTRorCkkeNI&feature=related
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